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Allattamento in gravidanza
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Scoprire una nuova gravidanza quando si ha già un bimbo piccolo che ancora viene allattato, spesso pone le donne in attesa in una situazione di forte dubbio: si può continuare ad allattare in gravidanza? Il mio latte cambierà? Potrei avere dei problemi o potrebbe averne il feto?

A questi e altri interrogativi proveremo a rispondere in modo da fornire informazioni complete ed esaustive su questa pratica oggi non solo sdoganata ma anche, in assenza di problemi, incoraggiata dai professionisti della salute.

Quando si è incinta si può allattare?

La risposta a questa domanda è sì. Nonostante quanto sostenuto fino a non molto tempo fa, non vi è alcuna evidenza scientifica secondo la quale allattamento e gravidanza non possano coesistere.

Anzi, i risultati degli studi scientifici svolti in merito, attestano che allattare in gravidanza non aumenta alcun rischio significativo per il feto né per la donna incinta: il suo corpo è perfettamente in grado di sostenere l’allattamento del bambino già nato e di fornire i nutrienti necessari allo sviluppo del fratellino o sorellina in arrivo.

Il consiglio è ovviamente sempre quello di confrontarsi col proprio medico ginecologo qualora si desiderasse allattare e concepire un altro figlio, tenendo presente che esistono casi specifici in cui i medici sconsigliano di proseguire con l’allattamento in gravidanza, come vedremo più avanti.

Ci sono problemi se si allatta in gravidanza?

Su questo argomento si è espresso nel 2014 il ministero della Salute; il Tavolo TecnicoOperativo Interdisciplinare per la Promozione dell’Allattamento al Seno ha infatti concluso che allattare in gravidanza è una buona abitudine esente da rischi per il feto, la madre e il lattante.

Tali conclusioni sono emerse in base ad alcune evidenze relative alla situazione sociale e sanitaria favorevole del nostro Paese, nello specifico:

  • in Italia, in quanto Paese industrializzato, non è presente un aumento del rischio di ritardo di crescita intrauterina (IUGR) né sussistono problemi relativi alla malnutrizione della madre;
  • nessuno studio scientifico ha accertato la correlazione fra allattamento in gravidanza e comparsa di contrazioni uterine che possano portare a parto prematuro;
  • non ci sono ricerche che dimostrino un maggior pericolo di aborto spontaneo se la mamma dovesse continuare ad allattare in gravidanza.

Il latte materno cambia in gravidanza?

A causa delle inevitabili alterazioni ormonali che avvengono nel corpo della gestante, in particolare per l’aumento di progesterone ed estrogeni, il latte materno può subire dei cambiamenti nella sua composizione. Può capitare anche di osservare una diminuzione della sua produzione, ma tale evenienza può essere fronteggiata con una sana e completa alimentazione da parte della mamma.

Questo cambiamento del latte materno può interferire con la crescita al lattante? No, proprio grazie alla possibilità di mantenere una dieta sostanziosa ed equilibrata. Tenete presente, inoltre, che un bambino viene nutrito al seno in maniera esclusiva per un periodo di tempo limitato, in genere sei mesi, dopo di che si dà inizio allo svezzamento; dunque, la sua alimentazione non dipenderà più solamente dal latte della mamma.

Cosa mangiare quando si allatta in gravidanza?

A proposito di dieta sana e bilanciata, per una coesistenza positiva di allattamento e gravidanza è sicuramente indicato un aumento dell’apporto calorico. Quindi, sempre sotto stretto controllo medico, via libera ad alimenti proteici, a latte e latticini, alla frutta e alla verdura, senza dimenticare l’importanza dei sali minerali e di una buona idratazione.

Quando interrompere l’allattamento in gravidanza

Come già accennato, esistono delle circostanze in cui medici e professionisti sanitari preferiscono sconsigliare di proseguire con l’allattamento in gravidanza, più che altro per motivi precauzionali allo scopo di salvaguardare il benessere di mamma e nascituro; questi casi sono:

  • minaccia conclamata di parto pretermine;
  • poliabortività o precedente parto prematuro;
  • stato di salute non ottimale o malnutrizione della madre, dovuta ad esempio a malattie da malassorbimento (come la celiachia);
  • gravidanza gemellare;
  • IUGR (restrizione della crescita fetale) grave.

Quante probabilità ci sono di rimanere incinta quando si allatta?

Affrontiamo ora un aspetto diverso di questo argomento, ma in qualche modo connesso con quanto scritto fin qui. È purtroppo convinzione ancora oggi molto diffusa che sia impossibile rimanere incinta durante l’allattamento. I ginecologi dovrebbero invece mettere in guardia le mamme che allattano, spiegando che l’allattamento al seno non rappresenta in alcun modo un metodo contraccettivo.

È vero che in fase di allattamento materno esclusivo la produzione di prolattina è talmente alta da contrastare l’ovulazione, impedendo, in teoria, il concepimento, ma questo rende semplicemente improbabile l’avvio di una gravidanza, non impossibile. La verità è che non possiamo sapere quando l’ovulazione post-parto avrà luogo, dunque perché rischiare?

Alla luce di questo, se non si desidera rimanere incinta durante l’allattamento è bene adottare metodi contraccettivi efficaci, sicuri e compatibili; il ginecologo saprà certamente indirizzarvi verso la contraccezione che più si confà alle vostre esigenze.

Fonti

Ministero della Salute (Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare per la Promozione dell’allattamento al Seno)

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.