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bambino in mezzo a detersivi per la casa
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Anche se sembra il luogo più sicuro del mondo, la propria casa può nascondere parecchie insidie per i nostri bambini e non bisogna mai abbassare la guardia pensando che tra le nostre stanze non possa accadere nulla di brutto. Purtroppo non è così e uno dei casi più gravi e purtroppo frequenti è costituito dal cosiddetto avvelenamento da prodotti domestici. Detersivi, saponi, materiali vari possono costituire un vero pericolo per i nostri piccini. Vediamo come evitarlo.

Finché abbiamo neonati il problema non si pone: stando in braccio, nel seggiolone o nella sdraietta il rischio di entrare in contatto con prodotti tossici è praticamente nullo. Il guaio è quando inizia la fase della scoperta, che coincide con il periodo in cui i piccini cominciano a gattonare oppure a camminare. E a mettere tutto in bocca. In questo momento mamme e papà devono tenere gli occhi molto più che aperti per evitare che il figlio possa farsi male o, peggio ancora, rischiare un avvelenamento da prodotti domestici.

I prodotti che provocano intossicazione

Detersivi e company sono una delle principali cause di ricorso ai centri antiveleni, oltre che ai pronto soccorso per incidenti avvenuti in casa. Ecco l’elenco delle sostanze che più spesso provocano un’intossicazione:

  • caustici;
  • insetticidi;
  • detersivi;
  • prodotti vari come fertilizzanti per le piante, alcol, farmaci, essiccanti, palline di naftalina etc.;
  • pile;
  • termometri (in particolare quelli vecchi a mercurio);
  • solventi, vernici, materiali di cancelleria (meno di frequente).

I caustici sono i più pericolosi perché, come suggerisce il loro nome, hanno il potere di bruciare e corrodere ciò con cui entrano in contatto, quindi anche i tessuti, la pelle, le mucose e via di seguito. Rappresentano quindi il pericolo numero 1 per avvelenamento da prodotti domestici.

Avvelenamento da prodotti domestici: chi colpisce e quando

Quali sono le fasce di età più a rischio per questi incidenti? Sono coinvolti più spesso bambini dai 12 ai 36 mesi e, seppur in misura minore, quelli di età compresa tra 3 e 6 anni. In età scolare, le intossicazioni di questo tipo si riducono sensibilmente perché cresce la consapevolezza del pericolo. Un bimbo piccolo invece, che tendenzialmente porta tutto in bocca anche per il gusto della scoperta, potrebbe facilmente “assaggiare” una pastiglia per la lavastoviglie (hanno anche colori accattivanti) o prendere un sorso di candeggina come se bevesse da un biberon. Con conseguenze potenzialmente mortali.

Statisticamente i maschi sono più soggetti ad avvelenamento da prodotti domestici rispetto alle femmine. La maggior parte di questi incidenti avviene tra le 9 e le 23 con due picchi: tra le 11 e le 14 e tra le 18 e le 21. Questi orari confermano la tendenza generale degli infortuni in casa, che solitamente si verificano in prossimità degli orari dei pasti o durante la loro preparazione.

Le cause dell’avvelenamento da prodotti domestici

Due sono le cause principali:

  1. l’abitudine di riporre detersivi e altre sostanze pericolose in luoghi facilmente accessibili ai bambini;
  2. il travaso di prodotti tossici in bottiglie anonime o originariamente destinate ad altro uso, come ad esempio quelle di acqua.

Nella maggior parte dei casi il prodotto viene ingerito. L’ingestione è la via più pericolosa perché la sostanza entra subito in contatto con tessuti e mucose e viene assorbita più velocemente dall’organismo, provocando danni seri. Meno comuni sono i casi di inalazione, causati per lo più dall’esposizione a “cocktail” di detersivi.

Cosa fare per prevenire l’avvelenamento da prodotti domestici

Ovviamente non vanno mai persi di vista i nostri piccoli esploratori? La prima regola sembra banale, ma spesso non ci riflettiamo abbastanza: riporre qualunque sostanza nociva per i bambini al di fuori della loro portata può salvargli la vita. Niente mobiletti bassi o ripostigli dove possono arrivare facilmente. Prendete il massimo delle precauzioni: i nostri figli possono sorprenderci arrivando anche dove non avevamo mai pensato che potessero arrivare.

Sì quindi a mensole o stipetti alti, armadi chiusi o collocati dove il piccolo non va da solo (ad esempio sul balcone). Oltre che con detersivi, solventi, alcol e tutto il resto, fatelo anche con i farmaci: un blister di pillole colorate può far pensare che siano appetitose caramelle… Non lasciateli mai neanche sul comodino della stanza. Inoltre, evitate di mettere vicini prodotti tossici e alimentari o bevande, così come è meglio evitare di travasare liquidi pericolosi in bottiglie di acqua (l’acquaragia, ad esempio, non si distinguerebbe: è trasparente come l’acqua normale).

Come intervenire in caso di avvelenamento

Cosa fare se invece il nostro bambino mette in bocca una sostanza nociva? Fondamentale è non farsi prendere dal panico, anche se ovviamente non è facile. Immediatamente ci si deve recare al pronto soccorso portando con sé il prodotto ingerito, anche se non ci sono sintomi particolari. Se la struttura di emergenza è lontana, chiamate il 118 oppure un centro antiveleni. A meno che non ve lo dicano dal centro antiveleni, non provocate il vomito: potrebbe peggiorare le cose. A differenza di ciò che spesso si sente dire in questi casi, non somministrate latte: i grassi favoriscono l’assorbimento di alcune sostanze tossiche.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.