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prolattina alta
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Nell’organismo umano sono moltissimi gli ormoni in circolo e ciascuno di essi svolge un ruolo importantissimo per il nostro benessere. Uno di questi è la prolattina che, come suggerisce il suo nome, è strettamente connessa all’allattamento al seno. Ma non solo. Secondo l’americana Society for Endocrinology, le sue funzioni sono oltre 300 e sono relative alla riproduzione, al metabolismo, al sistema immunitario, al comportamento, alla regolazione dei fluidi.

La prolattina viene prodotta da una ghiandola posta alla base del cervello, l’ipofisi. Durante la pubertà contribuisce, insieme agli estrogeni, allo sviluppo del seno. È inoltre indispensabile per l’allattamento e per la regolazione del ciclo mestruale. Normalmente è presente in piccole quantità nel sangue, sia negli uomini che nelle donne. Viene tenuta sotto controllo dalla dopamina, un altro ormone che ne inibisce la produzione.

Quando i valori di prolattina aumentano si parla di iperprolattinemia, un fenomeno piuttosto diffuso, con una prevalenza maggiore nella popolazione femminile in età adulta. Non è un caso infatti che si riscontri frequentemente in coloro che hanno alterazioni del ciclo. Le possibili conseguenze dell’iperprolattinemia riguardano la fertilità femminile e maschile, oltre a problematiche di altro tipo.

I valori della prolattina possono variare in base al laboratorio di analisi in cui viene effettuato il prelievo ematico. Indicativamente però possiamo indicare questi range in cui la prolattina viene considerata normale:

  • nelle donne: 2-29 ng/mL (nanogrammi per millilitro);
  • nelle donne incinte o dopo il parto: 10-209 ng/mL;
  • negli uomini: 2-18 ng/mL.

La diagnosi di iperprolattinemia non deve preoccupare. Come vedremo le cause sono molteplici, ma è sufficiente intervenire su di esse per riportare la situazione alla normalità, anche se in alcuni casi la terapia potrebbe essere un po’ lunga. In genere però si tratta di una condizione reversibile.

I sintomi della prolattina alta

La prolattina alta può provocare alcuni sintomi:

  • galattorrea: fuoriuscita di latte dal seno, ma senza allattare.
  • Irregolarità mestruali: più spesso si verificano oligomenorrea (ciclo scarso e lungo da 35 a 90 giorni) o amenorrea (assenza di mestruazioni), meno la polimenorrea (ciclo corto, inferiore ai 24 giorni).
  • Osteopenia o osteoporosi: in entrambi i casi c’è una riduzione della densità minerale ossea, più elevata nell’osteoporosi, meno nell’osteopenia.
  • Calo della libido.
  • Infertilità.
  • Secchezza vaginale: può a sua volta causare dispaurenia, cioè dolore nei rapporti sessuali.

Se la causa è un prolattinoma, un tumore benigno a carico dell’ipofisi, possono subentrare anche mal di testa e disturbi visivi. In alcuni casi, la prolattina alta comporta pancia gonfia per la ritenzione di liquidi. Ci sono poi dei sintomi dell’iperprolattinemia specifici dell’uomo, che vedremo più avanti.

Le cause della prolattina alta

Avere la prolattina alta significa che, per una serie di motivi, l’ipofisi sta producendo una quantità maggiore di questo ormone e, contemporaneamente, la dopamina non riesce a limitare questa secrezione. Le cause della prolattina alta si possono dividere in tre categorie: fisiologiche, farmacologiche e patologiche.

Tra le cause fisiologiche della prolattina alta ci sono:

  • sonno: la prolattina cresce quando si dorme e rimane costante fino ad un’ora dopo il risveglio.
  • Gravidanza: la prolattina inibisce l’ovulazione e impedisce l’inizio di un nuovo ciclo mestruale e, al contempo, prepara l’organismo alla produzione di latte materno.
  • Stress: anche l’ansia del prelievo di sangue è in grado di far impennare i valori di prolattina. Lo stesso vale quindi per lo stress psicofisico in generale.
  • Attività sessuale.
  • Suzione del neonato: è il meccanismo con cui si stimola la prolattina.
  • Esercizio fisico (specie se intenso).
  • Prodotti di erboristeria: ad esempio a base di fieno greco, semi di finocchio e trifoglio rosso, sostanze che talvolta sono usate per preparare tisane a supporto dell’allattamento.

