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neonato sulla culla nel reparto neonatale
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Chissà quante volte ognuna di noi l’ha fatto. Accarezzare con dolcezza il pancione e sognare ad occhi aperti il nostro bambino. Il suo viso, le manine, il profumo irresistibile. Probabilmente metà gravidanza passa fantasticando in questo modo. Così il tempo passa ancora più velocemente e, quasi senza che ce ne accorgiamo, teniamo la nostra creatura in braccio. Ma una volta tornate a casa, cosa ci aspetta davvero? Cosa dobbiamo affrontare durante i primi giorni col neonato?

Non vogliamo certamente terrorizzare nessuno, anche perché la gioia di aver partorito sarà superiore a qualsiasi stanchezza e riuscirà anche a coprire le occhiaie. È pur vero però che, se si è al primo bimbo, c’è un mondo intero da esplorare. Siete pronte a scoprirlo? Noi vi diamo una mano con le cose basilari: il sonno, il pianto, la cacca e le coliche. Giusto per cominciare…

Il sonno nei primi giorni col neonato

Partiamo da un banalissimo dato di fatto: i bambini non sono tutti uguali. Quindi non allarmatevi se la vostra amica sta sveglia tutta la notte, ma non illudetevi se l’altra dorme 10 ore di fila. Ogni neonato è a sé e, oltretutto, i ritmi sonno-veglia possono cambiare frequentemente. Una cosa è sicura. Nelle prime settimane, il sonno di vostro figlio sarà molto diverso dal vostro e siete voi a dovervi adattare, non viceversa. Il consiglio che si dà in questi casi è sempre lo stesso: se lui dorme, cercate di farlo anche voi, compatibilmente con tutti i vari impegni (a dire il vero, nei primi giorni dopo il parto dovrebbero essere ridotti al minimo).

Non è necessario che, quando un neonato dorme, attorno a lui debba esserci il silenzio più assoluto. Meglio abituarlo ai rumori, ovviamente non violenti. Alcuni di questi, come il phon o l’aspirapolvere, sembrano avere un effetto calmante sui piccoli, che pare si addormentino più facilmente. Sono i cosiddetti rumori bianchi.

Quanto dormono i neonati? All’inizio molto, anche se come abbiamo detto ci sono delle differenze sostanziali tra i piccoli. In linea di principio possiamo dire che la quantità di sonno nei primi mesi varia da 15 a 20 ore al giorno. Questo tempo via via si riduce perché, crescendo, i nostri figli sono impegnati in altre attività, ad esempio la scoperta dei primi giochini o le palestrine.

Fate addormentare il vostro bambino nel posto dove generalmente dorme. Se si addormenta in braccio o nel vostro letto e poi lo spostate nella culla, al risveglio potrebbe sentirsi disorientato e piangere. In questo modo, si innervosisce e riaddormentarsi diventa più difficile.

Velocemente ricordiamo quali sono le regole per un sonno sicuro del neonato e per prevenire la “morte in culla“:

  • mettetelo a dormire sempre a pancia in su;
  • non fumate (anche il fumo passivo può essere pericoloso);
  • se potete, prediligete l’allattamento al seno (è un fattore protettivo);
  • non riscaldate troppo la stanza (non più di 20°C);
  • non coprite eccessivamente il bambino;
  • il materasso deve essere rigido;
  • non usate cuscino nella culla;
  • non tenete peluche nel lettino;
  • la distanza tra una barra e l’altra del lettino non deve superare i 6 cm;
  • dopo il primo mese, proponete il ciuccio (la suzione protegge dalla Sids).

Primi giorni col neonato: il pianto

Dai, su, ammettiamolo: se c’è una cosa che ci mette paura è pensare di non saper capire e gestire il pianto di un neonato. Beh, la questione non è semplice. Che cosa vorrà dirci questo piccoletto urlante? I messaggi che manda sono tanti e diversi, ma con un po’ di esperienza ogni mamma (e pure ogni papà) è capace di capire cosa disturba il bambino. In genere, le motivazioni sono la fame, il sonno, il fastidio per un pannolino sporco oppure per il caldo o il freddo, il dolore.

