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Quando si decide di allargare la famiglia la priorità diventa una: cercare di rimanere incinta il prima possibile! Nonostante tutte noi ci ripetiamo come un mantra che non dobbiamo avere fretta e che la gravidanza arriverà, nel nostro cuore speriamo sempre che questo desiderio si realizzi al più presto. Cosa fare quindi? Dobbiamo cercare di ottimizzare le possibilità di procreare, cogliendo le occasioni che il nostro corpo ci offre. In parole povere dobbiamo sfruttare al meglio il periodo fertile. Vogliamo quindi parlarvi del monitoraggio della temperatura basale, un metodo che serve a capire quando si avvicina l’ovulazione e quindi quando si è più feconde.
Cos’è la temperatura basale
Per temperatura basale si intende la temperatura corporea che si registra in condizioni basali, cioè quando si è inattivi per parecchio tempo, come al mattino quando ci si sveglia. La temperatura basale varia durante il ciclo mestruale e dipende essenzialmente dalla quantità di estrogeni e progesterone prodotta dall’organismo. È quindi strettamente connessa alla fertilità di ogni donna.
Perché misurare la temperatura basale
Se si è alla ricerca di una gravidanza, la misurazione della temperatura basale consente di avere un’idea di quando si ovula, in modo da concentrare i rapporti sessuali in quei giorni. Ricordatevi che, per quanto possa essere regolare il ciclo mestruale, l’ovulazione può non avvenire sempre negli stessi giorni. Bisogna quindi essere brave a riconoscere i vari sintomi che si presentano. E in questo la temperatura basale può essere un valido aiuto.
Come cambia la temperatura basale nel ciclo mestruale
Cominciate a misurare la temperatura basale dal primo giorno del ciclo. All’inizio (durante la fase follicolare) avrà un andamento mediamente basso a causa della scarsa quantità di estrogeni e progesterone. Dopo le mestruazioni il loro livello comincia a salire e la temperatura varia tra 36,3 e 36,9 gradi (attenzione: ovviamente sono delle stime, ma poi tutto è soggettivo). Il picco massimo della produzione di estrogeni provoca un improvviso calo della temperatura basale, anche di mezzo grado rispetto al giorno precedente. L’ovulazione si avvicina ed è un buon periodo per avere rapporti.
L’ovulazione corrisponde ad un significativo incremento di progesterone che fa alzare la temperatura basale fino a 37-37,3 gradi. Se il concepimento va a buon fine, questa rimane alta perché il progesterone continua ad essere prodotto in gran quantità, mentre in caso contrario scende di nuovo in prossimità delle mestruazioni (36,3-36,5 gradi).
Come si misura la temperatura basale
Prima regola se intendente cominciare a misurare la temperatura basale per avere una gravidanza: regolarità. La misurazione va fatta a partire dal primo giorno del ciclo (quindi il il primo giorno delle mestruazioni) tutti i giorni sempre alla stessa ora, al mattino appena sveglie, prima di alzarsi dal letto e di fare qualsiasi altra attività. È molto importante essere costanti in questa operazione. Se ci sono variazioni di orario segnatele sul grafico di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Chiaramente vi serve un… termometro! Ne esistono di specifici per la temperatura basale, ma potete tranquillamente usarne uno a mercurio (se ancora ne avete uno, visto che sono stati tolti dal commercio) oppure digitale. La temperatura si può prendere per via vaginale, rettale oppure orale. L’ultimo metodo però non è considerato efficace come gli altri due. Una volta che avete scelto come misurare la temperatura, dovete usare sempre quello.
La temperatura va segnata su un grafico che vi permetterà di valutarne l’andamento anche visivamente.
Il grafico della temperatura basale
Questa tabella è molto semplice da realizzare e da compilare. Sull’asse verticale si segna la temperatura registrata, mentre su quello orizzontale i giorni del mese. Unisci i punti della temperatura e osserva la linea. L’andamento è bifasico: una prima fase con temperatura più bassa e un’altra con un innalzamento. Noterai quindi un abbassamento significativo in corrispondenza del giorno in cui c’è il picco degli estrogeni e poi il successivo rialzo. Se la temperatura resta alta anche dopo l’ovulazione è molto probabile che la gravidanza sia cominciata.
Ciclo anovulatorio e temperatura basale
Innanzitutto vediamo cosa significa ciclo anovulatorio, anche se non è particolarmente difficile da capire. Un ciclo mestruale si dice anovulatorio quando non si verifica ovulazione. Le cause possono essere varie: l’avanzare della menopausa, problemi alimentari come l’anoressia, disfunzioni tiroidee, sindrome dell’ovaio policistico, stress eccessivo, attività fisica troppo intensa, problemi ormonali.
Monitorando la temperatura basale, in caso di ciclo anovulatorio, vedrete come il grafico abbia un andamento più o meno costante oppure “a montagna russa”, cioè con variazioni non significative. Ad esempio, non ci sarà la rapida diminuzione seguita dal rialzo. Questo mese dunque la ricerca di un bimbo purtroppo sarà infruttuosa.
Cosa influenza la temperatura basale
Alcuni fattori possono alterare la temperatura basale, rendendo quindi poco attendibile la misurazione:
- febbre.
- Infezioni vaginali (se la temperatura viene presa per via vaginale).
- Assunzione di farmaci.
- Squilibri ormonali.
- Ansia.
- Scarsa quantità di ore di sonno.
- Assunzione di alcol o droga la sera precedente.
- Cambio di termometro.
Altri sintomi dell’ovulazione
L’aumento della temperatura basale è solo uno segnali che indicano che l’ovulazione è in corso. Ce ne sono infatti altri ben precisi che danno la stessa informazione. Uno di questi è per esempio il muco cervicale. La sua consistenza cambia nei giorni fertili, diventando più filamentosa e appiccicosa, un po’ come l’albume dell’uovo. Inoltre, il muco cervicale è più abbondante, dando una sensazione di bagnato.
Noi non ce ne accorgiamo, ma si verificano anche modificazioni della cervice uterina. Lo può vedere il ginecologo se sta monitorando l’ovulazione. In fase ovulatoria, la cervice è più alta, aperta e morbida. In questi giorni inoltre cresce il desiderio di fare l’amore con il partner. Tutto merito degli estrogeni che fanno aumentare la libido.
Alcune donne riconoscono senza alcun dubbio l’ovulazione perché si presenta con dolori e fastidi di vario tipo. L’ovulazione dolorosa (chiamata anche “mittelschmerz”, dolore di metà ciclo) si verifica contemporaneamente al rilascio dell’ovulo da parte dell’ovaio. Il dolore addominale può durare poco, appena pochi minuti, o essere più duraturo. A volte è accompagnato da nausea, stanchezza, leggero sanguinamento e rigonfiamento di uno o più linfonodi inguinali.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.