Alcuni principi attivi farmacologici hanno tra i loro effetti collaterali quello di alzare la prolattina (iperprolattinemia iatrogena). Tra questi ci sono farmaci per disturbi gastrointestinali, ulcera, pressione arteriosa, antinausea e antivomito, antidepressivi, psicofarmaci, pillola anticoncezionale, estrogeni per la menopausa, antidolorifici oppiacei.

Varie sono le cause patologiche di iperprolattinemia. Innanzitutto le malattie dell’ipofisi, compreso il tumore. Gli adenomi ipofisari sono i più frequenti e, tra questi, il prolattinoma è il principale responsabile dell’innalzamento della prolattina. Ricordiamo inoltre:

  • la sindrome dell’ovaio policistico.
  • L’ipotiroidismo.
  • L’ipoglicemia.
  • Traumi al torace (ad esempio per interventi chirurgici).
  • Nefropatia cronica.
  • Malattie del fegato.
  • Sella vuota (malformazione della sella turcica, il supporto osseo nel cranio su cui poggia l’ipofisi).
  • Tumori dell’ipotalamo.

Il trattamento dell’iperprolattinemia dipende da ciò che la genera. Nel caso di cause farmacologiche si cerca di modificare la terapia oppure di associare dei farmaci agonisti della dopamina come la bromocriptina o la cabergolina, usati anche per le forme idiopatiche (cioè con causa fisiologica) di prolattina alta. Gli agonisti dopaminergici sono impiegati pure per curare il prolattinoma. In alcuni casi di tumore, è necessario intervenire chirurgicamente.

Iperprolattinemia: si può rimanere incinta?

C’è un collegamento molto forte tra prolattina alta e fertilità. I primi campanelli d’allarme riguardano proprio quest’ambito, sia tra le femmine (irregolarità del ciclo) che tra i maschi (disturbi della sfera sessuale). In particolare, l’iperprolattinemia provoca:

  • nelle donne: alterazioni del ciclo ovulatorio (con conseguenti ostacoli al concepimento), difetti della fase luteale (con difficoltà di impianto e aborti spontanei) e effetti sugli ormoni riproduttivi (si scombina il loro equilibrio, ad esempio degli estrogeni, fondamentali per la fertilità).
  • Negli uomini: una riduzione degli spermatozoi (in termini di quantità, ma anche di qualità) e un’influenza sulle funzioni sessuali (calo del desiderio, impotenza).

È quindi evidente che esistono ripercussioni sulla possibilità di procreare e si deve intervenire per rimuovere – laddove possibile – la causa della prolattina alta. Il ginecologo potrebbe suggerire un consulto con un endocrinologo. Individuata la ragione per cui la prolattina si alza, si sceglie la terapia giusta, che spesso è quella farmacologica. Riportando i valori entro i limiti normali, rimanere incinta sarà più semplice.

Prolattina alta nell’uomo

La prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi in entrambi i sessi. Le cause a monte di una sua iperproduzione sono sostanzialmente le stesse per uomini e donne, chiaramente escludendo quelle tipicamente femminili ad esempio la gravidanza, l’allattamento o l’impiego di alcuni farmaci, come la pillola anticoncezionale.  

Negli uomini però spesso la diagnosi di iperprolattinemia è più tardiva perché i sintomi sono meno evidenti rispetto alle donne o comunque sono attribuibili anche a motivazioni diverse. Tra i sintomi maschili:

  • ginecomastia: ingrossamento della ghiandola mammaria.
  • Disfunzione erettile.
  • Riduzione dei livelli di testosterone.
  • Riduzione del volume dell’eiaculato
  • Galattorrea (raramente).
  • Scarso desiderio sessuale.
  • Infertilità.
  • Perdita della massa muscolare.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.