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Negli ultimi anni la passione per il sushi, cibo giapponese per antonomasia, è esplosa anche nel nostro Paese e i ristoranti che lo propongono si moltiplicano. Ma come ci si deve comportare con il sushi in gravidanza? Si può mangiare tranquillamente oppure deve essere considerato uno dei tanti alimenti vietati col pancione? Vediamo di approfondire un po’ la questione.
Pesce in gravidanza
Il pesce è uno dei capisaldi della dieta mediterranea e non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole, soprattutto quando si aspetta un bambino. In primo luogo perché è fonte di proteine “nobili”, quelle ad alto valore nutrizionale, fondamentali in qualsiasi periodo della gestazione. L’apporto di proteine dovrebbe essere incrementato di un grammo al giorno nel primo trimestre, 8 nel secondo e ben 26 nel terzo (fonte: LARN).
Un altro indiscutibile valore dei prodotti ittici è che contengono quantità elevate di acidi grassi polinsaturi (più noti come Omega-3 e Omega-6) che, tra i vari effetti positivi, prevengono le malattie infiammatorie e cardiovascolari e favoriscono la crescita cerebrale. Tra gli Omega-3 un grasso particolarmente benefico è il DHA, che svolge un ruolo primario per lo sviluppo della retina e del sistema nervoso. Il pesce ne è ricco, specialmente quello azzurro.
Quanto pesce consumare in gravidanza? L’ideale sarebbe 2-3 volte a settimana, in porzioni comprese tra 150 e 200 grammi o comunque secondo le istruzioni del proprio medico o del nutrizionista, se si viene seguite anche da questo specialista. Le tipologie da preferire sono quello azzurro (sarde, alici, sgombri, aringhe, acciughe) e quello bianco (orata, spigola, merluzzo, nasello, sogliola, platessa). Va limitato invece il consumo di pesci grandi (tonno, pesce spada) per l’alto contenuto di mercurio. Ecco perché non si deve esagerare nemmeno con il tonno in scatola in gravidanza.
Si può mangiare sushi in gravidanza?
E veniamo al nocciolo della questione: possiamo concederci una cenetta a base di pesce crudo in gravidanza o è consigliabile aspettare di aver partorito? Partiamo dal presupposto che su questo come su altri argomenti i ginecologi si dividono in due grandi categorie: ci sono quelli più rigidi che lo vietano categoricamente e altri invece più permissivi che, seguendo alcune precise indicazioni, lo consentono. Affidatevi al vostro.
Il problema principale del sushi (sia in gravidanza che in generale) è il fatto che il pesce è crudo e, proprio per questo motivo, potrebbe nascondere qualche insidia che vedremo tra poco. La cottura è sempre il metodo migliore per distruggere eventuali agenti patogeni (virus e batteri in primis) che potrebbero annidarsi nella carne del pesce e provocare tossinfezioni anche serie. Bisogna ricordare sempre che il sistema immunitario di una donna incinta è più vulnerabile e delicato ed è necessario prendere tutte le precauzioni possibili.
Inoltre, un aspetto non secondario è quello della preparazione, della conservazione e dell’eventuale possibilità di cross-contaminazioni tra alimenti diversi. L’igiene in cucina deve essere sempre rigorosissima.
L’abbattimento del pesce è la prima essenziale cosa da fare per rendere il pesce più sicuro. Lo dice chiaramente anche il ministero della Salute che, già da qualche anno, ha imposto ai venditori di esporre un cartello in cui si dice che, per poter essere consumato crudo, marinato o poco cotto, il pesce va congelato per almeno 96 ore a -18°C nel freezer di casa. In alternativa, può essere collocato in un abbattitore (un congelatore professionale) per almeno 24 ore a -20°C.
Ma le accortezze vanno anche oltre. Per esempio, il pesce per preparare il sushi andrebbe scongelato in frigorifero, in maniera graduale. Il pesce tolto dal freezer va consumato in giornata e gli eventuali avanzi non si conservano.
