Contents
- Cos’è la preeclampsia
- Cause e fattori di rischio della preeclampsia
- Incidenza della preeclampsia in Italia
- Sintomi della preeclampsia in gravidanza
- Rischi della preeclampsia
- Prevenire la preeclampsia in gravidanza
- Come si cura la preeclampsia
- Quando torna normale la pressione del sangue?
- Quale tipo di parto si fa con la preeclampsia
- Preeclampsia ed eclampsia
Quando si è incinta, ci si augura sempre che tutto proceda nel migliore dei modi e che, a parte i classici sintomi che possono disturbare un po’ nel primo trimestre, tutto il resto della gravidanza vada avanti senza grossi intoppi. Purtroppo questo non sempre succede e improvvisamente ci si trova davanti a qualche piccola o grande complicanza. Una di queste è la preeclampsia, conosciuta anche come gestosi. Una patologia che non va assolutamente presa sotto gamba.
Cos’è la preeclampsia
La preeclampsia (o “gestosi”) è una condizione tipica della gravidanza che può comparire, in genere in modo improvviso, intorno alla 20esima settimana e comunque a partire dal secondo trimestre in poi ed è correlata all’aumento della pressione sanguigna e delle proteine nelle urine della madre.
I valori della pressione arteriosa – la forza esercitata dal sangue circolante sulle pareti elastiche di vasi e arterie – sono considerati alti se superiori a 140 millimetri di mercurio (mm Hg) per la “massima” (pressione sistolica), e/o 90 mm Hg di “minima” (pressione diastolica). Malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca ed insufficienza renale sono collegati a questo trend di valori.
In gravidanza la pressione alta può essere pericolosa per la madre e per il feto. Le donne con ipertensione (la pressione alta, appunto) preesistente o cronica hanno più probabilità di avere delle complicazioni sebbene, in molti casi, la pressione “aumenti” soltanto nel periodo della gestazione.
Cause e fattori di rischio della preeclampsia
Non esiste una causa chiara della preeclampsia. L’unica cosa certa è che ci sono dei fattori di rischio precisi che aumentano la possibilità di ammalarsi:
- obesità;
- familiarità per preeclampsia;
- patologie precedenti alla gravidanza (diabete, pressione alta, malattie renali);
- età (più è alta, più cresce il rischio di andare incontro alla gestosi);
- malattie autoimmuni;
- preeclampsia in una precedente gestazione;
- trombofilia.
Incidenza della preeclampsia in Italia
In Italia, fortunatamente, l’incidenza della preeclampsia è relativamente bassa. L’obesità, che rappresenta un alto fattore di rischio per la malattia, non è diffusa come negli Stati Uniti (all’eccesso grave di peso è associato una condizione di ipertensione di base). Nel nostro Paese invece la gestosi è spesso legata a trombofilia della madre, un meccanismo congenito difettoso di coagulazione del sangue che talvolta sta alla base degli aborti spontanei.
Sintomi della preeclampsia in gravidanza
Molto spesso la preeclampsia non si presenta in modo definito: la donna che ne è colpita non avverte sensazioni particolari o disturbi specifici che la preannunciano. Oltre alla pressione al di sopra della norma e alla presenza di proteine nelle urine (proteinuria), possono comparire sintomi quali:
- mal di testa persistente;
- dolore intenso allo stomaco o all’addome;
- visioni di macchie scure o luminose;
- offuscamento della vista;
- repentino aumento di peso (oltre 5 chili in una settimana);
- nausea e vomito;
- scarsa quantità di urina;
- gonfiori (spesso si presentano all’improvviso e interessano mani, piedi, caviglie e talvolta il viso).
Rischi della preeclampsia
La preeclampsia può avere delle conseguenze sia sulla mamma che sul feto. Lei può andare incontro ad un distacco della placenta o ad alterazioni a carico del fegato. La patologia colpisce la placenta con varie conseguenze: produce sostanze “cattive” che danneggiano la circolazione e non permette il trasferimento di ossigeno e nutrienti al feto. Tutto ciò comporta a sua volta una scarsa crescita fetale.
Prevenire la preeclampsia in gravidanza
Proprio per questa dimensione subdola della malattia è necessario farsi monitorare con regolarità. È molto utile, ad esempio, misurare la pressione a intervalli specifici: una volta al mese nei primi mesi della gravidanza, tre volte al mese dopo le 20-22 settimane e ogni settimana a partire dal terzo trimestre. Da non sottovalutare l’esame delle urine che è bene fare prima mensilmente e, alla fine del percorso, anche più volte.
Se i controlli di routine sono auspicabili per tutte le donne in dolce attesa, alcune recenti ricerche scientifiche internazionali consigliano, per i soggetti a rischio, l’assunzione preventiva di aspirina a basso dosaggio e la flussimetria doppler delle arterie uterine, utile nel valutare l’adeguata formazione e funzionalità della placenta. Ma ovviamente sarà il vostro ginecologo a valutarne l’opportunità.
La prevenzione consiste anche nel modificare alcuni fattori di rischio, per esempio il sovrappeso. La corretta alimentazione inoltre è molto importante e prevede tra l’altro la riduzione della qualità di sale quotidiana (fondamentale anche per contrastare la ritenzione idrica, un problema frequente in gravidanza).
Come si cura la preeclampsia
Quando viene fatta una diagnosi di gestosi, la futura mamma viene tenuta sotto stretto controllo medico per cercare di portare avanti la gravidanza il più a lungo possibile, almeno fino a 37 settimane quando il parto viene ormai considerato a termine e i rischi per il bimbo sono davvero ridotti.
Il parto infatti è l’unico sistema per curare in modo efficace la preeclampsia. Tuttavia se la malattia si è manifestata precocemente, partorire può essere rischioso per la salute del nascituro che non è ancora “pronto”. In questo caso, si cerca di contrastare la progressione della patologia per permettere al feto di svilupparsi.
Se l’unico sintomo di gestosi è la pressione alta, in genere, la donna può curarsi a casa controllando più volte al giorno i valori. In alcuni casi possono essere prescritti farmaci antipertensivi. Se invece i disturbi sono importanti, è necessario il ricovero in ospedale durante il quale:
- verrà monitorata la pressione.
- Saranno eseguiti esami delle urine ripetuti per controllare il livello di proteine, e del sangue per accertare la funzionalità epatica e renale.
- Verrà verificato lo stato di salute e la crescita del bambino con ecografie o cardiotocografie (i tracciati che si fanno alla fine della gravidanza).
Quando torna normale la pressione del sangue?
In genere, la pressione arteriosa rientra nei range di normalità entro 6 settimane dal parto. È comunque opportuno monitorarla un po’ più a lungo per valutarne l’andamento.
Quale tipo di parto si fa con la preeclampsia
In caso di diagnosi di preeclampsia, il tipo di parto dipende dalla condizioni generali della donna e ovviamente dalla settimana in cui si decide di farla partorire. Se nel complesso lei sta bene e non ci sono indicazioni per il cesareo, di solito viene raccomandato il parto naturale.
Preeclampsia ed eclampsia
Si parla di eclampsia quando la malattia evolve e provoca crisi epilettiche, convulsioni, perdita di coscienza e, in alcuni casi, emorragie cerebrali: una condizione molto frequente negli Stati Uniti con esiti spesso drammatici. La preeclampsia negli Usa è per di più una delle cause principali di complicanze fetali (basso peso alla nascita del bimbo, parto prematuro e morte del feto).
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.