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neonata dorme in braccio alla mamma
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Durante la gravidanza vi sarà certamente capitato che qualcuno vi abbia detto qualcosa tipo “Approfittane e dormi adesso, perché appena nasce te lo scordi. Vedrai che nottate…”. Un bell’incoraggiamento, non c’è che dire, considerate le già tante ansie che inevitabilmente vi trovate a vivere. In realtà non è detto che non dormirete più: il sonno dei neonati può riservarvi qualche piacevole sorpresa, a dispetto di chi vi fa “terrorismo psicologico”. I piccini infatti dormono molto più di quanto si pensi. Con qualche inevitabile eccezione che non possiamo negare…

Insieme all’alimentazione dei primi mesi, sia che si tratti di allattamento al seno che artificiale, questo è un aspetto cruciale che i neogenitori sono chiamati ad affrontare e, non a caso, è una delle questioni per cui si consultano più spesso i pediatri. Andiamo dunque alla scoperta del sonno dei neonati, per capire quanto e come dormono questi piccini appena nati.

Il sonno dei neonati nei primi giorni di vita

Avete una vaghissima idea di che razza di shock sia per il vostro bambino venire al mondo? Se ne stava bello accucciato nella pancia, al calduccio, cullato e confortato dal vostro battito cardiaco. E improvvisamente: finiscono le 40 settimane o giù di lì e viene “sfrattato“. Qualunque sia il tipo di parto con cui viene al mondo, il neonato è molto stanco e tende a dormire quasi senza soste. E ci si chiede: ma non dovevamo star svegli h24?! Che c’è che non va? Proprio nulla. Ma non cantate vittoria.

Dopo 24-48 ore infatti le cose cambiano: con ogni pianto il piccino manifesta la sua necessità di essere attaccato al seno, cosa che soprattutto all’inizio capiterà molto spesso, almeno fino a quando il latte non raggiungerà la formulazione migliore per lui. Un’esigenza che va rispettata e che non deve far gridare “oddio, ha scambiato il giorno per la notte!”.

Tenete invece bene a mente una cosa. Il mancato rispetto dei suoi ritmi naturali nei primi giorni di vita può comportare futuri problemi legati al sonno. Ad esempio, a meno che non ci siano specifiche ragioni mediche, il neonato non va mai svegliato, neppure per mangiare. Se non ve lo impone il pediatra, non fate questo errore. 

Quanto dormono i neonati nei primi mesi

Ecco la domanda a cui ogni mammina vorrebbe dare una risposta: quante ore dorme un neonato? Una valida per tutti però non esiste. Non ci sono infatti regole vere e proprie, anche se in genere il sonno dei neonati è abbastanza simile. Nel primo mese, il piccolino dorme in media 16-20 ore su 24, tra il giorno e la notte. Di solito alterna 3-4 ore di nanna e 1-2 di veglia. Di solito, ma non sempre.

Dopo un mese, il sonno dei neonati la notte potrebbe iniziare ad allungarsi, ma mettete in conto alcuni normalissimi risvegli per mangiare. Quanti? Dipende dal bambino. Il “minimo sindacale” per un neonato allattato a richiesta è 1-2, ma potrebbero essere molti di più. 

A 4 mesi alcuni neonati si fanno dormite notturne anche di 6 ore di fila, che salgono a 7 intorno ai 5 mesi, per un totale complessivo di circa 15 ore. Successivamente, le ore di sonno al giorno si riducono.

Come detto però non c’è un modello uguale per tutti: ogni bambino è unico e solo, quindi non fate troppi confronti con parenti e amiche. I tempi e le modalità del sonno dei neonati sono individuali e dipendono dal carattere del bambino, dalle sue abitudini, dalle relazioni con i genitori e dallo stile di vita generale della famiglia. Insomma, è una bella incognita. 

Le buone regole per il sonno dei neonati

Alcune regole sono importanti per garantire al vostro bimbo (e, di conseguenza, a voi genitori) dormite di qualità. Innanzitutto, siete voi che dovete adattarvi a lui e non viceversa: le sue esigenze devono essere soddisfatte con amore e pazienza. Compreso il bisogno di stare a contatto con la mamma. Nei primi mesi è veramente fondamentale per farlo sentire al sicuro e per creare un legame speciale. È un processo che si chiama bonding. 

Cambiate il luogo della nanna il giorno e la notte: col sole, non tappatevi in casa come se fosse mezzanotte, ma lasciate filtrare un po’ di luce e di rumori esterni. Tanto se deve dormire… dormirà. Ma intanto pian piano capirà che esistono luoghi e tempi differenti. 

E fin da piccolissimi cercate di avere una routine legata al sonno sempre uguale. Un esempio? Poppata, bagnetto e nanna oppure potete invertire i primi due. Sono accorgimenti che rimarranno nel tempo come buone abitudini e che favoriranno il sonno anche quando i bimbi cresceranno. Quando saranno più grandicelli un ruolo nel dormire lo svolgerà anche il cibo: alcuni alimenti infatti sono in grado di facilitarlo.

Dove fare dormire un neonato: culla o lettino?

Anche questo è uno dei dilemmi che attanagliano i genitori, soprattutto quelli alla prima esperienza e, quindi, alle prime armi. Dove facciamo fare la nanna al neonato: culla o lettino? In realtà, sono in molti a scegliere la terza ipotesi, cioè il bed-sharing, cioè dormire nel lettone con mamma e papà.

Culla per il neonato

La culla dà al neonato una piacevole sensazione di protezione perché è più raccolta e gli “ricorda” l’ambiente morbido e caldo del vostro utero. Va bene nei primissimi mesi, quando non è ancora in grado di stare seduto o muoversi con forza, così non rischia di cadere.

Deve avere imbottitura e rivestimenti soffici, traspiranti e facilmente lavabili. Il fondo dev’essere rigido e piatto, con un materassino sottile. Niente cuscino! E resistete alla tentazione di riempire la culla di teli, tendine o pizzi vari: servono solo a far passare meno aria e ad accumulare polvere, non a migliorare la nanna. Concesso solo una zanzariera leggera, se è estate o se vivete in campagna.

Le sponde devono essere alte a sufficienza per non far rotolare fuori il bambino, ma devono comunque permettergli di guardare fuori. Scegliete un modello di culla con le ruote, così da poterla spostare più facilmente in altre stanze.

Lettino per il neonato

Siete tra quelli che invece preferiscono direttamente il lettino? Benissimo. Ecco come comportarsi. La prima regola è quello di coprire le sponde del letto con dei paracolpi imbottiti. Badate che le sbarre, solide e ben fissate, siano distanti tra loro 6-7,5 centimetri: così il bambino non potrà attraversarle o restare incastrato. L’altezza deve essere minimo di 60 centimetri

Preferite una base con doghe in legno che assicura l’aerazione e la corretta postura della colonna vertebrale, e un materasso sufficientemente rigido: a molle, di crine o in lattice. Fate attenzione che tra questo e le sponde non rimangano più di 4 centimetri di spazio. I lettini da campeggio sono pratici, ma vanno utilizzati solo una tantum, magari per piccoli spostamenti fuori città: alla lunga, non fanno bene alla schiena dei neonati.

Se pensate di mettere il vostro piccolo nel lettino fin dall’inizio, cercate di diminuire la superficie a sua disposizione: è stato 9 mesi rannicchiato nel vostro pancione, ricreate per lui quell’ambiente magari collocando un cuscino da allattamento che lo accolga con amore.

Le fasi del sonno dei neonati 

Rispetto ad un adulto, il sonno dei neonati ha cicli più brevi e sebbene la fase REM sia più lunga, essa è anche più leggera. Dopo un’ora di sonno profondo, ad esempio, il neonato si agita, mormora, piange anche se non è ancora sveglio. Evitare di svegliarlo del tutto o di disturbarlo, toccandolo o facendo dei versi, è una possibile strategia per lasciare che il sonno continui. Le fasi REM molto lunghe dei primi periodi diminuiscono entro i due mesi di crescita; il neonato dorme meglio e più a lungo, arrivando a sei mesi a toccare fino le 8 o le 12 ore continuative (quando i genitori sono fortunati!).

Ecco le cosiddette fasi del sonno di Brazelton:

  1. Stato di sonno profondo: respiro regolare, profondo. Difficile svegliare il bebè. Non ci sono movimenti oculari sotto le palpebre e non risponde agli stimoli ambientali. È la fase del sonno in cui è possibile spostarlo senza svegliarlo! 
  2. Stato di sonno attivo e leggero: respirazione irregolare e superficiale, potrebbero essere presenti movimenti del corpo e del viso. È la fase in cui sogna. Reagisce agli stimoli ambientali anche di bassa intensità.
  3. Stato di transizione fra sonno e veglia (sia durante il risveglio che durante l’addormentamento): presenta attività fisica minima, respiro irregolare, occhi che si aprono e si chiudono ed è difficile capire se sia sveglio o addormentato. Può riprendere sonno da solo se non sollecitato da stimoli diretti o indiretti. 
  4. Stato di veglia quieta: respiro regolare ed è attento e ricettivo agli stimoli che lo circondano (volti, suoni e movimenti). Il bimbo è calmo e rilassato. 
  5. Stato di veglia attiva: si guarda intorno ma non guarda in faccia: ricerca un nuovo equilibrio, emette vocalizzi che possono portarlo al pianto. 
  6. Pianto: fase che indica che sono stati superati i suoi limiti di adattamento. Il bambino ha urgentemente bisogno di chi si prende cura di lui.

Pian piano imparerete a conoscere il sonno dei neonati. Nei momenti di passaggio, ad esempio da quello agitato a quello tranquillo, il piccolo potrebbe muoversi un po’, piagnucolare o lamentarsi. Questo non significa prenderlo subito in braccio perché potrebbe svegliarsi, mentre nella culla il sonno non si interromperebbe (è un errore classico dei neo genitori che, pensando di fare bene, peggiorano le cose).

Se invece il pianto è forte e continuo c’è qualcosa che non va: evitate di lasciare piangere il bambino a lungo. Si sentirà abbandonato e solo e non capirà perché nessuno lo asseconda. Avvicinatevi, accarezzatelo e parlategli dolcemente. Se proprio non basta, tiratelo su: potrebbe essere bagnato o affamato.

A proposito di pappa: all’inizio il bimbo chiederà il seno molto spesso, poi nel giro di 4-8 settimane gli intervalli tra una poppata e l’altra si allungheranno e il sonno si alternerà a momenti di veglia quieta.

Come devono dormire i neonati

C’è una sola risposta esatta a questa domanda: a pancia in su. È la regola basilare contro la “morte in culla”, un evento drammatico ma fortunatamente raro. Sono moltissimi gli studi scientifici che confermano questa tesi. La posizione supina può veramente salvare la vita a un neonato. 

Non esagerate con le coperte e neanche con l’abbigliamento: il bimbo non deve sentire troppo caldo. Inoltre, non mettete nulla nel letto: no ai peluche e ai cuscini. Possono diventare davvero pericolosi. 

Come fare addormentare un neonato

Anche qui spazio all’improvvisazione di mamme e papà! Ci sono neonati che vogliono essere cullati in braccio, altri portati in giro per casa col passeggino o addirittura in macchina, bimbi che preferiscono addormentarsi da soli e che non amano il contatto quando devono fare la nanna, altri ancora che vogliono toccare i capelli e così via. Il modo per addormentarli quindi dipende dal loro modo di essere. 

Su una cosa però siamo piuttosto convinte: alcuni metodi andrebbero evitati. Uno su tutti: far piangere il piccolo fino allo sfinimento, fino a crollare e addormentarsi. C’è una vera e propria teoria che si fonda su questo principio, con tanto di pubblicazioni. Ma proviamo a metterci nei panni del neonato. Immaginiamolo disperato a piangere, senza essere preso in braccio e senza capire cosa stia succedendo. Ma davvero riuscireste a lasciarlo nel lettino senza intervenire? Secondo noi no! 

Il massaggio

Ideale poi è un massaggio: bastano 5-10 minuti di carezze, sfioramenti e frizioni delicate su tutto il corpo per favorire il sonno dei bambini e alleviare le loro tensioni (non pensate che non ne abbiano solo perché sono piccolissimi). Il massaggio libera endorfine, che hanno un’azione calmante e antidolorifica. Va quindi benissimo in caso di coliche.

Prima di fare il massaggio, lavatevi bene le mani, ungetele con qualche goccia di olio d’oliva o di mandorle dolci e fatele scorrere dolcemente sul corpo del bambino.

Il rituale della nanna

Dedicate al rito della nanna un po’ di tempo: ognuna di noi alla sera è distrutta, ma non abbiate fretta. Se dai 2-3 mesi riuscite a ritagliarvi mezzora per questo compito, riuscirete a mettere a letto il bimbo senza capricci. La routine è importante. Un esempio è bagnetto-cena-nanna, rispettando gli orari. Prima di andare a letto, salutate insieme il papà, il micio o il cane di casa, la luna fuori dalla finestra, il peluche preferito e i giochi che gli hanno fatto compagnia di giorno: nella sua fantasia capirà che tutti vanno a dormire.

Mettetelo nel lettino o nella culla prima che sia completamente addormentato, così da rendersi conto dove si trova, e poi cantate una ninna nanna o raccontate una storiella.

Il diario della giornata

In generale, la crescita (come mettere i dentini) o i problemi stagionali (raffreddori e simili) aggiungono delle difficoltà temporanee al sonno dei neonati. Soprattutto in questi casi, ma sarebbe auspicabile seguire sempre questo schema, i genitori dovrebbero tenere un diario della routine del proprio piccolo in modo da memorizzare le abitudini familiari. Una volta create e gestite in maniera più o meno regolare, diventa più facile aiutare il neonato a dormire bene e più a lungo.

