Contents
- Cos’è la scarlattina
- Come avviene il contagio
- Quante volte si può prendere la scarlattina?
- Periodo di incubazione della scarlattina
- Sintomi scarlattina
- Quali sono le complicanze?
- Diagnosi
- Rimedi scarlattina
- Come alleviare il prurito della scarlattina?
- Cosa dare da mangiare ai bambini con scarlattina?
- Prevenire la scarlattina
- Scarlattina in gravidanza
Siamo nel bel mezzo dell’inverno e chissà quante mamme sono alle prese con i più disparati malanni di stagione dei bambini, dal banale raffreddore all’influenza, dalla gastroenterite alla bronchiolite. Per due anni, le mascherine indossate per il Covid ci hanno protetto anche da tanti altri virus, mentre oggi i contagi sono più facili e “farla franca” è quasi impossibile. Tra le patologie tipicamente invernali c’è la scarlattina, molto comune, ma curabile efficacemente con gli antibiotici. L’importante è diagnosticarla presto.
Cos’è la scarlattina
La scarlattina è una delle malattie esantematiche dei bambini, quelle cioè che hanno vari sintomi e, in particolare, l’esantema, cioè un’eruzione cutanea. A differenza di tutte le altre (morbillo, rosolia, varicella, etc.), la scarlattina non è causata da un virus, ma da un batterio. Il “colpevole” è lo Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA) che, a sua volta, produce una tossina responsabile dell’esantema e degli altri disturbi.
La scarlattina colpisce più frequentemente i bambini tra i 5 e i 15 anni, mentre è abbastanza rara al di sotto dei 2 anni (anche se questo non significa che non possa verificarsi). C’è da dire però che, essendo contagiosa, la scarlattina si attacca agli adulti. Attenzione quindi se avete bimbi malati in casa.
Come avviene il contagio
Il contagio della scarlattina avviene per via aerea, quindi attraverso le goccioline di saliva del bambino che è ammalato oppure è portatore sano del batterio (ci sono piccoli che, pur avendo lo Streptococco, non manifestano mai sintomi). Uno starnuto o un colpo di tosse quindi possono diventare veicolo per la scarlattina. I luoghi chiusi e le comunità (asili nido, scuole, caserme etc.) sono, per ovvi motivi di promiscuità, quelli in cui è più semplice contagiarsi.
La stagione di massima diffusione della malattia è l’inverno, seguita dalla primavera.
Quante volte si può prendere la scarlattina?
La scarlattina si può riprendere più di una volta. Contrariamente ad altre patologie come il morbillo o la varicella, non garantisce immunità. Quindi, è possibile riammalarsi. Tra l’altro, un vaccino per la scarlattina non esiste.
Periodo di incubazione della scarlattina
Per incubazione si intende il tempo che intercorre tra l’esposizione all’agente patogeno (in questo caso lo Streptococco beta emolitico di gruppo A) e la comparsa dei primi sintomi. Per la scarlattina, l’incubazione è abbastanza veloce: 2-5 giorni. La malattia è contagiosa fino alle 24 ore successive all’inizio della terapia antibiotica. Se non si esegue questo trattamento, può rimanerlo per 2-3 settimane.
Sintomi scarlattina
I sintomi della scarlattina si manifestano improvvisamente. Il primo è la febbre, che può essere anche elevata, fino a 39-40 °C. Spesso è accompagnata da brividi, talvolta da mal di testa, nausea e vomito. Nel giro di 12-48 ore compare l’esantema che ha delle caratteristiche particolari. Le macchie da scarlattina sono rosse, molto piccole, leggermente rilevate e attaccate tra loro. Passandovi sopra una mano, avvertite una sensazione ruvida, tipo carta vetrata.
L’esantema della scarlattina si presenta prima nell’inguine e nelle ascelle, per diffondersi al tronco, alle braccia, alle gambe e al resto del corpo. Un classico segno è la cosiddetta maschera scarlattinosa: le guance dei bambini sono molto arrossate, cosa che contrasta con il pallore del naso e della zona attorno alla bocca. L’esantema provoca prurito e dura circa 3-4 giorni, poi la pelle – soprattutto delle mani e dei piedi – si desquama.
Altri sintomi tipici della scarlattina sono l’arrossamento della faringe con conseguente mal di gola e l’ingrossamento dei linfonodi del collo. Inizialmente la lingua è ricoperta da una patina biancastra, successivamente diventa rossa e con le papille rialzate. Non a caso si parla di lingua a fragola della scarlattina.
Esiste una forma di scarlattina senza febbre o con sintomi sfumati, ad esempio con un esantema leggero, oppure addirittura assenti. In questo caso si parla di “scarlattinetta”.
Quali sono le complicanze?
Se non viene curata in modo adeguato e in fretta, la scarlattina potrebbe causare delle complicanze a carico di cuore, reni, fegato o articolazioni. Ad esempio potrebbero subentrare otiti, sinusiti o polmoniti. Due complicanze immunologiche tardive sono la malattia reumatica o la glomerulonefrite acuta post-infettiva.
