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Acido folico in gravidanza
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Con la consulenza scientifica del prof. Renato Venezia, direttore U.O. Ostetricia e Ginecologia presso il Policlinico “Giaccone” di Palermo.

Che l’acido folico sia necessario per prevenire alcune malformazioni del feto, e che dunque sia assolutamente essenziale nei primi mesi di gravidanza, è una cosa risaputa. Studi più recenti, però, hanno dimostrato che l’acido folico può essere efficace anche per favorire il concepimento, in sostanza per aumentare le probabilità di fecondazione.

Prima di approfondire meglio, è doverosa una premessa di tipo lessicale. Folati e acido folico non sono sinonimi. Con il primo si intende la vitamina in forma naturale, cioè contenuta nei cibi. L’acido folico invece è la forma ossidata, quella che si trova negli integratori.

Che cos’è l’acido folico

L’acido folico (o folina) è una vitamina del gruppo B, per la precisione è la vitamina B9. Fa parte delle vitamine idrosolubili che non vengono accumulate dall’organismo, ma devono essere assunte attraverso l’alimentazione o con integratori.

È un elemento molto importante per la salute dell’organismo, dal momento che viene utilizzato dal corpo umano per la riproduzione delle cellule. Per questo motivo diventa indispensabile durante i primi tre mesi di gestazione (a partire dal primo mese di gravidanza), proprio perché favorisce lo sviluppo del bambino.

In particolare, contribuisce a diminuire sensibilmente la probabilità che il nascituro possa avere qualche malformazione. Un basso livello di folati è infatti un fattore di rischio per i cosiddetti difetti del tubo neurale. Tra questi ci sono la spina bifida, l’anencefalia e l’encefalocele.

Una regolare assunzione di acido folico è in grado di abbattere del 70% il pericolo di andare incontro a malformazioni, di prevenire l’anemia e altre problematiche (difetti congeniti cardiovascolari, labiopalatoschisi, difetti del tratto urinario, riduzione degli arti) e abbassare i livelli di omocisteina, che è connessa a malattie cardiovascolari e infarti.

Acido folico prima della gravidanza 

Abbiamo detto che l’assunzione di acido folico è utile per ridurre il pericolo di problematiche relative al tubo neurale del feto, ma non solo. Sembra che possa essere importante anche per aumentare le probabilità di rimanere incinta. Qualsiasi donna in età fertile che desideri progettare una gravidanza, o comunque non escluderla, dovrebbe iniziare ad assumere regolarmente vitamina B9, ovviamente in base alle indicazioni del proprio medico.

L’acido folico pre gravidanza andrebbe iniziato presto, un mese prima del concepimento, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di cominciare almeno 12 settimane prima. Questo perché il tubo neurale si chiude tra 17 e 29 giorni dopo il concepimento, quindi molto precocemente.

Un ampio studio effettuato in Danimarca ha evidenziato dati incoraggianti sul rapporto tra acido folico e fertilità. Sono state prese in esame circa 4.000 donne che avevano programmato una gravidanza. Lo scopo era quello di avere un quadro più generale che andasse a confermare ciò che già si supponeva a seguito di precedenti ricerche più circoscritte.

Analizzando numeri più grandi, si è giunti alla conclusione che l’assunzione di acido folico possa aumentare del 15% la probabilità di fecondazione, soprattutto in quelle donne che hanno generalmente un ciclo irregolare, troppo corto (meno di 27 giorni) o troppo lungo (più di 30 giorni). 

Lo studio ha anche evidenziato che, continuando ad integrare la propria dieta con l’acido folico, dopo averlo assunto già per un anno, le probabilità di restare incinta rimangono le stesse, non aumentano. Molto probabilmente l’azione benefica dell’acido folico sull’ovulazione si manifesta in tempi piuttosto brevi, dopodiché l’effetto rimane stazionario.

Quindi, se l’intenzione è quella di allargare la famiglia, una delle prima cose da fare è controllare di non avere acido folico basso o alto (il livello dev’essere normale, cosa che si può verificare con un semplice esame del sangue), parlarne con il ginecologo e iniziare a prenderlo secondo la sua prescrizione. Vi state chiedendo se, come vi ha raccontato qualcuno, l’acido folico fa ingrassare? State tranquille: non è così.

Acido folico e ciclo mestruale

Lo studio danese ha dimostrato che l’assunzione di acido folico si rivela particolarmente funzionale per le donne che non hanno un ciclo mestruale molto regolare. È possibile che ciò dipenda da come i folati agiscono sugli ormoni del ciclo stesso, ma non è escluso anche che l’acido folico influenzi le reazioni di metilazione del DNA (è un tipo di modificazione) o l’accumulo di omocisteina (un amminoacido presente nel sangue che, se troppo elevato, ha ripercussioni negative sulla fertilità).

In linea di massima e generalizzando, la vitamina B9 non influisce in maniera sostanziale sul ciclo mestruale. Per esempio, non c’è alcun legame tra acido folico e ciclo anticipato o ciclo in ritardo, così come pare non esistere un nesso tra acido folico e dolori mestruali. Tutte queste circostanze possono verificarsi indipendentemente dai folati.

Parliamo invece di acido folico e ciclo abbondante. Chi ha un flusso copioso tutti i mesi potrebbe trarre beneficio da un integratore con acido folico, magari insieme ad altre vitamine e al ferro. Questo perché il ciclo abbondante potrebbe causare anemia, mentre la vitamina B9 è importante per la produzione di globuli rossi. L’acido folico non serve a ridurre i flussi abbondanti, ma a contrastare l’eventuale anemia che, in alcuni casi, ne consegue.

