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Vi ricordate le tre gravidanze della futura regina d’Inghilterra Kate Middleton? Se n’è parlato molto perché hanno portato alla ribalta un fenomeno – fortunatamente non troppo comune – detto iperemesi gravidica. Pur essendo molto frequente (e fastidioso), solitamente il vomito in gravidanza viene tollerato abbastanza bene perché “fa parte del gioco”. Nel caso dell’iperemesi, gli episodi sono ricorrenti e intensi, tanto da rendere pessima la qualità della vita della donna incinta. Spesso, per evitare complicanze anche importanti, è necessario il ricovero in ospedale. Vediamo più in dettaglio.
Nausea e vomito in gravidanza
Nausea e vomito rientrano a pieno titolo tra i primi sintomi di gravidanza che moltissime donne provano. Secondo i dati del ministero della Salute, nel corso del primo trimestre soffre di nausea l’80-85% delle gravide. Nel 52% dei casi questo malessere è associato al vomito.
La severità della nausea è variabile, così come l’epoca di insorgenza è assolutamente soggettiva. Nel 94% delle gravidanze compare entro l’ottava settimana, mentre nel 34% entro 4 settimane dall’ultima mestruazione. Ecco perché per tante donne è uno dei sintomi precoci di gravidanza.
Sono diversi i rimedi per fronteggiare nausea e vomito in gravidanza: gli studi scientifici hanno dimostrato gli effetti più o meno soddisfacenti di alcuni tipi di antistaminici, dello zenzero, delle vitamine B6 e B12 e, in misura meno significativa, dell’agopuntura e dell’acupressione del punto P6 (è il punto che si trova a circa tre dita dalla piega del polso, nella parte interna).
Cos’è l’iperemesi gravidica
L’iperemesi gravidica è una forma severa e altamente debilitante di vomito in gravidanza. A conferma di ciò, basti pensare che nel primo trimestre di gestazione è una delle principali cause di ospedalizzazione. Per fortuna è meno diffusa del “normale” vomito gravidico: si stima infatti un’incidenza di 3,5 parti su 1.000, decisamente più bassa del “classico” disturbo.
Se non trattata adeguatamente, l’iperemesi gravidica può essere pericolosa sia per la mamma che per il bambino. La gestante infatti può andare incontro ad alterazioni metaboliche, importante perdita di peso, distress psicologico fino, nei casi più seri, a episodi tromboembolici ed encefalopatia di Wernicke (rara malattia causata da un deficit di vitamina B1). Tra i rischi fetali ci sono ritardo della crescita intrauterina, parto pretermine, basso peso alla nascita.
Quali sono i sintomi?
I due principali sintomi dell’iperemesi gravidica sono la nausea e il vomito. Quest’ultimo si presenta molte volte al giorno (anche 30, nelle situazioni più complesse). Le conseguenze possono essere disidratazione (causata dalla perdita di liquidi e dall’impossibilità di reintegrarli per bocca perché vengono eliminati immediatamente), chetosi (l’organismo non trova zuccheri da trasformare in energia e inizia quindi a “bruciare” i grassi), dimagrimento, alterazioni elettrolitiche.
Quali sono le cause dell’iperemesi gravidica?
Le cause dell’iperemesi gravidica sono ancora sconosciute. Per esempio, nella comunità scientifica non c’è accordo sulla correlazione tra aumento di beta hCG e nausea. I cambiamenti ormonali (con la maggiore concentrazione di beta hCG, estrogeni e progesterone) sono comunque un’ipotesi plausibile, così come la componente psicologica, una alterata motilità intestinale e la positività all’Helicobacter Pylori, un batterio della mucosa gastrica (è responsabile, tra le varie cose, della gastrite).
Ci sono poi dei fattori associati all’iperemesi gravidica, ma non modificabili:
- massa placentare aumentata (ad esempio in caso di gravidanza gemellare oppure di mola vescicolare).
- Casi in famiglia o in precedenti gravidanze di iperemesi gravidica.
- Anamnesi positiva per cinetosi (mal d’auto, mal di mare etc.) o emicrania.
- Bassa età materna.
