Skip to main content
search
Neonata con ciuccio in bocca
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

Sembra solo un accessorio, scontato e quasi insignificante. E invece non è così. Il ciuccio è da sempre al centro di un grande dibattito sull’opportunità o meno di darlo ai nostri figli. E se si trasforma in una cattiva abitudine? E se poi rovina i denti? Ma è veramente necessario? I dubbi sono tanti e adesso cerchiamo di scioglierli. E vediamo anche di capire quali sono i criteri che devono guidarci nella scelta del miglior ciuccio per neonato. Che sia chiaro: i ciucci non sono mica tutti uguali! E i bambini sono estremamente esigenti. 

Ciuccio ai neonati sì o no 

Entriamo immediatamente nel vivo della discussione: si può dare il ciuccio ad un neonato o è meglio evitare? In realtà, non esiste una risposta che sia veramente corretta perché le scuole di pensiero sono almeno due. Come in tutte le cose ci sono pro e contro, favorevoli e contrari. 

Un aspetto positivo riconosciuto dalla comunità scientifica è che il ciuccio (o, per essere più precisi, la suzione) è un fattore protettivo dalla morte in culla, quel terribile e ancora misterioso fenomeno che consiste in decessi pressoché inspiegabili di neonati, soprattutto sotto l’anno di età. Succhiare il ciuccio (o dal seno materno) aiuta a prevenire la SIDS perché sembra che, in questo modo, i bambini si sveglierebbero in caso di apnea.

Per alcuni il ciuccio non è nient’altro che un vizio, un qualcosa cioè che non dà nulla al bambino. Dobbiamo smentirli. I neonati hanno un istinto naturale per la suzione che si manifesta già nel pancione. Se fate un’ecografia intorno a 13-14 settimane di gravidanza potreste vederlo col pollice in bocca. Inoltre, il ciuccio ha un forte potere consolatorio, per esempio quando i piccoli sono tanto stanchi e hanno bisogno di dormire oppure di coccole. In più ha una funzione analgesica. Da qui a parlare di vizi, insomma, ce ne passa…

Quando dare il ciuccio ai neonati

Un’altra questione riguarda il momento in cui proporre il ciuccio al bimbo. Fin dalla nascita o si deve aspettare? Ciuccio e allattamento sono compatibili o cozzano l’un l’altro? In generale si dovrebbe attendere che l’allattamento sia ben avviato, diciamo dopo 3-4 settimane dal parto. La suzione del ciuccio è più “semplice” rispetto a quella dal seno della mamma, un po’ come quella dal biberon. Quindi, potrebbe interferire con l’inizio dell’allattamento. Il miglior ciuccio per neonati allattati al seno è quello che ricorda la forma e la morbidezza della mammella e soprattutto del capezzolo. 

Se decidete di offrire il ciuccio, cercate di farlo in maniera moderata, senza esagerare. Non va dato sempre, ad esempio ogni volta che il bimbo piange perché potrebbe non servire a nulla. Piuttosto imparate pian piano a capire quali sono i momenti in cui può essere utile, per esempio per l’addormentamento. In questa maniera non diverrà una “dipendenza”, ma sarà utilizzato per uno scopo specifico, il rilassamento. 

E se il neonato non vuole il ciuccio? 

Non date per scontato che il ciuccio sarà il migliore amico del vostro bambino. Durante la mia gravidanza la prima cosa che ho comprato è stato proprio questo oggetto che, nell’immaginario collettivo, è sempre apprezzato dai bimbi. Niente di più sbagliato. Il ciuccio che ho acquistato non è mai – e dico mai – stato usato. Mio figlio non l’ha mai neppure “assaggiato”. E non è certo l’unico: per alcuni bebè il ciuccio non esiste. 

