Skip to main content
search
bambina con vestito rosa e bianco a scacchi mangia una fetta di anguria
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

Dopo aver pensato all’estate in gravidanza dalla A alla Z, ora tocca ai nostri bimbi. Soprattutto se sono ancora molto piccoli, la bella stagione potrebbe scombussolarli un po’. E magari, se è il primo figlio, non siamo proprio pronte a gestire il caldo, il mare, la nanna che diventa più difficile. Vi regaliamo quindi una specie di “manuale di sopravvivenza” per godersi appieno l’estate in compagnia dei nostri cuccioli. 

A – API. Rientrano nella categoria degli “incontri estivi dolorosi”, insieme alle meduse, ai ricci di mare, alle ortiche. La prima cosa da fare è togliere il pungiglione conficcato nella pelle il prima possibile per evitare che il veleno vada in circolo. Successivamente si deve applicare qualcosa di freddo sulla zona e poi una crema antinfiammatoria. Oltre al dolore intenso, il vero pericolo sono le reazioni allergiche. I soggetti predisposti possono andare incontro anche ad uno shock anafilattico. Se si è già a conoscenza del problema, bisogna sempre avere con sé un antistaminico e, nei casi giù seri, una siringa pronta di adrenalina. 

B – BAGNO. Ovviamente non intendiamo il bagnetto da fare a casa, ma quello al mare. Sì perché tutte le mamme vogliono sapere quando si può cominciare a farlo fare ai propri bimbi. Non si deve avere fretta: per farli diventare provetti Michael Phelps o Federica Pellegrini c’è tempo. Prima dei 6 mesi il bagno al mare non è consigliabile. Innanzitutto si deve ricordare che, fino a questa età, i neonati non devono essere esposti al sole. Dovrebbero quindi andare in spiaggia al mattino molto presto oppure nel tardo pomeriggio. Per un neonato l’acqua del mare potrebbe essere davvero troppo fredda. È quindi opportuno andare per gradi. Iniziate facendogli bagnare i piedini e vedete la sua reazione. Poi sedetevi insieme sul bagnasciuga e guardate il via vai delle onde. Potete anche riempire una piscinetta di gomma e lasciarla scaldare sotto il sole, per poi giocare con l’acqua. Osservate sempre i comportamenti del vostro cucciolo e regolatevi di conseguenza: saprà farvi capire quando è arrivato il momento di immergersi. Per i più grandicelli, suggeriamo la lettura di: Bambini al mare, le buone regole per i bagni dopo i pasti

C – CINETOSI. Con questo termine si intende il malessere provocato dal movimento. Ne fanno quindi parte il mal d’auto, di mare, d’aria, molto comuni tra i bambini. Ma come capire se un neonato sta male in macchina, considerato che non può dircelo? Non è vero che non ce lo comunica: lo fa con il pianto, che è il primo segnale di un possibile fastidio in auto. Quando i bimbi crescono subentrano vari sintomi: pallore, sudorazione, nausea, vomito, mal di testa, vertigini sono alcuni di questi. Non è detto che ci siano tutti, ma anche solo qualcuno. Ecco quindi qualche consiglio per affrontare un viaggio serenamente. Rimandiamo al pediatra la scelta di qualsiasi tipo di prodotto farmacologico. Evitate pasti liquidi prima di mettersi in macchina (o aereo, treno, nave): meglio preferire qualcosa di asciutto, come pane, cracker, fette biscottate, pasta condita in modo semplice. No al digiuno (potrebbe far sentire ancora peggio il bimbo) e alla somministrazione di bevande. I bambini dovrebbero stare più fermi possibile, senza distrarsi ad esempio con lo smartphone. Piuttosto, cantate, ripetete filastrocche, chiacchierate. Tenete fresca la macchina con i finestrini aperti o l’aria condizionata. Fate qualche sosta ogni tanto. Provate i braccialetti anti nausea: esercitano una pressione sul polso che riduce i sintomi della cinetosi. 

