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Rientro a scuola
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E alla fine la prima campanella finalmente è suonata. Rientro in classe stamattina per quasi 6 milioni di studenti italiani, il primo giorno di scuola nell’era del post Covid o, per meglio dire, nell’era della convivenza con il virus. Sì perché il pericoloso microrganismo è ancora tra noi e continua a far danni, seppur in misura minore rispetto a qualche mese fa. Ma oggi per molti bimbi e ragazzi si torna sui banchi, dopo la chiusura di marzo a causa del lockdown. Ma non sarà la stessa cosa…

Dite la verità: c’è qualcuna di voi che ha preparato lo zaino e dato un bacio al proprio figlio senza una buona dose di ansia? Sicuramente no. Le incertezze e i dubbi sono tanti. Febbre, contagi, tamponi, distanziamenti: i motivi per agitarsi sono tanti. Per cercare di tranquillizzarci un pochino, vediamo le novità del rientro a scuola punto per punto.

Il calendario scolastico 

Sono 5,6 milioni gli studenti che sono tornati a scuola oggi, su un totale di 8,3. In alcune regioni non è ancora ora. Il ministero dell’Istruzione aveva fissato il 14 settembre come data di partenza uguale per tutti, ma c’è sempre un margine di autonomia. A seconda di dove ci si trova, l’inizio è previsto tra il 17 e il 24 settembre. In molti casi, si vuole attendere il referendum del 20 e 21 settembre, in considerazione del fatto che molti istituti sono seggio elettorale e quindi verrebbero chiusi per consentire il voto. 

Misurazione della febbre

Oltre a preparare merende, rincorrere bambini per casa coi vestiti in mano, stirare grembiuli “last minute”, quest’anno noi mamme abbiamo un’incombenza in più: misurare la temperatura ai pargoli ogni mattina prima di andare a scuola. Gli istituti hanno però facoltà di utilizzare dei termoscanner all’ingresso per verificare se c’è febbre o meno. 

La scelta del governo deriva dal fatto che è più prudente fare questa verifica a casa, in modo da evitare ad esempio contatti in autobus. E si conta molto sul buonsenso dei genitori. Quando si rimane a casa? Se la temperatura è maggiore di 37.5°C o se c’è una sintomatologia respiratoria. 

Trasporto pubblico 

Per chi usa scuolabus o mezzi di trasporto pubblici è stata fissata una capienza massima dell’80%. L’eccezione a questa regola è consentita se a bordo del mezzo si può garantire il ricambio di aria e il suo filtraggio con idonei sistemi di areazione. Il ministro per i Trasporti ha suggerito di viaggiare con i finestrini aperti sempre, ma è chiaro che in pieno inverno non sembra una gran soluzione. 

Sugli autobus è obbligatorio l’utilizzo corretto della mascherina per tutto il percorso e bisogna mantenere la distanza di almeno un metro. Il distanziamento va mantenuto anche salendo e scendendo dal mezzo. Sugli autobus devono essere disponibili dispenser con gel igienizzante.

Entrata e uscita da scuola 

L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare assembramenti di più persone in un unico luogo. E questo vale ovviamente anche per l’ingresso e l’uscita a scuola. Avete presente le “orde barbariche” di mamme trepidanti di abbracciare il loro cucciolo alla fine della giornata scolastica? Dimenticatele. Da quest’anno sono vietate. 

Ogni scuola organizzerà gli orari di entrata e uscita in modo scaglionato. Per la scuola dell’infanzia, la fascia temporale sarà ampia e i bimbi – accompagnati da un solo genitore – entreranno anche con un’ora e mezza di differenza. Dalla scuola primaria in poi, i bambini entreranno da soli: il genitore li lascerà al cancello di ingresso. È un po’ triste, ma è così. Verranno utilizzati tutti gli accessi della scuola, proprio nell’ottica di non far stare alunni e genitori troppo appiccicati. 

Mascherine: quando indossarle 

Sono 94 milioni le mascherine chirurgiche che il governo ha già distribuito nelle scuole italiane, insieme a 400.000 litri di gel per le mani. Chi deve indossare la mascherina? Fino ai 6 anni (quindi per la scuola dell’infanzia) e per i bimbi diversamente abili non è obbligatoria. La mascherina va utilizzata quando non è garantito il distanziamento tra gli alunni, quindi in movimento, per esempio per andare in bagno o alla cattedra. 

