Contents
- Settimo mese di gravidanza: a quante settimane corrisponde
- Settimo mese di gravidanza: cosa succede alla mamma
- Settimo mese di gravidanza: cosa succede al bambino
- Settimo mese di gravidanza: i disturbi più comuni
- Settimo mese di gravidanza: gli esami
- La curva da carico di glucosio
- Settimo mese di gravidanza e posizione del bambino
- Settimo mese di gravidanza e congedo di maternità
- La ventiseiesima settimana di gravidanza
- La ventisettesima settimana di gravidanza
- La ventottesima settimana di gravidanza
- La ventinovesima settimana di gravidanza
Terzo trimestre al via e ultimo scorcio di gravidanza! Come corre in fretta il tempo, mamme. Sembra ieri che avete visto comparire le magiche due lineette sul test e, in men che non si dica, vi ritrovate quasi al termine. Certo, potrebbero esserci stati momenti di difficoltà, magari per le nausee o qualche piccolo-grande problema, ma in ogni caso la sala parto è sempre più vicina. Comincia a salire l’emozione, vero? Vediamo cosa succede a mamma e bebè durante il settimo mese di gravidanza.
Settimo mese di gravidanza: a quante settimane corrisponde
Il terzultimo mese di gestazione va da 26+3 (26 settimane e 3 giorni) a 30+4 (30 settimane e 4 giorni).
Settimo mese di gravidanza: cosa succede alla mamma
Le forme ormai sono morbide e rotonde. Anzi, più che rotonde! Il peso è aumentato sensibilmente e questo è un momento cruciale: durante il terzo trimestre la fame potrebbe farsi sentire parecchio e basta poco per “lievitare” ancora. È un rischio però che si dovrebbe cercare di non correre. Soprattutto in quest’ultimo periodo, l’eccesso di peso potrebbe comportare problemi, ad esempio l’aumento della pressione arteriosa che, a sua volta, potrebbe scatenare la gestosi. Inoltre, non manca poi così tanto al parto ed è meglio cercare di arrivarci più in forma che si può.
L’utero si è ingrossato parecchio per far spazio al bambino. Preme sulla vescica e il via vai dal bagno è continuo, vero? Sia di giorno che di notte lo stimolo ad urinare è diventato impellente. Tutto normale, l’unica cosa da fare è avere pazienza.
Anche se manca ancora un bel po’, il corpo si prepara al grande giorno, quello del parto. Quasi tutte le donne percepiscono nettamente le contrazioni di Braxton-Hicks (ne abbiamo parlato ampiamente nel post sul sesto mese di gravidanza): non sono ancora quelle “buone”, ma servono all’utero ad essere pronto. Dai capezzoli potrebbe fuoriuscire qualche goccia di un liquido giallastro. Niente paura: è colostro, la prima forma di latte che berrà il piccolino appena nato, estremamente nutriente e prezioso. Non a tutte però succede di produrlo prima di partorire.
Vi capita di sentirvi ansiose? Siete giustificate. In particolare se siete alla prima gravidanza, l’incognita del parto suscita sentimenti di paura e, talvolta, angoscia. Anche se i corsi preparto sono importantissimi e probabilmente ne state già frequentando uno, i timori sono naturali perché i pensieri che affollano la mente sono tanti e non sempre positivi. Cercate di condividerli ad esempio col partner: vi sentirete meglio.
Settimo mese di gravidanza: cosa succede al bambino
I suoi calci ora sono vigorosi e ben assestati. Anche il futuro papà li percepisce nettamente mettendo una mano sul pancione. È anche possibile riconoscere una mano o il piedino, a seconda del “bozzo” che compare sull’addome. È molto importante tenere sotto controllo i movimenti: per stare tranquille, se ne devono sentire almeno 10 al giorno. Ricordiamo che nella app iMamma c’è una apposita sezione dedicata al contacalci.
Se nascesse durante il settimo mese, il bimbo sarebbe considerato estremamente pretermine (prima delle 28 settimane) o molto pretermine (da 28 a 31 settimane). Sicuramente i passi avanti nella ricerca medica hanno comportato un aumento delle aspettative di vita di questi cuccioli, ma diciamo che è meglio se restano al caldo nella pancia della mamma ancora un po’. Lo sviluppo infatti non è ancora completo a quest’epoca gestazionale e le conseguenze di un parto così anticipato potrebbero essere impegnative. Il problema fondamentale sono i polmoni, ancora non sufficientemente maturi per far respirare il piccolo in modo autonomo.
Il feto è molto ricettivo agli stimoli esterni, soprattutto ai suoni e anche alle fonti luminose. I suoi occhi sono aperti. È in grado di afferrare le cose (come il cordone ombelicale), succhiare il pollice e percepisce i gusti diversi a seconda di quello che mangia la mamma (il liquido amniotico cambia sapore). La pelle diventa sempre meno sottile e, al di sotto, si accumula grasso.