D – DENTINI. Per moltissimi bambini l’eruzione dei denti è un vero strazio: dolore, insofferenza, nervosismo, inappetenza, malessere. Talvolta in estate questi disturbi sono accentuati dal caldo, che rende tutto più complesso. In genere, i primi a spuntare sono i 2 incisivi mediani inferiori. Gli altri arrivano ogni due mesi circa, ma non è una regola assoluta. I successivi sono i 2 incisivi mediani superiori, poi i 4 incisivi laterali, i primi molari inferiori, i canini, seguiti dagli altri molari. Come aiutare dunque i piccolini a sopportare le noie dei denti che spuntano? Usate i classici massaggiagengive da refrigerare nel frigorifero. Il freddo è un anestetico naturale, quindi il miglioramento sarà assicurato. Oltre tutto, la parte ruvida esercita un massaggio efficace. Secondo lo stesso principio, potete passare sulle gengive un fazzoletto di lino o cotone inumidito con acqua fresca. Non date cibi troppo caldi per pranzo o cena. Lo stesso vale anche per i biberon di latte. Fate sempre raffreddare la pappa perché il calore aumenta la sensazione di dolore. Se allattate, offrite spesso il seno al cucciolo: oltre a nutrirlo, è una grande consolazione per lui. Su consiglio del pediatra, scegliete gel a base di prodotti naturali con proprietà calmanti, come la camomilla, il timo, la calendula o la malva. Chiedete a lui eventuali suggerimenti su farmaci antidolorifici da utilizzare.

E – ERITEMA. Come abbiamo accennato parlando del bagno al mare, la pelle dei neonati (e più in generale dei bambini) è estremamente delicata e va protetta con grandissima attenzione dal sole. È buona regola utilizzare creme solari con altissimo fattore di protezione (50+) e, in caso di bimbi più grandi, ripetere spesso l’applicazione, soprattutto dopo il bagno. A volte però tutto questo non basta e potrebbe spuntare un fastidioso eritema solare. Si tratta di un’eruzione cutanea con arrossamento e piccoli puntini che danno molto prurito. Nei casi più semplici il problema si risolve senza alcun tipo di intervento, evitando l’esposizione al sole. Se invece l’eritema è più serio o molto esteso occorre utilizzare pomate o compresse specifiche, a base ad esempio di corticosteroidi. 

F – FARMACI. Tranne che non si vada in un posto sperduto, i farmaci da portare in vacanza non dovrebbero essere molti. Un antipiretico, possibilmente in confezioni che non risentano molto del caldo o del freddo eccessivi: oggi esistono formulazioni in polvere o granuli orosolubili, si sciolgono in bocca, e sono facili da trasportare e da somministrare. Per i lattanti sotto i tre mesi circa, in caso di febbre, occorre sempre consultare un medico. Da portare poi un antidiarroico: sia i classici fermenti lattici che un astringente intestinale, che serve per ridurre le scariche e quindi evitare la disidratazione; un antibiotico ad ampio spettro, da somministrare solo se necessario e dopo avere consultato, magari telefonicamente, il proprio pediatra; una confezione di cortisone, sia per via orale che in pomata, specialmente se c’è un soggetto asmatico o comunque allergico, ma anche da usare in caso di reazioni allergiche dopo punture di insetti o di allergie alimentari; gocce otologiche in caso di mal d’orecchio, con l’accorgimento di non usarle se dall’orecchio si ha fuoriuscita di sangue. Da non dimenticare le pomate per la protezione dai raggi UVA e qualche prodotto disinfettante per le piccole ferite. Altri farmaci specifici vanno portati se il bimbo è affetto da patologie croniche.