Lontano dall’idea di un planning giornaliero in perfetto stile manageriale e con puntualità tedesca, gli appunti presi servono semplicemente a (man)tenere un ritmo delle attività riguardanti il bimbo ed il mondo che gli sta attorno. Gli “eventi” si ripetono così sempre nello stesso ordine senza la necessità maniacale di guardare l’orologio: allattamento, cambio pannolino, uscita per una passeggiata, bagnetto e così via. Se emerge ad esempio la necessità di fare la spesa di mattina e se il piccolo fa volentieri un pisolino mattutino, non ha senso costringerlo ad alterare questa abitudine; meglio posticipare la spesa evitando così un turbamento che lo renderebbe irrequieto.

Come far addormentare i bambini più grandi

Quando i nostri figli crescono hanno una tale energia da non voler mai andare a dormire: verso i 2 anni (in piena fase del “no”) agevolare il sonno dei bambini può essere più complicato. Idem quando sono ancora più grandi e pensano di essere super eroi che non si stancano mai. In realtà, la ritualità è importante a tutte le età, ma se le difficoltà sembrano insormontabili possiamo cercare delle alternative, ad esempio con dei rimedi naturali.

La naturopatia

“La naturopatia ha un approccio costituzionale e va sempre a ricercare la causa dei disturbi – dice Rosanna Pilia, esperta di Naturopatia integrata, Iridologia e Micoterapia -, quindi il primo passo è capire il motivo per cui il bambino ha problemi a dormire, e si interviene sulle cause: emozioni, paure, alimentazione, dentizione, carenze, abitudini errate, troppa tensione. Chiaramente, ci sono diversi approcci e rimedi che possono anche essere usati in modo sintomatico. I bambini in salute hanno molta reattività e spesso basta davvero poco per aiutarli: le piante rilassanti, le vitamine naturali, i minerali giusti, i probiotici per un intestino che produce neurotrasmettitori, ma anche la floriterapia, gli oli essenziali ed i sali di Schussler. Ci sono rimedi che possono essere adottati fin dai primissimi mesi, altri dopo i tre anni. Per i bimbi preferisco prodotti senza alcol ad estrazione idroenzimatica, in gocce dosabili in base al peso e gradevoli anche nel gusto, che contengono piante efficaci come tiglio, luppolo, passiflora, lavanda, escolzia, biancospino”.

Si possono dare tisane ai bambini?

Le tisane possono essere una valida idea, anche se non si deve fare di testa propria. “Le tisane utili – sottolinea Rosanna Pilia -, sempre non zuccherate, possono essere somministrate fin dai primi mesi, dalla classica camomilla, al tiglio, al finocchio se sono le colichette a disturbare il sonno. Anche dare mix di minerali o sali tissutali, prima di dormire, aiuta a svolgere durante la notte la naturale funzione regolatrice, riparatrice, rigeneratrice, detossificante. Esistono prodotti ben bilanciati, da sciogliere in acqua, graditi a grandi e piccini; per le dosi occorre però il consiglio del professionista, che farà una scelta mirata e personalizzata, per non creare appesantimenti renali”.

Difficoltà a dormire e alimentazione

Avete mai pensato che le difficoltà del sonno dei bambini possano dipendere anche dall’alimentazione? Capita anche agli adulti di avere una nottataccia se si mangia troppo o male, quindi figuratevi nei più piccini. Per facilitare il sonno dei bambini servono quindi anche degli “aggiustamenti” a tavola.

“Sembra banale – afferma la naturopata -, ma i nostri bambini sono iper alimentati, ma ipo-nutriti, ossia mangiano molto, ma abbondano di cibo non sano, con pochi nutrienti. Iperattività diurne e sonno disturbato sono imputabili al cibo che mangiano, quindi eliminare o ridurre drasticamente lo zucchero, ad esempio, rende i bimbi meno nervosi. Diminuire dolci, merendine, pane, pizza, ed incrementare il consumo di frutta e verdura, frutta secca, frullati con latti vegetali e frutta fresca, dolcetti crudisti a base di frutta e semi, garantirà oltre al buon sonno, anche più salute. Limitare latte e formaggi regala meno muco che occlude le vie respiratorie, altro motivo di disturbo del sonno”.

No al fai da te

Attenzione ad un ultimo importante aspetto: non prendete mai iniziative autonome. Non è detto che naturale sia sinonimo di sano, soprattutto se si tratta di neonati e bambini. Meglio affidarsi a chi è veramente preparato. “In caso di dubbio, il parere di un esperto è sempre preferibile – raccomanda Rosanna Pilia -: anche i cibi possono avere controindicazioni o interazioni con farmaci o integratori. Alcuni rimedi invece, come alcuni oli essenziali, possono causare nel neonato broncospasmo o convulsioni (eucalipto e menta), quindi non ci si improvvisa”.