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neonato con la pancia gonfia a causa della stitichezza
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Oggi, care mamme, si parla di… cacca! Inutile girarci intorno: è uno degli argomenti che non si può non affrontare quando si ha un bimbo piccolo. Colore, consistenza, quantità… insomma, un tema che viene sviscerato (ops!) a più non posso negli incontri tra mamme. E basta che un bambino non la faccia per un solo giorno per parlare già di stitichezza del neonato. Ma è proprio così?

Quando un neonato è stitico?

La stitichezza è molto comune nei bambini: basti pensare che almeno il 5% delle visite pediatriche avviene per questa ragione. Partiamo cercando di inquadrare l’argomento. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù definisce un bambino stitico in caso di 2 o meno evacuazioni a settimana per almeno un mese se ha un’età inferiore ai 4 anni, oppure almeno 2 mesi se ha più di 4 anni. In altre parole, la stitichezza è una ritenzione di feci per più giorni che crea disagio.

In realtà però è difficile riuscire a dare una definizione univoca perché i bimbi sono tutti diversi, anche dal punto di vista della funzionalità intestinale. Il ritmo di evacuazione infatti è differente.

La stipsi non è solo un problema di frequenza con cui i bambini evacuano, ma anche di consistenza delle feci. Quelle di una persona stitica sono dure, spesso a palline (mai sentito nominare le feci caprine?), stentano ad uscire. Questo avviene a causa del transito lento nel colon. La maggior parte dell’acqua contenuta nelle feci viene assorbita dall’intestino e quindi si induriscono e fanno fatica ad essere espulse.

Ancora più complicato è definire la stitichezza nel neonato. Come si fa a dire quanto tempo deve passare tra un’evacuazione e l’altra perché nostro figlio sia veramente stitico? Qual è la “normalità” in fatto di cacca? Rispondere a queste domande è quasi impossibile quando si ha a che fare con bimbetti piccolissimi. Bisogna quindi imparare ad osservarli e conoscerli.

Un pediatra può diagnosticare la stitichezza basandosi sull’anamnesi e sulla storia clinica del bambino. Solo in particolari circostanze e in caso di dubbi vengono prescritti degli esami per escludere alcune patologie.

Dischezia del neonato

Talvolta la stipsi viene confusa con la cosiddetta dischezia del neonato, che invece è una cosa diversa. La dischezia si riconosce da alcuni segnali caratteristici: il bambino piange quando evacua, diventa rosso, si sforza, ma poi le feci sono morbide, praticamente normali. Il problema sta nella mancata coordinazione tra la spinta e il rilasciamento dello sfintere anale. In altre parole, i muscoli responsabili dell’evacuazione non sono ancora del tutto maturi e quindi c’è qualche difficoltà.

Nessun allarme: la dischezia del neonato è assolutamente innocua e, soprattutto, transitoria. Si tratta solo di una fase passeggera.

Cause della stitichezza del bambino e del neonato

Individuare le cause della stitichezza è più facile nei bambini più grandi, che nei neonati (anche perché è più difficile definirli stitici con certezza). Una di queste ad esempio coincide con il momento in cui si toglie il pannolino. Per noi adulti, l’uso del water è naturale, quasi scontato. Ma non è così per un bimbo di 2-3 anni che deve fare i conti con qualcosa di nuovo e mai provato prima e con il controllo degli sfinteri che, soprattutto all’inizio, può essere davvero complesso.

Tra le altre cause di stitichezza del bambino ci sono disordini alimentari (come una dieta povera di fibre e di acqua), stress (l’arrivo di un fratellino, la scuola), l’abitudine a posticipare l’evacuazione (ad esempio per non allontanarsi dal gioco o dalla tv).

Oltre a queste cause funzionali (legate cioè a problematiche alimentari o comportamentali), nei più grandicelli può facilmente innescarsi un pericoloso circolo vizioso: feci voluminose e dure comportano un’evacuazione dolorosa che, a sua volta, scatena la paura di evacuare per non farsi male. Ecco quindi che il bambino trattiene la cacca, che si indurisce ancora di più provocando dolore e da qui il giro ricomincia.

Esistono poi cause organiche di stitichezza:

  • malattie (celiachia, fibrosi cistica, allergie alimentari, ipotiroidismo, malattia di Hirschsprung, difetti anali congeniti).
  • Farmaci (ad esempio, alcuni oppioidi).
  • Tossine (ad esempio, piombo o quella responsabile del botulismo infantile, a volte causato dal miele).

Stitichezza neonato e latte materno

Un neonato allattato al seno evacua molto spesso, anche dopo ogni poppata (il che significa che può arrivare a sporcare pure 8-9 pannolini al giorno!). Però questo potrebbe verificarsi anche ogni 4-5 giorni ed essere considerato fisiologico. L’importante è che le feci siano morbide e l’evacuazione indolore.

In generale possiamo affermare che è raro che un neonato allattato al seno sia stitico. Il latte materno ha pochissime scorie (che sono ciò che compone in misura maggiore le feci), viene completamente assorbito e quindi produce residui scarsi. Quindi, il numero di evacuazioni del neonato dipende essenzialmente dal ritmo con cui si scarica, che è personalissimo.

Un aspetto importante: la consistenza delle feci o il numero delle evacuazioni non sono influenzati da quello che mangia la mamma che allatta. Nel latte passano solo le sostanze nutritive del cibo.

Stitichezza neonato e latte artificiale

I bambini allattati artificialmente potrebbero avere qualche episodio di stitichezza. Nel latte formulato manca il lattulosio, uno zucchero che è naturalmente presente in quello materno e che aiuta la regolarità intestinale. Lo stesso vale per l’allattamento misto in cui le poppate di latte materno si alternano a quelle di artificiale. Esiste quindi una correlazione tra allattamento artificiale o misto e stitichezza.

