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Durante la gravidanza molti ginecologi e medici suggeriscono di usare le 40 settimane come un percorso per conoscere e trattare meglio il proprio corpo. Iniziare a mangiare bene, fare il giusto movimento, evitare gli eccessi e fare attenzione al proprio stato di salute. Inoltre, proprio per salvaguardare se stesse e l’esserino che sta crescendo dentro, è consigliabile anche sottoporsi a due vaccini in gravidanza: quello contro l’influenza e quello contro la pertosse. Ecco perché.
Vaccino antinfluenzale in gravidanza
Secondo l’attuale posizione dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità), tutte le donne in gravidanza dovrebbero essere vaccinate prima della stagione influenzale. In Italia, tra le vaccinazioni raccomandate in gravidanza, quella contro l’influenza si può fare indifferentemente al primo trimestre, al secondo o al terzo.
Il ministero della Salute sottolinea che il vaccino antinfluenzale in gravidanza è importante perché la malattia non va presa alla leggera. Forse non tutti sanno che l’influenza aumenta il rischio di essere ricoverate in ospedale, di dare alla luce un bimbo prematuro o con basso peso, di andare incontro ad una interruzione della gravidanza. Meglio prevenirla.
Il periodo destinato alle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, “per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale”, scrive il ministero, dando le linee guida. In particolare ci si può vaccinare dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. E questo vale anche per il vaccino in gravidanza.
Vaccino antipertosse in gravidanza
Come dicevamo, tra i vaccini in gravidanza che sono fortemente consigliati dai ginecologi e dagli infettivologi, c’è quello contro la pertosse. Serve a dare una protezione al neonato fino a quando non riceverà la sua dose di vaccino, cioè a due mesi di vita. Questo avviene perché gli anticorpi attraversano la placenta arrivando al feto.
Le gestanti effettuano il vaccino antipertosse in gravidanza in un’unica somministrazione insieme a quello per tetano e difterite (vaccino dtpa). Non esiste infatti una dose singola contro la sola pertosse. Il periodo ideale per il richiamo è quello compreso tra la 27esima e la 36esima settimana di gravidanza.
Secondo il ministero della Salute questa vaccinazione “è da effettuare ad ogni gravidanza, anche se la donna sia già stata vaccinata o sia in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse”. Infatti, se contratta dal neonato nei primi mesi di vita, questa patologia può essere molto grave o persino mortale e, secondo gli studi sul tema, la fonte di infezione è frequentemente la madre. Stando alle evidenze scientifiche, inoltre, i bimbi nati da madri vaccinate hanno molte meno probabilità di ammalarsi di pertosse nei primi mesi.
Quali vaccini in gravidanza non si possono fare
I vaccini controindicati in gravidanza sono quelli che contengono virus vivi attenuati. In particolare si tratta del vaccino MPR, contro morbillo, parotite e rosolia, e quello contro la varicella. È sconsigliata anche la vaccinazione antiHPV, il papilloma virus umano.
Vaccino rosolia prima della gravidanza
Se presa col pancione, la rosolia può avere ripercussioni molto serie sulla salute del bambino. Ecco perché tra gli esami preconcezionali da fare prima di cominciare a cercare di avere un bimbo si fa il cosiddetto Rubeo test che serve a vedere se si è avuta o meno la malattia. Se non si è mai contratta, si può fare il vaccino rosolia prima della gravidanza, ma non se questa è già iniziata.
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