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Rosolia bambini
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Una delle malattie esantematiche più note fra i bambini è la rosolia; questa patologia, causata da un’infezione virale, ha generalmente un decorso tranquillo e un esito positivo per i piccoli pazienti che la contraggono, in particolare in età scolare.

Qualche problema in più, invece, potrebbe derivare dalla rosolia in età adulta o in gravidanza. In questo articolo andremo ad illustrare nel dettaglio cos’è la rosolia, i sintomi, l’esantema da rosolia, vedremo le conseguenze della rosolia in gravidanza e parleremo del vaccino contro la rosolia e dei suoi benefici in termini di prevenzione.

Cos’è la rosolia

La rosolia è una patologia infettiva causata dal Rubella Virus. È una delle malattie più comuni in età pediatrica insieme alla varicella, alla parotite, al morbillo e alla pertosse. Il virus Rubella colpisce soltanto gli esseri umani e la fascia d’età più soggetta è quella che va dai 4 ai 14 anni.

La rosolia è altamente contagiosa, ma ha un andamento semplice nella maggior parte dei casi, soprattutto se contratta in età pediatrica e in assenza di altre patologie note; esistono però dei casi in cui contagiarsi con questa malattia virale in età adulta può comportare problemi anche piuttosto seri: si tratta ad esempio della rosolia in gravidanza o nei soggetti immunodepressi. Più avanti vedremo meglio quali possono essere le complicanze.

Sintomi della rosolia

Dopo il contagio da rosolia e un periodo di incubazione della durata di circa 2-3 settimane, iniziano a comparire i primi segni e sintomi tipici dell’infezione; fra i più frequenti:

  • esantema (eruzione cutanea);
  • ingrossamento dei linfonodi;
  • sintomi riconducibili a una classica forma influenzale;
  • artralgia.

Esantema della rosolia

L’esantema da rosolia è un’eruzione cutanea che compare fra i primi, classici sintomi dovuti all’infezione in corso; le macchie da rosolia sono di piccole dimensioni, piatte e di colore rosso pallido tendente al rosa, cominciano da cranio, orecchie e collo per poi propagarsi su tronco e arti in un secondo momento.

L’esantema ha una durata di circa tre giorni, dopo di che le macchie da rosolia scompaiono lasciando il posto a una leggera desquamazione della pelle.

Altri sintomi della rosolia

Come abbiamo accennato, oltre all’esantema la rosolia ha sintomi specifici fra cui l’ingrossamento dei linfonodi. Compare prima dell’esantema, interessa soprattutto le ghiandole linfonodali alla base del collo e dietro le orecchie ed è accompagnato da dolore importante alla palpazione e perdura, in maniera lieve, anche per diverse settimane dopo la guarigione.

La rosolia porta sintomi riconducibili a una sindrome influenzale, quali:

  • febbre alta;
  • inappetenza;
  • debolezza generalizzata;
  • congiuntivite;
  • mal di gola e tosse.

Un ulteriore sintomo a conferma dell’avvenuto contagio da rosolia è, infine, l’artralgia; comporta dolore alle articolazioni ed è per lo più riferita da pazienti adulti o anziani: la rosolia nei bambini, infatti, raramente si manifesta con artralgia.

Vi sono casi in cui, in alcuni pazienti, la rosolia non esprime alcun sintomo evidente: in questi frangenti la malattia è del tutto asintomatica e chi ne è affetto è portatore sano del virus. In quanto tale, il portatore sano potrebbe comunque contagiare altre persone e sviluppare gli anticorpi contro la rosolia.

Complicanze della rosolia

Il virus della rosolia e il conseguente contagio possono, in taluni casi, provocare alcune complicanze; questo scenario si riscontra prevalentemente nei soggetti adulti con patologie conosciute a carico del sistema immunitario e nelle donne in stato di gravidanza: quest’ultima eventualità verrà approfondita più avanti.

Negli adulti, soprattutto se affetti da altre malattie e dunque con il sistema immunitario compromesso, il contagio da rosolia potrebbe provocare complicanze, quali:

  • piastrinopenia: è una condizione caratterizzata da forte diminuzione delle piastrine nel sangue, potenzialmente pericolosa in quanto espone a un rischio maggiore di emorragie;
  • otite media;
  • in rari casi encefalite: è una patologia molto grave che provoca infiammazione severa a carico del sistema nervoso centrale e del midollo spinale. Si verifica in un caso su 6.000.