Di solito (ma ovviamente non per tutti è così), un neonato allattato artificialmente evacua 2-3 volte al giorno, ma molto dipende dal tipo di latte. Le formule a base di latte vaccino o di soia rendono le feci più solide e le evacuazioni meno frequenti. Con quelle ipoallergeniche invece sono più liquide e frequenti.

Come comportarsi se il latte artificiale fa diventare stitico il nostro bambino? E’ fondamentale mantenere la giusta proporzione tra acqua e polvere.

Svezzamento e stitichezza

Lo svezzamento è uno dei periodi più classici in cui può comparire stitichezza anche in bimbi che fino a quel momento non ne avevano mai sofferto. E il motivo è facilmente intuibile: il passaggio da una dieta completamente liquida a base di latte a una semisolida o solida ha delle ripercussioni sulla digestione, feci incluse chiaramente. L’apparato digerente deve abituarsi alla nuova consistenza del cibo e quindi è del tutto normale che si verifichi la stipsi. Capito perché non si devono anticipare troppo i tempi con lo svezzamento precoce?

Se la stitichezza compare in concomitanza con lo svezzamento (o comunque in bimbi già svezzati), scegliete con cura ciò che proponete nei pasti. Offrite acqua in abbondanza e cibi ricchi di fibre, evitate invece gli alimenti astringenti come il riso, le banane o le mele, prediligendo quelli lassativi, come lo yogurt, le prugne, le pere e i kiwi.

Stitichezza neonato: rimedi

Cosa fare quindi contro la stitichezza nei neonati? Se il bambino è allattato artificialmente il pediatra potrebbe consigliarvi un latte arricchito con prebiotici o con particolari formulazioni di grassi: le feci diventeranno meno compatte e più facili da espellere. In commercio ci sono vari tipi di latte antistitichezza, la cui efficacia però non è del tutto dimostrata. Potrebbe trattarsi più che altro di una strategia di marketing.

Un bagnetto caldo è utile in caso di costipazione. L’acqua rilassa i muscoli e aiuta ad attivare la peristalsi, cioè i movimenti intestinali. Uscendo dalla vasca procedete con un bel massaggio sul pancino. Mettete una mano sull’addome del bambino, tenendolo disteso trasversalmente sulle ginocchia. Ponete l’altra, piatta, sopra la prima, facendo ampi movimenti circolari, dapprima superficiali, poi sempre più profondi, in senso orario. Agite prima con la punta delle dita, quindi con il lato interno della mano che sta sopra, con la base del pollice, con il lato interno dell’altra mano. Potete usare un olio o una crema per la pelle dei neonati.

Anche i movimenti “a bicicletta” delle gambine possono dare qualche risultato. Provate mentre il piccolo è sul fasciatoio o sul letto. In questo modo si stimolano i muscoli addominali e dell’intestino. Inoltre, si facilita l’espulsione di aria che può causare mal di pancia. Anche il tummy time, cioè il tempo trascorso a pancia in giù, può essere efficace.

Con i bambini più grandi i rimedi per la stitichezza sono altri. Se c’è una causa organica, si deve intervenire su quella, ad esempio cambiando l’eventuale farmaco che provoca la stipsi o curando la patologia di fondo. Se invece le cause sono funzionali, si deve cambiare lo stile di vita, la dieta o i comportamenti scorretti. Per esempio, se è colpa dello spannolinamento, un consiglio è quello di portare il bimbo in bagno ad orari fissi (ad esempio, dopo aver pranzato) oppure utilizzare il vasino o il riduttore per abituare all’evacuazione.

In alcuni casi vengono prescritti dei farmaci per ammorbidire le feci. Generalmente sono delle bustine da sciogliere in acqua a base di polietilenglicole (PEG). Il dosaggio dipende dall’età del bambino, dal peso e dalla gravità del disturbo. La terapia dura almeno 3-6 mesi.

Un’altra alternativa sono poi i clisteri con soluzione fisiologica oppure al miele da fare se c’è stipsi acuta e con ostruzione fecale. E sotto controllo medico!

Evitate invece il fai da te e i consigli (spesso non richiesti) di vicine di casa, mamme, amiche, cognate e suocere. Stimolare il bimbo con punte di termometro, sondini o gambi di prezzemolo, soprattutto se fatto in maniera abituale, può essere controproducente (oltre che pericoloso). Non prendete iniziative autonome e soprattutto affidatevi sempre e soltanto al parere del medico.

Stitichezza neonato: quando preoccuparsi

A volte la stitichezza del neonato e del bambino è accompagnata da altri sintomi, come dolori addominali, malessere, irritabilità e calo dell’appetito, che di solito migliorano dopo che il piccolo riesce a liberarsi. In alcuni casi però è opportuno contattare il proprio pediatra:

  • Sangue nelle feci: magari è solo causato da una minuscola ragade anale (un taglietto), ma va prontamente segnalato.
  • Il bambino non mangia o vomita ripetutamente: potrebbero essere campanelli d’allarme di un’occlusione intestinale.
  • Ridotta capacità di suzione.
  • Arresto della crescita.
  • Debolezza e perdita del tono muscolare.
  • Dolore addominale acuto e grave insieme a gonfiore.
  • Scarsa quantità di urina: la stitichezza si ripercuote negativamente anche sulle vie urinarie. La massa di feci comprime la vescica con conseguenti svuotamento incompleto e frequenti infezioni alle vie urinarie.
  • Febbre.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.