Diagnosi
Talvolta i sintomi della scarlattina possono essere confusi con quelli di altre infezioni (ad esempio, la mononucleosi) perché sono molto simili. Anche i farmaci, ad esempio alcuni antibiotici, hanno tra i loro effetti avversi un rash cutaneo che somiglia a quello della scarlattina.
La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica. Potrebbero essere necessari alcuni esami di laboratorio che evidenzieranno lo stato infiammatorio in atto (indici di flogosi, globuli bianchi etc.). Il tampone faringeo dà la conferma definitiva. In considerazione del fatto che la scarlattina è molto diffusa, ormai parecchi pediatri si sono attrezzati con tamponi “rapidi” da eseguire direttamente nei loro ambulatori, in modo da avere una risposta ancora più veloce e iniziare tempestivamente la cura.
Rimedi scarlattina
Come curare la scarlattina nei bambini è presto detto. La terapia consiste nella somministrazione di un antibiotico per 10 giorni. Finora l’amoxicillina non ha provocato resistenze e quindi è molto efficace contro lo Streptococco beta emolitico di tipo A. L’effetto è immediato. Di conseguenza, il rientro a scuola dopo la scarlattina può essere previsto 24-48 ore dopo la prima dose di antibiotico.
Oltre ai farmaci e a tante coccole che non bastano mai, fate riposare il piccolo e offritegli liquidi per restare idratato. Per abbassare la febbre, solo su consiglio del pediatra, si utilizzano prodotti a base di paracetamolo o ibuprofene.
Come alleviare il prurito della scarlattina?
L’esantema della scarlattina causa prurito, un sintomo molto fastidioso per i bambini che fanno fatica a resistere e non grattarsi. Eppure, è fondamentale non farlo. Anche il banale sfregamento della pelle va evitato per non aumentare l’infiammazione cutanea. Quando lavate il bambino, non usate saponi o bagnoschiuma aggressivi.
Il bagnetto può essere un buon metodo per alleviare il prurito. Aggiungete all’acqua tiepida bicarbonato, avena o amido di riso, che riducono lo stato infiammatorio e leniscono la pelle. Con un panno di lino o di cotone morbido, potete fare degli impacchi con olio alle mandorle dolci oppure d’oliva, sempre senza sfregare.
Nei casi più seri e quando il bambino è sofferente per il prurito, il pediatra potrebbe prescrivere creme idratanti con antistaminici o cortisonici.
Cosa dare da mangiare ai bambini con scarlattina?
Il mal di gola scatenato dalla scarlattina può rendere dolorosa la deglutizione e i bambini potrebbero quindi mostrarsi piuttosto inappetenti. Cercate di assecondare i loro desideri, soprattutto per fare in modo che non rimangano a lungo digiuni, anche perché devono prendere l’antibiotico.
Prediligete alimenti leggeri e mai troppo caldi e proponeteli in modo che siano facili da mandar giù, senza accentuare il dolore alla gola. Frutta e verdura per esempio potrebbero essere trasformati in frullati, centrifughe o minestroni, le patate e le carote in purè. Via libera ai cereali, a carni e pesci magri (anche sotto forma di omogeneizzati nella peggiore delle ipotesi), ai formaggi freschi, alle uova, alle minestre. Meglio evitare invece tutto ciò che può appesantire l’organismo, che già è sotto sforzo per combattere l’antipatico batterio.
Prevenire la scarlattina
Prevenire la scarlattina si può? Abbiamo già accennato al fatto che non c’è un vaccino, ovvero l’arma più utile per controllare la diffusione di alcune patologie. È quindi intuibile che la prevenzione a monte è complicata. Chiaramente qualcosa si può fare dopo che il bambino si ammala per ridurre il rischio di contagio.
La prima buona regola suggerita dall’Istituto Superiore della Sanità è evitare i contatti con altre persone. Quindi niente scuola (o lavoro, se la “vittima” della scarlattina è un adulto). Utile poi coprire naso e bocca quando si tossisce o starnutisce e buttare i fazzoletti utilizzati. Importantissimo poi lavare accuratamente le mani e non condividere asciugamani, lenzuola, utensili da cucina e oggetti personali con i soggetti malati.
Scarlattina in gravidanza
Alcune malattie infettive in gravidanza sono molto pericolose sia per la futura mamma che per il bambino. Tre esempi sono la rosolia, la toxoplasmosi e il Cytomegalovirus. La scarlattina invece non rientra in questo elenco. Ad oggi infatti non ci sono evidenze scientifiche di danni al feto. Se però la diagnosi viene fatta subito dopo il parto, è probabile che l’antibiotico sia somministrato anche al neonato per precauzione. E a proposito di cautela: è opportuno che, per quanto possibile, le donne incinte non stiano a contatto con le persone malate.
Fonti:
Istituto Superiore della Sanità
Ministero della Salute
Società Italiana di Pediatria
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.