Settimo mese di gravidanza: i disturbi più comuni
- Mal di schiena. La pancia ingombrante non fa sconti. Per cercare di restare in equilibrio, il baricentro si sposta e la colonna vertebrale si incurva ancora di più, accentuando la lordosi. Cosa fare? La prima buona regola è quella di muoversi. Una passeggiata, il nuoto, il pilates, la ginnastica dolce sono tutti consigliati. Fatevi seguire da qualcuno di esperto. Di notte provate un cuscino tra le gambe. Niente tacchi troppo alti, ma neanche suole troppo basse e piatte.
- Insonnia. È nemica di molte donne in dolce attesa. Le cause sono molteplici: il pancione che rende difficile trovare la posizione giusta; alcuni disturbi come mal di schiena o problemi digestivi; ansia; scorrette abitudini (ad esempio, dormire troppo al pomeriggio, bere caffè, tè o bevande a base di cola nelle ore serali etc.). La soluzione dipende quindi dalla causa scatenante: è lì che si deve intervenire.
- Sindrome del tunnel carpale. Non è un disturbo particolarmente frequente, ma può verificarsi. Si presenta con dolore alle dita delle mani (pollice, indice e medio), insieme a formicolii, intorpidimento, gonfiore, bruciore. Alla base c’è un’infiammazione di un nervo che si trova tra la mano e il polso e alcuni lavori ne predispongono l’insorgenza.
- Disturbi gastrici. Bruciore allo stomaco, reflusso, difficoltà digestive potrebbero iniziare a farsi sentire in maniera più insistente. L’utero sempre più voluminoso preme sul diaframma, rendendo più difficile la respirazione e, allo stesso tempo, favorendo la risalita degli acidi dello stomaco verso l’esofago. La conseguenza sono bruciore e reflusso. La “regola d’oro” contro questi fastidi è cercare di fare piccoli pasti ogni tanto, senza esagerare con le quantità e senza restare a stomaco vuoto. Cibi come pane, cracker o grissini, consentono di assorbire gli acidi e combattere l’acidità.
- Stitichezza. Col passare delle settimane può diventare sempre più ostinata, sia a causa degli ormoni, sia per l’utero che preme contro l’intestino. Fondamentale l’assunzione di fibre e di acqua che facilitano il transito intestinale. La stessa azione è favorita anche dall’attività fisica. Attenzione ai farmaci: vanno prescritti solo ed esclusivamente dal medico.
- Gambe gonfie. A gravidanza inoltrata il ritorno venoso dalle gambe al cuore può diventare difficile. I liquidi quindi tendono a ristagnare, cosa che provoca la ritenzione idrica. La conseguenza sono gambe affaticate, gonfie, pesanti, spesso accompagnate da cellulite. Anche in questo caso il movimento è un toccasana. Necessario anche ridurre l’apporto di sale a tavola.
Settimo mese di gravidanza: gli esami
Se non li avete ancora fatti, tra le settimane 24 e 27+6 gli esami a carico del Sistema sanitario nazionale cui sottoporsi sono:
- prelievo di sangue.
- Controllo toxoplasma.
- Esame delle urine con urinocoltura.
- Curva da carico di glucosio.
Tra le settimane 28 e 32+6 ci sono altri test. Vediamo quali sono:
- prelievo di sangue con emocromo.
- Controllo toxoplasma.
- Test di Coombs indiretto.
In questo periodo andrebbe fatta la cosiddetta ecografia di accrescimento, quella del terzo trimestre. Fino a qualche tempo fa, era a carico del Sistema sanitario, ma ora non è più così. O per meglio dire, lo è solo in caso di patologia fetale o materna. Molte mamme però decidono di eseguirla a pagamento, spesso anche in 3D o 4D per avere un’immagine molto realistica del feto.
L’ecografia di accrescimento valuta diversi parametri per verificare che lo sviluppo del bambino sia costante. Questo infatti è il momento in cui potrebbero evidenziarsi ritardi nella crescita, ad esempio perché la placenta invecchia: in questi, casi a volte bisogna intervenire tempestivamente o comunque monitorare la situazione con la massima attenzione.
La curva da carico di glucosio
È forse uno degli esami che più spaventano le mamme. All’idea di dover bere il glucosio – sostanza estremamente dolce – molte pensano che senza dubbio si sentiranno male. E invece si tratta di una cosa soggettiva. Ci sono donne che, alla fine, lo trovano addirittura molto buono.
La curva da carico di glucosio serve a diagnosticare precocemente il diabete gestazionale, una complicanza della gestazione che può essere importante. Le donne diabetiche vanno più spesso incontro ad un cesareo, spesso i bimbi sono molto grossi (dai 4 chili), può esserci pressione alta o gestosi. Le cause sono varie: diabete in precedenti gravidanze, familiarità per questa patologia, sovrappeso etc.
