L’ecografia è uno dei momenti che, settimana dopo settimana, attendete con maggiore trepidazione, vero? E’ una specie di appuntamento con la creaturina che portate in grembo, per vedere i suoi cambiamenti, notare se si succhia un pollice o se incrocia le gambette. Andiamo alla scoperta dell’ecografia morfologica, fondamentale per lo studio degli organi vitali e l’eventuale diagnosi di difetti strutturali.
L’ecografia morfologica si esegue nel corso del 5° mese, tra la 19esima e la 22esima settimana. In quest’epoca gestazionale, le proporzioni del feto, i suoi movimenti e la quantità di liquido amniotico sono ottimali per poter visualizzare molte parti fetali, come le manine. E, se ancora non lo avete saputo, la morfologica permetterà di scoprire praticamente con certezza se aspettate un maschio o una femmina.
L’esame prevede la misurazione standard di una serie di strutture (testa, addome, femore) che danno informazioni sulla crescita e lo studio di tutti gli apparati esplorabili a queste settimane. La maggior parte degli organi è già formata dal primo trimestre, ma l’aumento di volume e la loro funzione rendono l’osservazione più precisa e dettagliata. Solo il cervello continua il suo sviluppo fino al termine della gravidanza, per cui ci sono patologie legate a questa fase tardiva di formazione che non possono essere diagnosticate.
La capacità di valutare alcuni dettagli anatomici e di saperli interpretare è ovviamente frutto dell’esperienza e dell’abilità di chi esegue l’ecografia. Le linee guida della Società italiana ecografisti ostetrici-ginecologi (le trovate sul sito www.sieog.it) prevedono una lista di misure e strutture da valutare all’esame morfologico e ogni operatore dovrebbe attenersi almeno all’osservazione di quanto richiesto.
La formazione degli specialisti deve essere continua. Non solo devono essere competenti, ma anche bravi a dare tutte le informazioni qualora qualcosa non andasse bene. Devono saper indirizzare la donna a centri di riferimento ancora più avanzati, dove verranno chiarite le prospettive di vita del neonato, le cure esistenti o palliative (in utero o dopo la nascita) e possono informarla sull’opzione dell’interruzione volontaria di gravidanza, secondo quanto previsto dalla legge 194.
Gli ecografi ormai sono super accurati e iper tecnologici. Alcuni fattori però, ad esempio l’obesità, ostacolano la diffusione degli ultrasuoni attraverso l’addome rendendo scadente la qualità dell’immagine e difficile la valutazione di ogni struttura. Va però sottolineato che, indipendentemente dal peso della futura mamma, dalla qualità dell’ecografo e da quanto esperto sia l’operatore, ci sono patologie di cui non è possibile fare diagnosi in utero.