Il pianto da fame è abbastanza riconoscibile perché, in genere, “scatta” 2-3 ore dopo l’ultima poppata. Non sempre invece è facile capire quando il nostro piccolino comunica altri tipi di bisogni o se sta manifestando una sensazione particolare. Col tempo, l’esperienza e soprattutto l’istinto vi permetteranno di decifrare il tipo di pianto e di intervenire nel modo giusto.

Che fare se, una volta tornati a casa dall’ospedale, il bambino piange?

  • mantenete la calma e non agitatevi;
  • cercate di consolarlo, parlategli dolcemente, coccolatelo;
  • provate a cambiarlo di posizione;
  • verificate se ha caldo o freddo: è sudato? Ha mani e piedi freddi?
  • controllate se c’è qualcosa che gli dà fastidio (pannolino sporco, vestiti stretti, nasino chiuso);
  • massaggiate il pancino in senso orario per favorire l’eliminazione dell’aria.

Contattate il pediatra se avete la sensazione che ci sia un malessere diffuso o se il pianto è inconsolabile. Anche in questo caso, lo capirete.

Primi giorni col neonato: la cacca

Sembra un argomento inutile, invece non lo è affatto! Pipì e pupù sono un indice di benessere dei nostri bambini perché quando bagnano e sporcano regolarmente i pannolini significa che mangiano a sufficienza e quindi crescono. Durante le prime settimane, potrebbe capitarvi di cambiarli anche 10-12 volte al giorno.

Come devono essere le feci di un neonato? All’inizio sono consistenti e di colore nero verdastro. È il cosiddetto meconio. Se è allattato al seno diventano gialle o giallastre, di consistenza molle e con un odore acido. Quando poi si passa al biberon, le feci sono più scure e pastose. Se il bambino è allattato artificialmente, le feci diventano più compatte, di colore giallo chiaro tendente al grigiastro o anche al marrone-verde.

Col passare dei giorni l’aspetto della cacca probabilmente varierà. Avvisate il pediatra se c’è un marcato cambiamento nella consistenza (feci molto liquide o molto dure), un colore insolito (molto chiare o color caffè) o se ci sono tracce di sangue.

Il numero delle evacuazioni è soggettivo e variabile: ci sono bambini che si scaricano dopo ogni poppata, altri ogni 2-3 giorni. Questo può avvenire anche se sono allattati al seno perché il latte materno contiene meno scorie. Se il tuo bambino si innervosisce e piange quando evacua è normale. Può essere un banalissimo mal di pancia che risolve con l’evacuazione.

Le coliche i primi giorni col neonato

Altra “avventura” poco piacevole che mette un po’ di ansia addosso alle neo mamme sono le coliche. Nei primi 3 mesi di vita di un lattante sono piuttosto frequenti. Pare che ne soffra tra il 5 e il 25% dei piccolissimi. Si presentano con crisi di pianto improvvise e persistenti che si presentano con una certa regolarità, in particolare di sera. Il bambino appare sofferente, stringe i pugni e tiene le gambe flesse. E piange disperatamente.

Le cause delle coliche dei neonati non sono ancora del tutto note, ma ci sono alcune ipotesi:

  • rallentato transito intestinale con accumulo di aria che provoca gonfiore e tensione;
  • alterazione della flora batterica intestinale che causa fermentazione;
  • aumentata sensibilità del neonato agli stimoli esterni (rumori, luci, affollamento);
  • più raramente, una malattia, come l’allergia alle proteine del latte.

Cosa fare contro le coliche nei primi giorni col neonato? Dovete armarvi di grandissima pazienza. Le coliche tendono a passare da sole dopo 3-4 mesi. Durante le crisi, tenete il piccolo a pancia in giù sull’avanbraccio. Massaggiate il pancino con movimenti circolari. Flettete le gambe verso l’addome, in modo da favorire la fuoriuscita di gas. Provate a distrarre il bambino portandolo fuori per una passeggiata. E se proprio non ce la fate più chiedete aiuto a qualcuno che possa darvi il cambio anche solo per 20 minuti.