Per eseguire questo test si deve essere a digiuno. Pungendo con un piccolo ago un dito della mano, viene misurata la glicemia (cosiddetta glicemia basale). Subito dopo vengono somministrati 75 grammi di glucosio da bere. Infine, si procede con tre prelievi di sangue: uno subito dopo aver bevuto il glucosio, un altro dopo un’ora e l’ultimo dopo due ore. I risultati saranno comparati con dei parametri standard e, in base a quelli, si capirà se c’è un problema di diabete o meno.
Consigli per affrontarla meglio:
- bere il glucosio a piccoli sorsi.
- Portare con sé delle fettine di limone: se il personale sanitario vi dà l’ok, potete succhiarle per ridurre l’eventuale senso di nausea.
- Chiedete se potete bere dell’acqua dopo l’assunzione del glucosio.
- Cercate di essere più rilassate possibile e di non farvi suggestionare dai racconti di chi ha vissuto malissimo l’esperienza di questo esame.
- Portatevi qualcosa da leggere o ascoltate della musica nell’attesa dei prelievi.
Settimo mese di gravidanza e posizione del bambino
A quest’epoca, generalmente il feto si mette a testa in giù, cioè in posizione cefalica, quella naturale per venire al mondo. Non è detto che non possa girarsi ancora, ma ovviamente ogni futura mamma si augura che tutto rimanga com’è. La posizione podalica indica invece un’anomala presentazione del feto: la testa è rivolta verso l’alto, anziché essere impegnata verso il canale del parto. Se il bimbo è podalico si presenterà con il sederino o i piedi.
In posizione cefalica, la testa è rivolta in basso, le gambe si trovano verso l’alto e sono flesse, le braccia sono raccolte sul tronco e il mento poggia sul petto. Il feto è quindi rannicchiato, pronto ad uscire. Quando ciò non avviene le probabilità di poter avere un parto naturale si riducono e, nella maggior parte dei casi, si procede con un cesareo per evitare rischi alla mamma e al piccino.
Un bimbo podalico resta così sicuramente fino al parto? No, per fortuna. Può capitare che si sposti spontaneamente anche quasi all’ultimo momento, praticamente a ridosso del parto, anche se più tempo passa, meno probabilità ci sono che questo accada. È più che altro un problema di spazio per potersi girare.
E quindi? Ci sono vari tentativi che si possono fare per cercare di ribaltare (è il caso di dirlo) la situazione. Uno di questi è la cosiddetta manovra di rivolgimento che il ginecologo fa dall’esterno per spostare il bambino. Si esegue in ospedale e consiste in una serie di pressioni sull’addome che dovrebbero far fare al feto una specie di capriola.
Esistono anche altre tecniche, la cui efficacia però è soggettiva. Sono l’agopuntura (con l’applicazione di un ago nel mignolo del piede) e la moxibustione (si riscalda sempre lo stesso punto, bruciando un sigaro di artemisia). Lo sport e alcune procedure posturali sono altre prove che si possono fare.
Settimo mese di gravidanza e congedo di maternità
In questo periodo potreste cominciare a preparare tutta la documentazione necessaria per andare in maternità. Sono i 5 mesi in cui, obbligatoriamente, una mamma lavoratrice rimane a casa. Il congedo può iniziare 2 mesi prima della data presunta del parto (e quindi proseguire per 3 mesi dopo che il bimbo nasce) oppure un mese prima (e 4 dopo). In genere, è una scelta della mamma, a seconda del tipo di mansione svolta.
La ventiseiesima settimana di gravidanza
Nella ventiseiesima settimana di gravidanza potrebbero far capolino vari fastidi causati dall’utero che cresce, dal bambino che preme sui vari organi, dalla pancia sempre più grande. Però in generale il corpo si prepara al meglio per il parto. E anche il piccino! Manca sempre meno al vostro incontro.
La ventisettesima settimana di gravidanza
Attenzione al peso. Dalla ventisettesima settimana di gravidanza potrebbe aumentare parecchio e non è il caso di vanificare i sacrifici fatti sin qui. Gambe e piedi gonfi? Tutto piuttosto normale. È un problema di origine venosa. Alternate getti di acqua calda e fredda. Anche il feto prende molti grammi e il grasso si deposita sotto la pelle.
La ventottesima settimana di gravidanza
Durante la ventottesima settimana di gravidanza le contrazioni di Braxton-Hicks, quelle preparatorie, si fanno sentire sempre più frequentemente. Ve ne accorgete perché la pancia diventa improvvisamente dura, anche se non dovrebbe far male. Se percepite un movimento ritmico dall’interno è il singhiozzo del bambino.
La ventinovesima settimana di gravidanza
Cominciate a sentire un po’ di ansia? Beh, siete alla ventinovesima settimana di gravidanza, ci può stare. Non manca poi così tanto al parto: è giusto informarsi bene, ad esempio sulla partoanalgesia. Il bimbo ora sa fare un sacco di cose. Viene anche prodotta una sostanza, chiamata surfattante, che lo farà respirare una volta nato.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.