Acido folico in gravidanza

Iniziato già prima del concepimento, l’acido folico non va abbandonato in gravidanza. Abbiamo visto che una delle sue funzioni principali è quella di contribuire alla produzione di nuove cellule. In particolare si rivela importante per tutti i tessuti che sono soggetti a processi di proliferazione e differenziazione, tipo i tessuti embrionali.

Se non si assume acido folico in gravidanza, sono più alte le percentuali di malformazioni e probabilmente anche di ritardo della crescita fetale e di parto pretermine. Come abbiamo visto, è fondamentale già prima di rimanere incinta, in pratica dal momento in cui si decide di provare ad avere un bambino. Se, al contrario, la gravidanza non era programmata, la folina andrebbe cominciata non appena si scopre.

L’acido folico è consigliato fino al terzo mese di gestazione, ma ci sono ginecologi che lo fanno proseguire anche fino al parto e oltre, durante l’allattamento, quando aumenta il fabbisogno.

La dose di acido folico in gravidanza è di almeno 0,4 mg al giorno (in allattamento 0,5 mg), che corrisponde al doppio della quantità necessaria normalmente. L’acido folico in gravidanza può arrivare anche alla dose di 5 mg al giorno, molto di più di quanto raccomandato. Quando la gravidanza si prospetta a rischio, ad esempio nelle donne diabetiche o in quelle che seguono terapie farmacologiche per l’epilessia, o se in passato ci sono stati altri casi in famiglia di soggetti con difetti del tubo neurale, il dosaggio quotidiano consigliato dal medico potrà essere più elevato, fino a 5 mg.

In gravidanza, la folina si può assumere da sola oppure in complessi multivitaminici che spesso vengono prescritti alle future mamme per non andare incontro a nessuna carenza. Di solito viene tollerata piuttosto bene e non dà effetti avversi significativi. Un livello di acido folico alto è molto raro perché la quantità in eccesso viene eliminata dall’organismo attraverso le urine. L’eventuale sovradosaggio (che appunto è un caso davvero sporadico) si manifesta con sintomi come tremori, nervosismo, tachicardia, reazioni allergiche o problemi renali.

Si può prendere sempre?

Non c’è un momento preciso della giornata in cui è meglio prendere l’acido folico. Quindi occorre seguire il parere del proprio ginecologo. Molti suggeriscono di assumerlo al mattino, prima di fare colazione. Ma in realtà può andar bene anche di sera o a stomaco pieno.

Quali sono i cibi più ricchi di acido folico

Tra le sue tante virtù, la dieta mediterranea ha anche quella di abbondare di cibi che  contengono acido folico. Si tratta specialmente di verdure a foglia verde, frutta, legumi, ma anche alimenti di origine animale. Il calore della cottura però distrugge quasi completamente i folati. E dunque diventa necessaria la supplementazione per via orale.

Ci sono prodotti che più di altri hanno un alto contenuto di acido folico:

  • le verdure a foglia verde: broccoli, spinaci, lattuga, asparagi, ecc;
  • i legumi (sia secchi che freschi): lenticchie, fave, fagioli, piselli, fagiolini;
  • alcuni tipi di frutta: in particolare le arance, alcuni frutti tropicali, i kiwi, i limoni, le fragole;
  • la frutta secca, come ad esempio le noci o le mandorle.

In realtà, l’acido folico è presente anche in alimenti di origine animale, come ad esempio il fegato (soprattutto di pollo, ma anche di vitello e maiale), altre frattaglie, le uova e certi formaggi. In generale, sono cibi di cui è meglio non “abusare”, soprattutto durante la gravidanza.

Secondo il CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, l’alimento più ricco di acido folico è il lievito di birra.

Alimenti fortificati

Già a partire dal 1998, negli Stati Uniti si è deciso di aggiungere una piccola percentuale di acido folico nelle farine: ecco perché si parla, talvolta, di cibi fortificati. Grazie all’inserimento di 140 microgrammi ogni 100 grammi di cereali, si calcola che l’incidenza della spina bifida tra i neonati sia diminuita del 23%. Una percentuale veramente significativa, soprattutto se paragonata ai dati provenienti invece dalla Gran Bretagna e da molti altri Stati europei che non hanno fatto lo stesso tipo di scelta. Qui, infatti, il numero di bambini con questa malformazione si è mantenuto più o meno costante negli ultimi vent’anni.

Siccome non tutte le donne, purtroppo, seguono le indicazioni dei medici che, da tempo ormai, raccomandano l’assunzione regolare di acido folico almeno nel primo trimestre di gravidanza, creare dei cibi cosiddetti fortificati (in particolare la farina, di larghissimo impiego) potrebbe essere davvero di grande aiuto. L’esperienza statunitense lo ha dimostrato, anche perché sembra che si possano assolutamente escludere eventuali effetti collaterali negativi.

Tra i principali alimenti fortificati con acido folico ricordiamo i cereali per la colazione, biscotti, fette biscottate e succhi di frutta.

Gli esperimenti con gli animali

Per giungere alla conclusione che l’acido folico possa giocare un ruolo rilevante nell’aumento della fertilità, sono stati effettuati degli studi anche su alcuni animali, come scimmie, topi e criceti. In questi ultimi, ad esempio, si è notato che, nutrendo le femmine con una dieta completamente priva di acido folico nelle 16 settimane precedenti all’accoppiamento, queste si sono rivelate poi tutte non fertili. Anche con i topi, esperimenti simili hanno portato più o meno agli stessi risultati: riducendo l’assunzione di acido folico, si registra un calo sensibile della fertilità.

Fonti

Ministero della Salute
Istituto Superiore della Sanità
Organizzazione Mondiale della Sanità
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA)

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.