Se il neonato non vuole ciuccio si possono fare due cose. O si prova a cambiare modello (magari era troppo grande, troppo piccolo o il materiale non gli piaceva) finché non si trova quello giusto. Oppure si lascia perdere. Non è mica obbligatorio! C’è solo un errore che non va fatto: insistere, per esempio ricorrendo ad escamotage tipo mettere zucchero o miele sul ciuccio ai neonati. Rischiate di provocare conseguenze anche serie, come la predisposizione alla carie o il botulismo infantile nel caso del miele. Se è no, è no. Punto. 

Quando togliere il ciuccio?

Una delle preoccupazioni più grandi in tema di ciuccio riguarda i denti e la bocca più in generale. La paura è che questo accessorio possa deformare denti e palato, o causare malocclusioni, problemi nella deglutizione o nella respirazione. Questo può succedere se l’uso del ciuccio è molto prolungato. Quasi tutti i modelli sono studiati appositamente per non far danni. Per questo motivo succhiare il pollice è molto peggio, anche perché è un’abitudine più difficile da sradicare. 

Togliere il ciuccio è una tappa significativa per ogni bambino, a volte è un’impresa ardua, altre invece è molto più facile del previsto. Fino a quando si può dare il ciuccio? Gli esperti dicono di non andare oltre i 3 anni perché dopo questa età il rischio di problematiche è più alto. 

Com’è fatto un ciuccio

I ciucci moderni sono frutto di ricerche attente e meticolose. Vengono progettati insieme ad esperti come dentisti e logopedisti affinché possano aver cura della bocca, oltre che del bambino. In particolare, i ciucci non devono interferire con lo sviluppo armonico del cavo orale, del palato e della mascella, né con la respirazione fisiologica. Il design quindi è spesso ergonomico per adattarsi meglio alla bocca, e i materiali sono quanto più possibile naturali.

Un ciuccio è composto da 3 parti

  1. tettarella.
  2. Scudo (o mascherina).
  3. Anello.

Spesso lo scudo e l’anello sono in plastica, ma tra i migliori ciucci per neonati ci sono sicuramente quelli mono blocco, cioè fatti tutto dello stesso materiale, come quello nella foto qui sotto. Sono più resistenti perché non ci sono punti di giunzione tra le varie componenti e inoltre non sono pericolosi per la salute del bambino, per esempio in caso di cadute accidentali. 

Tettarella

La tettarella è la parte che di fatto viene succhiata. Può essere realizzata in materiali diversi e può avere varie forme: 

  • a ciliegia: è una tettarella rotonda e somiglia moltissimo al capezzolo della mamma. 
  • Anatomica: questa tettarella è asimmetrica, cioè piatta verso la lingua e arrotondata verso il palato. 
  • A goccia: ha una forma allungata e simmetrica. 

Il ciuccio a ciliegia è quindi indicato dai primi giorni e in particolare per i bimbi allattati naturalmente, che così faranno meno “confusione” tra il seno materno e la tettarella. Le altre forme vanno benissimo per i più grandicelli. 

Scudo 

Lo scudo, detto anche mascherina, è la base per la tettarella ed è anche un elemento di protezione per evitare che il ciuccio venga “aspirato” per sbaglio dal bambino. Si tratta quindi di un mezzo efficace per stare più tranquille coi piccoli. Lo scudo deve essere abbastanza grande e possibilmente avere i fori di ventilazione, cioè dei buchini che permettono il passaggio di aria, evitando le irritazioni della pelle causate dalla saliva e dallo sfregamento. 

Anello 

L’anello è una sorta di maniglia del ciuccio che serve per prenderlo oppure per agganciare la catenella portaciuccio, un accessorio molto pratico per non perdere il succhiotto, una vera “tragedia” se per esempio si è fuori casa. 

Come abbiamo accennato, l’anello può essere in plastica oppure dello stesso materiale della tettarella. Vi consigliamo comunque di scegliere modelli con anello piccolo e morbido per evitare traumi alle labbra o ai denti nel caso in cui il bambino dovesse cadere mentre ha il ciuccio in bocca. 