- Prima gravidanza.
- Obesità.
Sembrano giocare un ruolo anche l’ipotiroidismo, disturbi gastrointestinali come reflusso gastroesofageo, ernia iatale o bruciore allo stomaco, e infezioni come quella da Helicobacter Pylori.
Quanto dura?
Difficile dire quanto può durare l’iperemesi gravidica. Nella maggior parte dei casi, i sintomi si risolvono nell’arco delle prime settimane e solitamente dal secondo trimestre in poi le cose vanno meglio. Talvolta però l’iperemesi si prolunga per tutta la gravidanza.
Iperemesi gravidica quando andare in ospedale
Come dicevamo all’inizio, a volte l’iperemesi impone il ricovero in ospedale in via precauzionale. La ragione fondamentale è che bisogna tempestivamente assicurare alla futura mamma la giusta idratazione per non andare incontro ad ulteriori problemi. Inoltre, spesso si devono somministrare farmaci antiemetici (cioè che bloccano il vomito) per via endovenosa. Quando gli attacchi di vomito sono continui, quando ci sono evidenti segnali di disidratazione (urine scarse e concentrate, debolezza, cefalea), quando la donna è sofferente e prostrata, è opportuno contattare il proprio ginecologo. Sarà lui a consigliare un eventuale consulto in ospedale.
I medici raccoglieranno una serie di informazioni ed eseguiranno un esame obiettivo della paziente, ad esempio per valutare se c’è stato un consistente calo di peso corporeo a causa del vomito. Vengono poi eseguiti alcuni test, come emocromo, funzionalità epatica e pancreatica, esame delle urine, elettroliti, alcuni valori tiroidei (TSH e FT4) etc. Infine, viene anche controllato lo stato di salute del bambino con un’ecografia.
Come si cura l’iperemesi gravidica
Per prima cosa è necessario reintegrare i liquidi persi per evitare le complicanze legate alla disidratazione. Per contrastare i sintomi vengono anche somministrati dei farmaci e adeguare il proprio stile di vita.
Farmaci per l’iperemesi gravidica
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, alcuni antistaminici sono farmaci di prima scelta in caso di iperemesi gravidica, in particolare la prometazina e il dimenidrato (ce ne sono anche altri). Questi prodotti, normalmente utilizzati contro le allergie, sono raccomandati anche dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Vanno usati esclusivamente sotto controllo medico.
Il farmaco più recente introdotto sul mercato è un mix di un antistaminico (doxilamina) e vitamina B6 (piridossina). Ha dato buoni risultati nel controllo dei sintomi connessi all’iperemesi gravidica, tanto che l’American College of Obstetricians and Gynecologists lo considera la terapia farmacologica d’elezione per questo disturbo così fastidioso.
Consigli contro l’iperemesi gravidica
Convivere con l’iperemesi gravidica non è semplice: anche attività banali come fare la spesa, accompagnare i bimbi a scuola, andare al lavoro possono essere condizionate negativamente da questo problema. Però con qualche piccolo accorgimento si può provare a sentirsi un po’ meglio:
- fare pasti piccoli e frequenti: 5 al giorno è l’ideale, suddivisi in colazione, pranzo, cena e due spuntini. Stare a stomaco vuoto peggiora i sintomi.
- Mangiare qualcosa di secco prima di alzarsi dal letto: spesso nausea e vomito in gravidanza sono più intensi al mattino. Crackers, grissini, biscotti, pane con poca mollica o meglio ancora tostato potrebbero aiutare.
- Idratarsi in maniera adeguata nell’arco della giornata. Se l’acqua aumenta la nausea, bevete a piccoli sorsi. Provate anche con le bevande fredde.
- Preferire piatti proteici.
- Bere poco durante i pasti.
- Fare una leggera attività fisica. Compatibilmente con il proprio stato fisico generale, un po’ di moto è un toccasana. Basta anche una passeggiata all’aria aperta.
- Evitare gli ambienti con odori molto forti.
- Riposare quanto più possibile.
Fonti
Ministero della Salute
Istituto Superiore della Sanità
Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI)
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Ginecologiche e della Riproduzione Umana
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.