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Sono un appuntamento che mette un brivido di impazienza a qualsiasi futura mamma. Rappresentano l’incontro con il proprio piccolo, per vedere come sta, per osservare cosa fa, per emozionarsi ogni volta come se fosse la prima. Le ecografie in gravidanza sono un momento importantissimo per verificare la salute del nostro bimbo e sono sempre accompagnate da un mix di sentimenti di ansia e felicità. Ma a cosa servono? Quante sono davvero necessarie? Quante sono gratuite? Come vengono eseguite? Ecco tutto quello che si deve sapere sulle ecografie ostetriche.
Cos’è l’ecografia
È una tecnica diagnostica che utilizza gli ultrasuoni. Il suo scopo è rendere visibile su uno schermo la posizione, la forma e la dimensione del feto. Serve inoltre a valutare la placenta, il suo stato di salute e la sua collocazione. In genere, viene effettuata in periodi diversi della gravidanza, dando indicazioni differenti, ma sempre molto utili.
Un tipo particolare di ecografia è quella 3D. Permette di ottenere immagini tridimensionali molto simili all’originale. Esiste anche quella 4D che visualizza l’immagine in movimento in tempo reale. In genere, chi sceglie queste metodiche poi si sbizzarrisce cercando le somiglianze con mamma e papà!
Quante ecografie si fanno in gravidanza
Le linee guida parlano chiaro. Sia il ministero della Salute che la Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica (Sieog) ne raccomandano 3, al primo trimestre, al secondo e al terzo. Le ecografie sono innocue per il bambino perché gli ultrasuoni non gli possono nuocere. Quindi, a livello teorico, se ne potrebbero fare anche di più. Ma secondo gli esperti 3 sono sufficienti per valutare il corretto andamento della gravidanza.
In alcuni casi, potrebbero esserne prescritte altre. Questo ad esempio in caso di gemelli, che vanno monitorati con maggior frequenza. Oppure se c’è qualche particolare problema di salute della mamma che merita attenzione.
Il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente solo le ecografie del primo e del secondo trimestre. Fino a qualche tempo fa anche quella del terzo, la cosiddetta ecografia di accrescimento, era a carico del Ssn. Ora invece è a pagamento, a meno che il ginecologo non indichi una patologia materna o fetale che merita un approfondimento ecografico.
Come si fa l’ecografia in gravidanza
L’ecografia in gravidanza è un esame molto semplice. Può essere eseguita in ospedale oppure nell’ambulatorio del ginecologo, purché dotati dell’attrezzatura necessaria. Esistono due modi per effettuare un’ecografia ostetrica: interna ed esterna.
L’ecografia interna è detta transvaginale. Il ginecologo inserisce in vagina una sonda cilindrica, che non provoca dolore né fastidio. In genere viene usata all’inizio della gravidanza perché consente di vedere il feto anche se molto piccolo. Per l’ecografia esterna invece la sonda viene poggiata sull’addome. Di solito, si passa a questa dal quarto mese in poi.
In questo caso, la futura mamma viene fatta sdraiare sul lettino con la pancia scoperta. Viene applicato un gel che serve ad assicurare la buona trasmissione degli ultrasuoni. Poi la sonda viene passata su vari punti dell’addome, mentre il medico controlla sul monitor le immagini e spiega cosa vede. Non esitate a fare tutte le domande che vi vengono in mente! L’ecografia dura in media tra 15 e 30 minuti.
Solitamente il ginecologo stampa alcune immagini: conservatele. Sono le prime fotografie del vostro bambino!
Ecografie in gravidanza: primo trimestre
Di certo non si può fare una classifica delle emozioni più grandi che si provano durante la gravidanza. Ma se proviamo a crearne una mentalmente, di certo la prima ecografia sarebbe sul podio! Allo stesso tempo è anche quella che forse crea quel pizzico di ansia in più e ci può stare.
Secondo le linee guida Sieog la prima ecografia gravidanza serve:
- alla visualizzazione dell’impianto in sede uterina della camera ovulatoria/sacco gestazionale e il loro numero;
- Alla visualizzazione della presenza e del numero dei feti e della loro attività cardiaca.
- A datare la gravidanza.
- In caso di gemelli, a definire il numero di placente presenti (corionicità) e di cavità amniotiche (amnionicità).
La prima ecografia non va fatta troppo presto. Il rischio è che l’embrione non si veda ancora e questo può ingenerare paura nei futuri genitori. Quindi è sempre consigliabile aspettare almeno le 6-8 settimane di gravidanza, in modo da poter essere più sicuri che la gestazione sia partita bene.
Se viene effettuata intorno alle settimane 11-13+6, può essere aggiunta la misurazione della translucenza nucale. Si tratta di un esame di screening che, in base a vari valori, può predire il rischio di sindrome di Down.
Ecografie in gravidanza: secondo trimestre
La seconda ecografia è quella che ha un valore fondamentale. È la cosiddetta morfologica e permette tutta una serie di valutazioni sullo sviluppo del bambino nel pancione della mamma. Viene effettuata in genere intorno alla 20esima settimana ed è quella che quasi certamente rivelerà il sesso del nascituro, se è messo in una posizione che permette di osservarlo in tutto il suo “splendore”.
Come detto, la morfologica serve a verificare come procede la crescita fetale. Tra le varie misurazioni che vengono fatte (a cervello, scheletro, cuore, addome, torace, arti, liquido amniotico, placenta, arterie uterine) ne elenchiamo qualcuna:
- diametro biparietale e circonferenza cranica.
- Visualizzazione orbite e labbro superiore.
- Scansione della colonna vertebrale.
- Visualizzazione polmoni.
- Scansione camere cardiache.
- Flusso delle arterie.
- Misura circonferenza addominale.
- Visualizzazione reni e vescica.
- Misura lunghezza femore.
- Visualizzazione mani e piedi.
- Valutazione della quantità di liquido amniotico.
- Localizzazione della placenta.
È facile intuire quanto sia importante questo esame. C’è comunque da dire che nessun ginecologo o ecografista, per quanto esperto, potrà mai dare una certezza del 100% della salute del bambino. Alcune malformazioni, ad esempio, si sviluppano solo nel terzo trimestre ed è quindi impossibile diagnosticarle prima. Oppure altre patologie emergono solo dopo la nascita, a volte neanche tanto presto.
Ecografia del terzo trimestre
Intorno a 30-32 settimane è prevista la terza ecografia raccomandata in gravidanza. Come detto però ora non è più a carico del Sistema sanitario nazionale, se non in particolari condizioni. La finalità è la valutazione della crescita fetale e della quantità di liquido amniotico (normale, scarso, eccessivo). Inoltre, serve ad osservare la posizione della placenta, in particolare se ci sono difetti placentari, ad esempio se è previa, cioè se va a chiudere l’orifizio vaginale, una situazione un po’ delicata.
Al piccolo vengono misurate la circonferenza cranica, il diametro biparietale, la circonferenza addominale e la lunghezza del femore. Il ginecologo potrebbe anche azzardare delle previsioni sul peso del feto, ma sappiate che si tratta di una stima e che esiste un margine di errore di circa il 10% per eccesso e per difetto. Vengono inoltre studiati ventricoli cerebrali, camere cardiache, stomaco, reni, vescica. Infine, si controlla la posizione del bambino: se a quest’epoca è ancora podalico, si programmerà un ulteriore controllo per verificare se si è spostato. In caso contrario, verrà programmato un parto cesareo.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.