G – GELATO. Alzi la mano chi, durante le calde giornate estive, non si fa prendere dalla voglia di un buon gelato. Niente di meglio per rinfrescarsi e per assecondare quell’irresistibile desiderio di dolce. Ma come comportarsi con i più piccoli? Quando cominciare a darglielo? E quale scegliere tra confezionato e artigianale? In linea di massima, il momento migliore per far assaggiare il gelato ai più piccoli è a circa 12 mesi di vita, stando attenti all’igiene e agli ingredienti utilizzati durante la lavorazione. Occhio anche alle calorie. Se ad esempio scegliamo un gelato con la panna, la singola porzione avrà più di 300 calorie. Al latte invece ne avrà più o meno 200, alla frutta circa 100. La cialda di coni e biscotti aumenta l’apporto calorico. Il gelato è un alimento che contiene elementi nutritivi e proteici che possono interferire sull’equilibrio del fabbisogno nutrizionale del bimbo. Da una parte, il gelato industriale (cioè quello confezionato) è un prodotto sicuro perché per la realizzazione vengono seguite norme di igiene e di qualità molto rigide. Dall’altra i gelati artigianali (anch’essi sicuri del resto) alla frutta, senza latte, senza coloranti, vanno preferiti per la freschezza degli ingredienti utilizzati. La scelta di quale e quanto gelato dare dev’essere fatta dai genitori tenendo comunque conto della costituzione del bimbo, del peso, delle abitudini, se tende a ingrassare e così via. Ad ogni modo, il gelato può diventare il perfetto sostituto della classica “merenda” di metà mattina o metà pomeriggio a base di yogurt o latte. In ogni caso, anche se ne farebbero scorpacciate, ai più piccoletti va proposto non più di tre volte alla settimana.

H – HOTEL. È la stessa opzione che avevamo scelto anche parlando di gravidanza in estate. Sì perché quando ci si sposta con un bimbo piccolo, la scelta del luogo dove trascorrere le proprie vacanze non va fatta in modo superficiale. Se il neonato ha proprio pochi mesi, qualsiasi soluzione va bene, sia nel caso dell’allattamento al seno che per quello artificiale. Se ha già iniziato lo svezzamento le cose cambiano un pochino. Un appartamento al mare o in montagna rende la vita un po’ più comoda se si devono preparare pappe e merende, ma è anche vero che basta informarsi bene con gli alberghi per trovare una soluzione. In genere, sono tutti molto disponibili quando si parla di un neonato. Per evitare sorprese però meglio chiedere in anticipo se c’è la possibilità di preparare le pietanze per vostro figlio. L’hotel con animazione è comodissimo invece se si hanno bambini più grandi che possono quindi giocare, divertirsi e socializzare con i loro pari mentre mamma e papà si rilassano. In Italia (e anche all’estero) esistono i cosiddetti “family hotel” che sono proprio ideati per ospitare famiglie con bambini. Cercate quello ideale per le vostre esigenze. 

I – INSOLAZIONE. L’insolazione (o colpo di calore) si verifica quando fa molto caldo, il tasso di umidità è elevato e la temperatura corporea si innalza improvvisamente. I bambini sono spesso colpiti e i sintomi variano, anche per intensità. Tra questi ci sono nausea, mal di testa, aumento della temperatura, crampi, svenimenti. Nei casi più gravi ci possono essere alterazioni della coscienza e, se c’è esposizione diretta al sole, anche ustioni di primo e secondo grado. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha realizzato un decalogo per prevenire le insolazioni. 1- Evitare le ore più calde per uscire e fare attività fisica o sportiva. 2- Esporre il bambino al sole in modo graduale, mai dalle 11 alle 17. 3- Evitare l’esposizione diretta al sole nei lattanti di età inferiore a 6-8 mesi. 4- Utilizzare creme solari ad alta protezione per evitare danni irreversibili alla pelle. 5- Bagnare la testa del bambino e rinfrescare spesso il corpo con un bagno o una doccia. 6- Indossare indumenti leggeri in fibre naturali per favorire una maggiore traspirazione. 7- Preferire colori chiari per respingere i raggi solari. 8- Aumentare la ventilazione nei luoghi in cui soggiorna il piccolo avendo cura di tenere una temperatura ambientale di 23-24°. 9- Ridurre l’apporto calorico in particolare quello fornito da cibi grassi: è preferibile assumere carboidrati semplici a più rapida digeribilità. 10- Aumentare l’apporto idrico per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione. Privilegiare una dieta ricca di frutta e verdura.

L – LEGGERE. Non è mai troppo presto per cominciare a leggere qualcosa ai nostri bambini e l’estate è un momento perfetto. C’è chi sostiene che andrebbe fatto già mentre sono dentro il pancione, perché così imparano presto a riconoscere presto la dolce voce della mamma. Anche se vi sembrano piccolissimi, ad esempio intorno a 8-9 mesi, sappiate che invece è una bellissima occasione di crescita e di conoscenza. Basta solo saper scegliere il libro giusto per l’età giusta. Quelli con gli animali, ad esempio, sono sempre in grado di catalizzare l’attenzione, in particolar modo se sono associati ai versi o comunque a rumori prodotti dal libro stesso. Man mano che il bambino cresce si possono scegliere piccole storie, senza mai trascurare i disegni: sono la parte più attraente per loro. Verso i 3-4 anni potete cominciare a sperimentare testi che lascino un insegnamento ai bimbi, per quanto espresso in modo semplice. Esempi sono i libri che aiutano ad abbandonare il ciuccio o che spiegano l’arrivo di un fratellino. Più avanti si va, più la scelta diventa varia e interessante. Non resta solo che dedicare un po’ di tempo a questa abitudine: ne va della crescita e del futuro dei nostri figli. 

M – MEDUSE. Ecco un’altra insidia delle vacanze al mare. Laddove è pulito e non particolarmente freddo è possibile imbattersi nelle meduse. Alcune sono proprio belle da vedere, ma il contatto non è affatto piacevole. La parte urticante della medusa sono i tentacoli, mentre la cupola è del tutto innocua. Il problema è che spesso questi sono lunghi ed evitarli è difficile. Che fare? Innanzitutto bisogna verificare che sulla pelle non siano rimasti residui della medusa. Se ci sono, vanno tolti sciacquando la parte con dell’acqua di mare per far diluire le tossine. Il prodotto ideale da passare sulla parte colpita è un gel astringente al cloruro d’alluminio: ferma il prurito e la diffusione delle tossine. Una buona alternativa è applicare una soluzione a base di acqua e bicarbonato. E poi usare un gel d’aloe vera e una crema alla calendula, ottimi rimedi naturali con azioni cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie. La parte colpita va coperta con garze sterili sia per non far entrare sabbia sulla zona dolente, sia per evitare l’esposizione ai raggi solari. Nei casi più gravi, meglio andare al pronto soccorso più vicino.

N – NANNA. Durante le vacanze il sonno dei neonati può essere messo a dura prova da vari fattori: il caldo, lo spostamento nei luoghi di villeggiatura, il cambiamento di abitudini, la presenza di tanti stimoli nuovi. E spesso i genitori vanno in confusione chiedendosi cosa c’è che non va. È tutto normalissimo. Solo che a volte non ci ricordiamo che i piccoli sono sensibilissimi a qualsiasi tipo di variazione della loro routine: basta poco per “sballarli” un po’. Quindi, per prima cosa occorre armarsi di tanta tanta pazienza. Se ci riflettete bene, anche a noi adulti serve qualche giorno di “assestamento” in vacanza prima di rilassarci bene. Come gestire dunque eventuali risvegli notturni e difficoltà di addormentamento? La soluzione è cercare di organizzarvi in modo da rendere il tutto più regolare possibile. Mantenete i riposini quotidiani, non svegliate il piccolo per mangiare, lasciate che si autogestisca da solo. Alcuni bambini sono più adattabili di altri. Ad esempio, alcuni traggono beneficio dalle passeggiate serali di mamma e papà, altri invece sono meno abituati e diventano nervosi e piangono. Dovete essere voi in questo caso ad adattarvi alle loro esigenze, senza pretendere che sia il contrario: è impossibile che accada. Per far fronte al caldo (i piccini lo sopportano peggio di noi) cercate di far dormire il bimbo in un luogo fresco, sia di giorno che di notte. L’aria condizionata può andare bene per rinfrescare la stanza prima della nanna, ma non durante tutta la notte. E occhio ai ventilatori: mai puntarli direttamente sul corpo. 

O – OTITE. Il mal d’orecchio è uno dei più frequenti inconvenienti estivi che colpiscono i bambini. Sono due le principali forme di otite: quella esterna e quella media purulenta. La prima è un’infiammazione acuta del condotto uditivo esterno, senza il coinvolgimento del timpano. L’otite media purulenta invece riguarda l’orecchio medio, è caratterizzata dalla presenza di pus ed è più comune nei mesi invernali. La causa dell’otite esterna in genere è infettiva. Gli agenti responsabili sono batteri o talvolta funghi, che è facile trovare negli ambienti umidi, come l’acqua del mare o le piscine. Quindi è la forma classica del periodo estivo. In genere, esordisce con prurito e sensazione di ovattamento dei suoni, seguiti poi da intenso dolore. La cura consiste di solito nella somministrazione di gocce a base di cortisone e antibiotico direttamente nell’orecchio, anche se nei casi più seri (ad esempio se c’è febbre), occorre anche una terapia per bocca. L’otite media purulenta ha quasi sempre causa batterica e può svilupparsi dopo un’infezione delle vie aeree superiori, come un raffreddore. I sintomi comprendono febbre, mal d’orecchio, tendenza del bimbo a toccarsi le orecchie, pianto inconsolabile, difficoltà a dormire, fuoriuscita di pus dall’orecchio. Il trattamento prevede l’uso di antipiretici, antinfiammatori e, se necessari, antibiotici.

P – PANNOLINO. L’estate è il periodo preferito dalle mamme che, quando arriva il momento giusto, decidono di togliere il pannolino ai propri bambini. La bella stagione consente di farlo con una tranquillità maggiore perché si può lasciare il piccolo più libero per casa, anche seminudo, senza il rischio che si prenda un raffreddore qualora dovesse bagnarsi. Prima di cominciare bisogna capire se il bambino è pronto a togliere il pannolino osservando alcuni segnali abbastanza chiari. In genere questo accade tra i 2 e i 3 anni, ma non ci sono regole precise: c’è chi è più precoce e chi un po’ più pigro. Il primo passo poi è la scelta del vasino o del riduttore da utilizzare per abbandonare definitivamente il pannolino. In commercio ne esistono tanti modelli diversi e la cosa importante è che venga accettato di buon grado da vostro figlio. Presentatelo come un amico che lo aiuta a diventare grande. Un buon metodo per cominciare è togliere il pannolino per qualche ora al giorno, aumentando progressivamente questo tempo durante la giornata. Proponete il vasino diverse volte, in modo che il bambino possa prendere confidenza e capire la frequenza dei suoi bisogni. Non lasciate troppo a lungo il piccolo sul vasino e restate con lui, incoraggiatelo e fategli i complimenti. Se non succede nulla, fate passare 10-15 minuti prima di tentare di nuovo. Cercate di non stressarlo e di non stressarvi. Lo “spannolinamento” prevede una buona dose di pazienza. 

R – RICCI DI MARE. Belli da vedere e buonissimi da mangiare, sono decisamente meno simpatici quando succede di metterci sopra un piede perché gli aculei sono molto dolorosi. Bisogna fare molta attenzione soprattutto sugli scogli che è l’habitat che preferiscono. Se capita, bisogna estrarre gli aculei dalla pelle con una pinzetta o con un ago (possibilmente dopo averli sterilizzati) e poi pulire la parte con acqua ossigenata. Si deve bendare il piede dopo aver applicato una pomata specifica ed evitare che il bimbo carichi il peso del corpo sulla parte colpita. Qualora la rimozione risultasse complicata o se non ci si sente sicuri di sé, meglio rivolgersi ai medici dell’ospedale. Una strategia preventiva contro gli aculei dei ricci e per prevenire, in generale, incontri spiacevoli al mare è far indossare al piccolo scarpette in gomma che proteggono la pelle da eventuali “incidenti di percorso”.

S – SVEZZAMENTO. Alcune mamme si chiedono ancora se l’estate sia il periodo giusto per iniziare lo svezzamento. Hanno cioè delle perplessità se inserire o meno questa nuova modalità di alimentazione con le alte temperature. E domandano quindi al pediatra se non sia il caso di rimandare a settembre. In realtà non esiste alcuna controindicazione a svezzare i propri bambini in estate. Non si comincia certo da una fetta di Sacher torte o dalla parmigiana di melanzane (a meno che ovviamente non siate tifose dell’autosvezzamento che prevede inserimenti casuali e non cronologici). Lo svezzamento classico si fa per tappe, con l’introduzione dei cibi in modo graduale e controllato: piccole quantità ogni giorno seguendo le tabelle fornite dal pediatra. Solitamente, lo schema più comune prevede che si inizi con la frutta omogeneizzata. Nessuna paura quindi che possa risultare “pesante” per il piccino. Lo stesso per le prime verdure e le pappe. Fondamentale è comunque osservare le reazioni del bambino: una mamma ha l’occhio attento e percepirà immediatamente se c’è qualcosa che non va. In quel caso, basta rivolgersi al propio medico che saprà subito rassicurarvi e consigliarvi.

T – TUFFI. I bambini sono grandi amanti dei tuffi. Spruzzi e schizzi in mare e lanci dal trampolino in piscina sono la passione di tutti (con qualche ovvia eccezione). Soprattutto per i più grandicelli, la prudenza non è mai troppa. I tuffi dagli scogli, ad esempio, possono essere davvero pericolosi. Osservate con attenzione il punto da dove si lancia il bambino: verificate che non ci siano rocce sporgenti e soprattutto che la profondità sia adeguata ad evitare rischi. Inoltre, l’immersione improvvisa in acqua determina uno sbalzo di pressione nelle orecchie. L’aumento però non è eccessivo e quindi non crea problemi alle membrane del timpano. Se però il nostro bambino è soggetto alle otiti (specialmente in inverno) potrebbe essere utile l’impiego di tappi. Completamente diverso è il discorso delle immersioni in profondità: in questo caso occorre seguire corsi ad hoc. Infine, l’ultimo aspetto da tenere in considerazione quando i bambini amano tuffarsi è la digestione. Lo sbalzo termico improvviso può provocare una pericolosa congestione. Dopo aver mangiato devono passare almeno un paio d’ore (a seconda ovviamente della quantità di cibo assunta) e – cosa ancora più importante – è meglio immergersi in modo graduale. 

U – USCITE. Durante le serate estive una passeggiata può essere molto piacevole. Ovviamente con i bimbi al seguito! Per i più piccoli, ben piazzati nel loro passeggino o nell’ovetto, un giretto può essere il modo migliore per conciliare la nanna. Il consiglio quindi è di vestire il neonato già con il pigiamino e un pannolino pulito, in modo da non doverlo cambiare una volta tornati a casa (col rischio di svegliarlo). Sono solo due gli aspetti cui fare attenzione durante le uscite serali: umidità e zanzare. Per contrastare la prima è opportuno portare con sé in vacanza una copertina di cotone per coprire il bimbo durante la passeggiata. Inoltre, si deve alzare la capotte del passeggino in modo da proteggere soprattutto la testa. Contro le zanzare i sistemi sono diversi. In genere, in dotazione col passeggino trovate sempre una zanzariera, una sorta di telo leggero da mettere a copertura del bambino. Ci sono poi vari sistemi repellenti, dagli spray naturali ai cerotti. Sperimentate il migliore per voi e buon passeggio!

V – VACCINI. Altro dubbio “esistenziale” delle mamme: non è meglio posticipare a settembre le vaccinazioni, considerato che talvolta possono dare effetti collaterali come febbre e malessere? Se ci fossero evidenti controindicazioni ai vaccini nel periodo estivo i centri vaccinali potrebbero rimanere chiusi da giugno a settembre e invece non è così. Anche in estate quindi si può procedere con il normale percorso vaccinale dei nostri figli. In ogni caso il pediatra è sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito. 

Z – ZAINO. Sia al mare che in montagna è il sistema più comodo per portare con sé tutto il necessario che occorre ad un bimbo in vacanza. La praticità? Sta nel fatto che, portandolo sulle spalle, avrete le mani libere in spiaggia, durante una passeggiata tra i boschi, in aereo o in treno. Gli zaini moderni sono attrezzatissimi con tante tasche e scomparti. Alcuni sono anche termici per conservare in sicurezza latte o altri cibi. Inoltre, rispetto alle classiche borse che danno insieme al trio, sono più capienti. Insomma, sono l’ideale per mamme, papà e bimbi globe-trotter. E a questo punto non ci resta che auguravi… buone vacanze!!

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.