Quanti tipi di ciucci esistono 

Se avete intenzione di acquistare uno o più ciucci vi accorgerete ben presto che in commercio ce ne sono una marea. Ci si può quasi confondere! Il criterio che deve guidarvi nella scelta è uno: la qualità. Magari spendete qualche euro in più, ma cercate di essere sicure di comprare un prodotto sicuro e certificato. Meglio quindi affidarsi a marche note (ciuccio Mam, Chicco, Avent, Bibs, Suavinex, Tommee Tippee sono le alcune) che vi daranno garanzie ad esempio sulla scelta dei materiali o sull’ergonomicità. 

Oltre che per aspetti estetici (colori, disegni, forme dello scudo, etc), i ciucci si differenziano tra loro per il materiale con cui sono realizzati (silicone o caucciù) e per la misura. Alcuni hanno alcuni elementi “optional”, ad esempio si illuminano al buio per essere recuperati più facilmente di notte.

Ciuccio in silicone e ciuccio in caucciù

Silicone e caucciù sono i materiali impiegati per la produzione dei ciucci e tra loro c’è qualche differenza. Il ciuccio in silicone è adatto ai neonati, che non hanno denti e quindi non rischiano di romperlo. Non libera sostanze nocive neppure alle alte temperature (e quindi è perfetto sia per la sterilizzazione che per la lavastoviglie), non assorbe odori ed è riciclabile. 

Il caucciù è una gomma naturale e fa “compagnia” ai nostri bimbi più a lungo perché si usa per i ciucci dai 6 mesi in poi. Il ciuccio in caucciù è morbido ed elastico, solitamente molto apprezzato dai bambini. Però è poroso (significa cioè che trattiene gli odori) e non va bene per i piccoli allergici al lattice. 

Come si sceglie la misura giusta del ciuccio

Un ciuccio non è mai per sempre! Di tanto in tanto va cambiato, specialmente se mostra segni di usura, come fissurazioni o tagli della tettarella oppure se la mascherina non è perfettamente integra. Sono tutte buone norme di sicurezza che dobbiamo adottare sempre per i nostri piccini. 

Ovviamente i ciucci variano anche per misura. Man mano che il bambino cresce, si modificano anche le esigenze. Ad esempio occorre una tettarella un po’ più grande e una mascherina più ampia. Questo aspetto è molto importante anche dal punto di vista dello sviluppo delle arcate dentarie e del palato, che deve essere accompagnato dal ciuccio giusto. 

In genere ci sono ciucci:

  • per neonato (ciuccio 0 mesi, 0-2 mesi, 2-6 mesi a seconda della marca).
  • Da 6 mesi in poi (6+, 6-12 mesi).
  • Da 18 mesi in poi (in genere ciuccio 18-36 mesi).

Quanto costa un ciuccio

Il prezzo è variabile a seconda del brand, ma non particolarmente elevato. Si va da circa 7 euro a circa 15. Nella maggior parte dei casi i ciucci sono venduti a coppia o in pacchi multipli per avere sempre quello di scorta. Mai restare senza! 

Accessori per il ciuccio

Oltre alla catenella portaciuccio che abbiamo già nominato, ci sono altri due accessori che riteniamo utili. Il primo è lo sterilizzatore per ciuccio portatile. Si tratta di una specie di scatolina che, sfruttando la luce ultravioletta, sterilizza il succhietto in pochi minuti. Immaginate di essere al parco e improvvisamente il ciuccio finisce a terra, in una pozzanghera di fango. E voi avete dimenticato il ciuccio di riserva a casa (con tutte le cose che ci sono da ricordare può succedere!). Lo sterilizzatore portatile vi salverà la vita. 

Se invece volete prevenire i guai e portare per la passeggiata il “ciuccio B”, quello che vi serve è una scatolina portasucchietto. È piccola e perfetta da mettere nella borsa per il passeggino, con un cambio di vestiti, pannolini, salviettine, l’acqua e la merenda. Per mamme super efficienti!