Come si prende la rosolia

Il contagio da rosolia può avere luogo in diverse modalità; la più diffusa è quella diretta, con i colpi di tosse o gli starnuti del paziente affetto. In questo modo, il virus si propaga per via aerea molto rapidamente, all’interno delle goccioline di saliva e viene inalato da altre persone; si annida a livello di gola e polmoni dove inizia a moltiplicarsi fino a raggiungere una concentrazione tale da innescare l’infezione vera e propria.

Il virus della rosolia può essere contratto anche indirettamente attraverso gli oggetti toccati da chi è malato, sulla cui superficie il virus può sopravvivere alcune ore: è una modalità di trasmissione possibile, ma più difficile.

Chi contrae il virus della rosolia, generalmente risulta contagioso da una settimana prima fino a una settimana dopo la comparsa dell’esantema.

Un’ulteriore modalità di contagio da rosolia è quella verticale, ovvero in gravidanza in caso di infezione che superi la barriera placentare.

Come si presenta la rosolia nei bambini

Il contagio da rosolia nei bambini sani ha generalmente un decorso sereno e senza complicazioni; i segni e sintomi che vengono valutati dal pediatra per riconoscere la natura dell’infezione in atto sono l’osservazione dell’esantema, la palpazione dei linfonodi di testa e collo e la presenza dei sintomi influenzali come febbre, malessere generale, inappetenza e mal di gola.

Come si cura la rosolia

Alla luce di quanto illustrato, l’infezione da virus Rubella non prevede cure specifiche, ma necessita di tempo per la sua naturale evoluzione, la cui remissione è generalmente completa e priva di conseguenze nei soggetti sani; possono essere trattati, sotto stretto controllo medico, i malesseri generati dai sintomi influenzali tramite assunzione di paracetamolo per la febbre o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, per i dolori.

Rosolia e gravidanza

Abbiamo detto che se il virus della rosolia viene contratto dalle donne in stato di gravidanza, potrebbe superare la barriera placentare contagiando così il feto; questa ipotesi è potenzialmente seria in quanto potrebbe innescare delle complicanze, alcune severe, tra cui la sindrome della rosolia congenita (o CRS).

La sindrome da rosolia congenita

Se preso durante la gestazione, il virus della rosolia potrebbe attraversare la placenta e provocare la sindrome da rosolia congenita (CRS), con effetti più o meno gravi a seconda della settimana di gravidanza durante la quale avviene il contagio. Nello specifico:

  • se contratto entro la decima settimana di gestazione, il virus della rosolia potrebbe provocare aborto spontaneo o avere effetti teratogeni sull’embrione: ciò significa che può causare malformazioni o altri danni come cecità, problemi epatici, problemi cardiaci, ritardo mentale;
  • se contratto fra l’undicesima e la sedicesima settimana, il rischio di sviluppare la CRS si riduce, ma i possibili effetti negativi sul bambino restano comunque seri;
  • se contratto fra la diciassettesima e la ventesima settimana, il pericolo di CRS è drasticamente ridotto e le eventuali ripercussioni sul feto sarebbero di entità molto lieve;
  • se contratto dopo la ventesima settimana non si parla più di possibile CRS e non si svilupperà alcuna conseguenza negativa sul bambino.

Vaccino contro la rosolia

La rosolia si può prevenire con la vaccinazione: esiste infatti un vaccino specifico per alcune delle malattie infantili più comuni, noto come MPRV (morbillo, parotite, rosolia, varicella).

Dal 2017 il vaccino MPRV è obbligatorio sotto i 16 anni di età; la prima dose è prevista verso i 12-13 mesi di vita, il richiamo fra i 5 e i 6 anni. Il vaccino MPRV generalmente comporta pochi e leggeri effetti collaterali, fra cui:

  • febbre;
  • malessere generalizzato;
  • lieve eritema;
  • gonfiore linfonodale.

Alle donne non immuni da rosolia che intendono provare a concepire, viene spesso consigliato dal ginecologo di procedere con il vaccino contro la rosolia prima della gravidanza: non è infatti indicato ricorrere all’immunizzazione tramite vaccino durante la gestazione.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.