Il sushi “casalingo” è meno rischioso, rispetto a quello mangiato fuori, perché è chiaro che viene seguita qualsiasi regola, sia di preparazione (abbattimento, lavaggio accurato dei vegetali…) che di igiene (lavarsi molto bene le mani, pulire le superfici e gli utensili utilizzati…).
Al ristorante è più difficile avere il controllo di tutto quindi sarebbe meglio evitare. Se però il ginecologo dà il via libera al sushi in gravidanza, scegliete locali rinomati per la loro qualità: meglio spendere qualcosa in più, ma stare tranquille, piuttosto che risparmiare (avete presente gli “all you can eat”? Lasciate perdere) e beccarsi qualche mal di pancia.
Rischi del sushi
Anche in questo caso, il ministero della Salute ha messo nero su bianco i pericoli e le raccomandazioni per il consumo di pesce.
- Pesce crudo, poco cotto, marinato: potenziale veicolo di Listeria monocytogenes e, se non adeguatamente congelato, Anisakis. Consumare dopo accurata cottura.
- Frutti di mare crudi: potenziale veicolo di Salmonella, virus dell’Epatite A e Norovirus. Consumare dopo accurata cottura.
- Prodotti pronti per il consumo a base di pesce affumicato: potenziale veicolo di Listeria monocytogenes. Preferibile non consumarli.
Stando a queste precise avvertenze del ministero, si evince che il consumo di sushi in gravidanza non è consigliato. I rischi maggiori sono:
- Salmonella: batterio responsabile della salmonellosi, una delle infezioni gastrointestinali più comuni.
- Listeria monocytogenes: anche questo è un batterio, estremamente diffuso nel terreno e nell’acqua.
- Epatite A: è un virus che può essere davvero molto insidioso. Esistono forme di epatite A fulminanti, rapidamente fatali.
- Anisakis: è un parassita le cui larve si trovano in diversi pesci. L’infezione è molto diffusa in Giappone, non a caso il Paese con il consumo maggiore di sushi.
- Norovirus: virus che rientra tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute non batteriche.
Ovviamente si tratta di pericoli che riguardano chiunque mangi pesce crudo, ma come abbiamo già avuto modo di sottolineare le donne in gravidanza devono essere ancora più attente. I sintomi potrebbero essere più forti e soprattutto avere ripercussioni – anche gravi – sul feto. Se dopo aver mangiato sushi compare qualche disturbo, è opportuno contattare il proprio ginecologo.
Si può prendere la toxoplasmosi con il sushi?
No, la toxoplasmosi non si prende con il sushi in gravidanza. Sappiamo che questa infezione, trasmessa dal protozoo Toxoplasma gondii, è il “nemico numero 1” di ogni gestante, ma nel caso del pesce crudo potete rincuorarvi. I principali veicoli di trasmissione della toxoplasmosi sono carni crude o poco cotte (compresi i salumi) oppure frutta e verdura non lavate. Per quanto riguarda il pesce, via libera senza paura.
Sushi cotto in gravidanza
Eccola la soluzione ideale per deliziarsi con il sushi in gravidanza senza il minimo timore per la mamma e il bambino: scegliere sushi cotto! Certo è un po’ un “ripiego”, visto che il sushi per eccellenza è a base di pesce crudo. Ma è il modo migliore se non si vuole correre neanche un piccolissimo rischio.
A livello nutrizionale, il sushi sarebbe perfetto perché il pesce crudo mantiene inalterate alcune caratteristiche di questo alimento. La cottura fa disperdere la maggior parte delle proprietà dei cibi: nel caso del pesce questo avviene per esempio con gli Omega-3, i famosi acidi grassi polinsaturi che fanno così bene alla salute.
Il sushi cotto in gravidanza però toglie ogni dubbio. I ristoranti offrono sempre qualche piatto cotto. Non è decisamente il caso di sashimi e nigiri, veri e propri “trionfi” del crudo. Esistono invece le versioni cotte di hosomaki e uramaki, mentre i futomaki sono sempre impanati e fritti.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.