Per i bambini da 6 a 11 anni, se viene rispettato il metro di distanza tra i banchi, durante le lezioni si può non indossare. Cambiano un po’ le cose per i più grandi, dai 12 ai 19 anni (scuole secondarie di primo e secondo grado). Quando i ragazzi sono seduti possono stare senza mascherina solo nelle aree cosiddette “a bassa carica virale”. Ciò significa che, nelle regioni in cui ci sono molti contagi, il dispositivo va indossato anche durante le lezioni e non solo quando si è in movimento.

Per garantire il metro di distanza tra gli alunni, sono stati utilizzati vari stratagemmi, tra cui i banchi singoli. Molte classi sono state svuotate degli arredi superflui, in modo da favorire un distanziamento maggiore anche quando ci si alza. Tra la cattedra e i primi banchi devono esserci almeno due metri. 

Gli insegnanti possono togliere la mascherina se sono a distanza dagli alunni (ad esempio, quando spiegano in cattedra). Devono indossarla invece se si muovono tra i banchi.

La ricreazione 

Cambia volto anche il momento della pausa tra una lezione e l’altra. Chi aveva la possibilità di uscire dalla classe e di stare in uno spazio diverso (ad esempio il cortile) non potrà più farlo. L’intervallo si farà nella propria classe. 

Nidi e scuola dell’infanzia 

I bimbi dei nidi e della materna non sono tenuti all’uso della mascherina. Considerato che parliamo dei più piccini, il viso delle educatrici e di tutto il personale all’interno della scuola dovrebbe essere visibile, per rassicurarli, soprattutto se sono alla loro prima esperienza scolastica. Maestre e assistenti utilizzeranno quindi visiere trasparenti al posto della mascherina. Sono consigliati i guanti di nitrile come protezione in più. 

Secondo voi è immaginabile il distanziamento tra bambini di 4-5 anni o anche meno? È praticamente impossibile. Quindi, sono le strutture a doversi organizzare, con spazi divisi che vanno sanificati con particolare cura. 

Didattica a distanza 

È stata un po’ per tutti croce e delizia dell’ultimo scorcio dello scorso anno scolastico. Ormai siamo abituate a chiamarla in modo quasi amichevole DAD. Al momento non è prevista perché ci si augura di poter far lezione in classe in maniera sistematica e regolare. Gli istituti superiori hanno facoltà di decidere se alternarla alla didattica normale. 

Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, la DAD potrebbe essere attivata qualora l’intera classe sia in quarantena per un caso positivo o sospetto.

Cosa fare con sintomi compatibili al Covid a casa

In caso di febbre superiore a 37.5°C e sintomi respiratori, il bambino o il ragazzo deve restare a casa. Va avvisato il pediatra o il medico di medicina generale e comunicare l’assenza a scuola per motivi di salute. In caso di sospetta positività, il pediatra o il medico chiedono tempestivamente il test diagnostico (tampone) al Dipartimento di Prevenzione che lo esegue.

Cosa fare con sintomi compatibili al Covid a scuola

Se un bambino o un ragazzo non si sente bene a scuola, con temperature superiore a 37.5°C o sintomi riconducibili al coronavirus, questa è la procedura: 

  • informare subito il referente scolastico per Covid-19.
  • Avvisare i genitori
  • Porre l’alunno in un’area apposita della scuola, in compagnia di una persona che indossi la mascherina.
  • Far indossare all’alunno una mascherina, se ha più di 6 anni e se la tollera. 

Ovviamente, un alunno sintomatico sarà portato a casa. La scuola dovrà pulire e disinfettare le superfici delle stanze dove ha soggiornato. I genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale che, dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario avvertire il Dipartimento di prevenzione per l’esecuzione del tampone. 

Sia in caso di positività che di negatività, per rientrare a scuola è necessario che i sintomi siano scomparsi del tutto e che due tamponi risultino negativi. 

Cosa succede ai compagni di un alunno positivo 

Il Dipartimento di Prevenzione notifica il caso e si avviano la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Il referente scolastico per Covid-19 deve fornire al Dipartimento l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che vi sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato.