Skip to main content
search
bambino inizia lo svezzamento
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

Lo svezzamento è una delle tappe fondamentali della vita dei nostri bambini, ma quasi sempre si accompagna ad un po’ di ansia. Come reagirà il mio bambino alla novità del cibo? Bella domanda! Alcuni fin da subito aprono la bocca che è una bellezza. Per altri invece sembra che al posto di pappe e pappine somministriamo veleno: bocche cucite, cucchiaio inavvicinabile e semolino spiaccicato ovunque. Ecco perché, in ogni caso, c’è una cosa di cui la mamma deve fare scorta prima di iniziare: pazienza. Tanta e tanta pazienza.

Lungi da noi fare “terrorismo” sullo svezzamento! Al contrario, vogliamo provare a capire quando è il momento giusto per cominciare, come e con cosa farlo. In linea di massima, è un processo che si svolge entro il primo anno di vita del bambino. Secondo lo schema classico, l’inserimento dei cibi avviene in maniera graduale dai 6 ai 12 mesi circa. Esistono però modelli diversi, molto più flessibili di quelli in voga fino a qualche tempo fa. Ogni pediatra segue una linea diversa ed è giusto affidarsi a lui anche per lo svezzamento, oltre che per tutto il resto. Troverete di sicuro della differenze tra quelli più “old style” e quelli più moderni, che potrebbero anche proporre l’autosvezzamento.

Svezzamento: quando cominciare 

Secondo praticamente tutte le linee guida, fino ai 6 mesi l’alimentazione di un neonato deve essere esclusivamente a base di latte. Materno o artificiale non fa differenza, ma che sia latte. Per lo stesso motivo, non andrebbero somministrate né acqua né tisane di vario tipo. Nel latte c’è già tutto quello di cui un bimbo ha bisogno, acqua inclusa.

In linea generale, quindi, diciamo che il momento giusto per cominciare a svezzare è il sesto mese. A quest’epoca il piccolo dovrebbe già essere in grado di stare seduto nel seggiolone senza “crollare” di lato. Inoltre, a quest’età dovrebbe aver perso il cosiddetto riflesso di estrusione, secondo il quale tende a spingere fuori dalla bocca qualsiasi cosa che non sia liquida, cucchiaino incluso ovviamente. Insomma, intorno ai 6 mesi un neonato sembra più pronto allo svezzamento, anche se va detto che per alcuni bambini non è affatto così e si deve aspettare.

Svezzamento precoce a 4-5 mesi 

Dicevamo che è il pediatra a dare il via allo svezzamento. Lui conosce i nostri figli fin dalla nascita, sa qual è stato l’andamento del loro peso nel tempo, se ci sono stati particolari problemi di salute oppure con l’allattamento. In certi casi, quindi, potrebbe suggerire uno svezzamento precoce, anche a 4-5 mesi.

I motivi di tale scelta sono variabili. Generalmente non viene mai consigliato se l’allattamento al seno procede bene e il bambino cresce regolarmente in peso e lunghezza. Se invece prende latte artificiale oppure se l’allattamento è misto (materno e artificiale), il pediatra potrebbe introdurre la frutta o un pasto solido. Tra le altre ragioni potrebbero esserci un ritardo di crescita o disturbi quali il reflusso gastroesofageo.

Gli esperti di alimentazione però raccomandano di fare attenzione. Uno svezzamento troppo precoce potrebbe avere delle ripercussioni sulla salute dei bimbi, ad esempio con lo sviluppo di allergie.

Perché cominciare lo svezzamento 

Essenzialmente i motivi sono 3:

  1. necessità nutrizionali: progressivamente il latte da solo non basta più a soddisfare tutte le esigenze nutritive del bambino, che sta per raddoppiare il proprio peso. Il piccolo ha bisogno di un maggiore apporto calorico e di alimenti ricchi, ad esempio, di ferro e proteine.
  2. apparato digerente più maturo: intorno ai 6 mesi è in grado di assimilare altri cibi oltre al latte.
  3. sviluppo neuromuscolare più progredito: adesso il bambino è capace di deglutire cibi più consistenti, mentre fino a 5-6 mesi sa solo succhiare.

Consigli pratici per iniziare lo svezzamento 

Partendo dal fondamentale presupposto che ogni bambino è a sé e le reazioni al nuovo cibo possono essere diverse, qualche suggerimento generale si può dare.

  • Non abbiate fretta: all’inizio, la prima pappa è solo una sequenza di piccoli assaggi che servono a fargli prendere confidenza con la novità.
  • Proponete un alimento nuovo alla volta: prima di introdurne un altro, aspettate un paio di giorni. Aiuterete vostro figlio ad apprezzare e gustare i vari sapori e vedrete eventuali reazioni di intolleranza.
  • Iniziate con piccole dosi: lo stomaco è ancora piccolino. Aumentate gradatamente man mano che il bambino mostra interesse per il cibo.
  • Proponete ma non imponete: forzare a mangiare potrebbe avere ripercussioni negative sul rapporto del bimbo col cibo, sia ora che quando sarà più grande.
  • Variate con gradualità gli alimenti: questo lo educherà ai vari gusti e gli fornirà tutte le sostanze nutritive dei vari cibi.
  • Scegliete alimenti digeribili e preparateli con la massima igiene.
  • Verificate la temperatura della pappa: non deve essere mai troppo calda.
  • Fategli indossare un bavaglino grande: sarà certamente utile. Inoltre, toglietevi quella bella camicetta di seta prima di cominciare: è a forte rischio spruzzo!

Svezzamento: come cominciare

In questo il supporto del pediatra è fondamentale. Sarà lui a dirci quali alimenti introdurre per primi, in quale sequenza proporli, in quali quantità. Non esistono modelli rigidi per tutti, anche perché diverse sono le esigenze nutrizionali di ogni bambino. Alcune “regole” però sono adattabili un po’ a tutte le situazioni.

Solitamente si introduce prima la frutta, la più semplice da somministrare sia per la consistenza che per il sapore. Poi si passa alle prime pappe, che sostituiscono una poppata. In genere è quella di mezzogiorno. Gradualmente si introducono le altre: dopo circa un mese dal pranzo, si aggiunge la cena (a 7-8 mesi), poi la merenda e, intorno ai 10-12 mesi, la prima colazione. La sequenza però non è così “tassativa” e ci si può adeguare alle esigenze della mamma e del bambino.

Svezzamento: l’importanza del seggiolone

Se il vostro bambino ancora fa fatica a stare seduto bene, forse è il caso di rimandare l’avvio dello svezzamento. La scelta del seggiolone però non deve essere casuale, ma fatta con criterio. Innanzitutto deve avere una base larga, per impedire possibili ribaltamenti. Deve essere provvisto di cinghie di sicurezza e di una fascia che separi le gambe, in modo da trattenere il bambino senza pericolo che scivoli verso il basso.

I seggioloni classici hanno un ripiano davanti. Attenzione se vi poggiate la pappa: una manata può arrivare senza che ve ne accorgiate e spargere pappa in ogni angolo della cucina. Altri tipi invece (come se le sedie evolutive di legno, che possono essere usati sin da neonati fino a più grandi) si avvicinano al tavolo della cucina. Quando i bimbi crescono hanno il loro posto accanto a voi. Importante è che tutti abbiano un poggiapiedi per favorire una posizione corretta.

Attenzione: non lasciate MAI un bambino incustodito nel seggiolone. Appena sarà in grado di alzarsi in piedi da solo cercherà di guardare giù, rischiando di cadere. Quindi, mamme, occhi sempre ben aperti.