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Donna aspira muco per raffreddore nei bambini
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Alzi la mano chi in questo momento ha un figlio con il raffreddore. Sicuramente sono parecchi. Complici gli sbalzi di temperatura del periodo autunnale e il diffondersi dei virus che lo causano, questo disturbo è uno dei più frequenti in età pediatrica. Ma non risparmia neppure gli adulti (talvolta contagiati proprio dai più piccoli).

I sintomi del raffreddore sono abbastanza sgradevoli, anche se per fortuna scompaiono abbastanza velocemente. Che fare dunque per combatterli? E, in particolare, come liberare il naso chiuso dei più piccolini? Vediamo insieme quali sono i rimedi.

Cos’è il raffreddore

Il raffreddore è un disturbo di origine virale che interessa le alte vie respiratorie, cioè il naso e la faringe. Non è un problema grave, ma può essere più antipatico da trattare se coinvolge le basse vie respiratorie, cioè la trachea, i bronchi e i polmoni. In questo caso, spesso occorre intervenire con terapie farmacologiche specifiche, per esempio gli antibiotici.

Il raffreddore è molto contagioso: basta il contatto con le goccioline di saliva (ad esempio per uno starnuto) e… il gioco è fatto! Ecco spiegato dunque perché, in media, i bambini lo prendono 6-10 volte in un anno, mentre gli adulti da 2 a 4 volte.

Cause del raffreddore nei bambini

I virus responsabili del raffreddore sono moltissimi: pensate che sono più di 200. Questo spiega quindi perché sia così semplice ammalarsi. L’autunno e soprattutto l’inverno sono le stagioni in cui ne circola la quantità maggiore. I luoghi chiusi (scuola, asili, cinema, palestre…) sono quelli in cui è più facile che avvenga il contagio.

I virus più diffusi sono rhinovirus, virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, il virus respiratorio sinciziale. Anche il coronavirus, con cui da quasi 3 anni siamo costretti a fare i conti, ha il raffreddore tra le sue manifestazioni tipiche.

Sintomi del raffreddore nei bambini

I sintomi del raffreddore nei neonati e nei bambini sono molteplici. Non è detto che si presentino tutti, ma quelli “classici” sono:

  • Congestione nasale (naso chiuso).
  • Rinorrea (naso che cola, con secrezioni diverse, dal muco liquido e trasparente a quello denso e giallo/verde).
  • Starnuti.
  • Mal di testa.
  • Inappetenza.
  • Stanchezza.
  • Malessere generale.
  • Febbre (in genere, se c’è non è particolarmente elevata).

Di solito i sintomi del raffreddore non sono gravi e non devono destare preoccupazione. Vanno però monitorati per evitare che il raffreddore possa trasformarsi in qualcosa di più impegnativo, ad esempio l’otite, molto dolorosa per i bimbi, o la sinusite. Il pediatra va contattato anche in caso di tosse o di febbre alta.

Perché il naso chiuso dà fastidio?

Tra i sintomi del raffreddore, uno dei più noiosi per i bambini sicuramente è il naso chiuso. La congestione nasale è già una bella seccatura per noi adulti, figuriamoci per i più piccini che non sono capaci di soffiare il naso per cercare di liberarlo.

Il naso chiuso dà fastidio per vari motivi. Innanzitutto non fa dormire bene perché la posizione orizzontale aggrava la sensazione di costipazione. E se un bimbo non dorme, non lo fanno neppure i suoi genitori!

La congestione nasale impedisce anche di alimentarsi bene. Succhiare dal seno o dal biberon potrebbe infatti essere molto difficoltoso, così come usare il ciuccio. Inoltre, è causa di nervosismo nei bambini e può evolvere in disturbi peggiori, ad esempio il mal d’orecchio.

Raffreddore del neonato

Anche se i neonati vengono al mondo con le “scorte” di anticorpi passati dalla mamma, il loro sistema immunitario è ancora piuttosto vulnerabile. Quindi, anche un piccolino di poche settimane o di qualche mese può raffreddarsi. Non bisogna certamente allarmarsi subito, ma la situazione va tenuta sotto controllo, in particolare prima dei 6 mesi di vita.

Nei più piccoli il rischio è quello della bronchiolite, una patologia virale che colpisce in particolare sotto i 2 anni e che può provocare difficoltà respiratorie importanti. Tra i sintomi della bronchiolite ci sono febbricola, rinite, tosse insistente, dispnea, aumento della frequenza respiratoria.

In caso di raffreddore nei neonati, bisogna fare attenzione che riescano ad alimentarsi bene. Se ciò non avvenisse potrebbero andare incontro alla disidratazione, che nei piccoli non va assolutamente sottovalutato. Un neonato disidratato potrebbe anche avere bisogno del ricovero in ospedale.

Quanto dura il raffreddore

Se non subentrano complicanze, solitamente il raffreddore dura 3-4 giorni, massimo una settimana.

Rimedi per raffreddore

Non esiste una terapia vera e propria per il raffreddore. Più che altro si devono monitorare i sintomi, con l’obiettivo di evitare che possano peggiorare o evolvere verso qualcosa di più impegnativo. Qualche consiglio su come curare il raffreddore nei bambini:

  • Non dare farmaci a meno che non li prescriva il pediatra. Specialmente con i neonati evitate il fai da te, anche per quanto riguarda per esempio l’aerosol: chiedete sempre un parere al vostro medico di fiducia. In caso di raffreddore, gli antibiotici non servono a nulla: vengono prescritti soltanto se c’è una sovrainfezione batterica.
  • Fate bere tanto il vostro bambino, soprattutto acqua e bevande tiepide. Idratano, sciolgono il muco e servono a ripristinare eventuali perdite di liquidi causate dalla febbre o dalla tosse.
  • Riposo e tante coccole. Se il bimbo frequenta il nido o va a scuola è meglio tenerlo a casa per qualche giorno. Non deve necessariamente stare a letto, ma meglio non “scalmanarsi”.
  • Umidificate l’ambiente. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, l’aria secca in casa non è affatto sana. Aumenta la congestione nasale e la tosse, se c’è. Un umidificatore invece fa alzare i livelli di umidità, cosa che migliora i sintomi del raffreddore.
  • Tenere il naso pulito. Questa è forse la regola principale da tenere in considerazione quando c’è un bimbo raffreddato. Liberare il naso dal muco è importante soprattutto quando il piccolo non è ancora capace di soffiare (in genere, imparano verso i 3 anni). Ma è consigliabile in ogni caso perché accelera il processo di guarigione. Come farlo? Ci sono parecchi modi, dai lavaggi agli aspiratori nasali.

Gli aspiratori nasali

Gli aspiratori nasali sono il metodo migliore per liberare il naso ai bambini. Come suggerisce il loro nome, servono ad aspirare il muco dalla cavità nasale. Ne esistono due tipi: manuale (a bocca o a pompetta) o elettrico. Il secondo modello è sicuramente il più comodo ed efficace.

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  • Design adatto ai bambini. I nostri cuccioli non sono in grado di capire l’importanza della pulizia del naso e spesso vivono questo momento con forte stress. La bella forma di Nosiboo Pro2 è stata pensata per distrarli e consentire ai genitori di aspirare il muco con tranquillità.
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Nosiboo Pro2 per neonati

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