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Una volta venivano definite le classiche “malattie dei bambini”. Puntini sparsi, febbre, malessere hanno colpito chissà quante di noi da piccole, probabilmente insieme ai nostri fratelli o sorelle. Contagio inevitabile! Con l’avvento dei vaccini e, in particolare, con la loro recente obbligatorietà, molte delle tipiche malattie esantematiche dei bambini si sono ridotte. E per fortuna: in realtà, non tutte sono così banali come pensavano le nostre nonne. Alcune complicanze possono essere pericolose. Per altre, invece, non esiste la vaccinazione e quindi è più facile che i nostri figli si ammalino. Facciamo un po’ il punto su varicella, morbillo, quinta e sesta malattia, rosolia e scarlattina. 

Vi proponiamo una sorta di scheda di queste malattie, il cui tratto comune è la comparsa di puntini o vescicole sulla pelle (esantema). Leggerete “tempo di incubazione”: si intende il periodo da quando si contrae la patologia a quando questa si manifesta. “Durata infezione” significa l’arco temporale in cui il bambino è contagioso. 

La varicella 

Tempo di incubazione: 14-21 giorni.

Durata infezione: da 2 giorni prima a 5 giorni dopo la comparsa delle vescicole.

Come riconoscerla: la malattia ha un esordio con malessere, esantema e febbre modesta. Le manifestazioni cutanee sono rosse e, nel giro di qualche giorno, si trasformano in vescicole piene di liquido trasparente. Contemporaneamente compaiono altre macule che danno vita al cosiddetto “esantema a cielo stellato”. Progressivamente, le vescicole si seccano e diventano croste che via via cadono. Se si infettano, possono lasciare cicatrici permanenti.

Cosa fare: consultare il pediatra per chiedere quali farmaci usare. Probabilmente consiglierà il paracetamolo per abbassare la febbre ed eventualmente un antistaminico in caso di prurito intenso. È opportuno tenere il bambino a riposo e lontano da donne in gravidanza che non hanno avuto la varicella. Trattandosi di una malattia contagiosa va avvisata la scuola. 

Vaccino: disponibile. 

Il morbillo. 

Tempo di incubazione: 7-12 giorni.

Durata infezione: da pochi giorni prima fino a 4 giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Come riconoscerlo: il morbillo si presenta con malessere generale, raffreddore, tosse, dolori e occhi che lacrimano. Successivamente compare la febbre e poi l’esantema. Le macchie sono rosse, tendono ad allargarsi leggermente, non danno prurito. Generalmente compaiono prima dietro le orecchie, per poi diffondersi al viso, al collo e al resto del corpo. Il bimbo appare sofferente, con tosse e febbre. La patologia dura circa una settimana. 

Cosa fare: tenete il bambino a riposo, facendogli bere molti liquidi. Chiamate il pediatra per la terapia della febbre e in caso vostro figlio sembri molto abbattuto. In caso di labbra secche, potete proteggerle con un unguento di vaselina. 

Vaccino: disponibile.

La sesta malattia (esantema critico)

Tempo di incubazione: 9-12 giorni.

Durata infezione: nei 3-4 giorni in cui c’è febbre elevata.

Come riconoscerla: la prima cosa che compare è la febbre alta, fino a 39-41°C. In genere, dura 3 giorni e può essere accompagnata da irritabilità, infiammazione alla gola, rinite. Al terzo giorno la febbre improvvisamente va via, ma compaiono le papule. Sono rosa e solitamente concentrate su corpo e collo. Poche sul viso e mai su mani e piedi. 

Cosa fare: trattandosi di una malattia di origine virale non c’è una terapia specifica. In genere, vengono solo usati farmaci per abbassare la febbre. Se il neonato è predisposto, la temperatura elevata può provocare convulsioni. Si tratta comunque di un evento non particolarmente frequente. 

Vaccino: non disponibile. 

La quinta malattia (megaloeritema infettivo)

Tempo di incubazione: variabile tra 1 e 20 giorni.

Durata infezione: è più infettiva nei giorni che precedono l’esantema. 

Come riconoscerla: si presenta con febbre e naso che cola (rinorrea). Un esantema rosso acceso può comparire sulle guance (somiglia all’impronta di uno schiaffo). Nei successivi 2-4 giorni ha l’aspetto di una ghirlanda sul tronco e gli arti (qui può rimanere a lungo anche se in forma leggera). Più comune nei bambini, ma può colpire anche gli adulti. 

Cosa fare: non esistono trattamenti particolari, anche perché nella maggior parte dei casi la patologia scompare da sola nel giro di poco tempo. Possono esserci complicanze per la donna in gravidanza che non sia immune. Chi è incinta quindi dovrebbe evitare il contatto con il bambino malato. 

Vaccino: non disponibile.

La rosolia

Tempo di incubazione: 14-21 giorni.

Durata infezione: da 7 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.

Come riconoscerla: la diagnosi della rosolia non sempre è facile. L’esordio può banalmente essere quello di un raffreddore. L’esantema compare in 1-2 giorni, prima sul viso per poi diffondersi. Sono macchioline piatte di colore rosa chiaro. Tra i sintomi si può notare un ingrossamento delle ghiandole del collo e dietro la nuca. Le condizioni generali del bambino in genere sono buone.

Cosa fare: abbassare la febbre, se si alza eccessivamente. Fate bere molto il piccolo. Evitare il contatto con donne incinte: se contratta in gravidanza e soprattutto all’inizio, la malattia può avere ripercussioni gravi sul feto. Ecco perché tra gli esami preconcezionali i medici prescrivono il Rubeo test per accertare se la futura mamma ha avuto o meno la rosolia. 

Vaccino: disponibile.

La scarlattina 

Tempo di incubazione: 3-5 giorni.

Durata infezione: se non trattata: dai primi segni di malattia fino a 2 settimane. Se viene iniziata la terapia antibiotica: il periodo infettivo è di circa 24 ore dall’inizio del trattamento. 

Come riconoscerla: il primo sintomo è la febbre, anche elevata, cui segue un esantema, localizzato specialmente sul tronco e a “carta vetrata”. Scompare in circa 3 giorni, lasciando la pelle desquamata. La lingua assume il caratteristico aspetto “a fragola”, cioè con puntini. Inoltre, è presente tonsillite e intenso arrossamento della gola.

Cosa fare: consultare il pediatra. Potrebbe prescrivere un tampone faringeo per scoprire l’eventuale presenza dello streptococco beta emolitico di gruppo A, il batterio responsabile della scarlattina. È necessario trattarla con un antibiotico per impedire le complicanze, come la glomerulonefrite, la malattia reumatica. La scarlattina è contagiosa, quindi il bambino deve evitare di andare a scuola almeno per 24-48 ore dall’inizio della terapia antibiotica. 

Vaccino: non disponibile. 

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.