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Si fa sempre un gran parlare dell’allattamento al seno e dei suoi innegabili vantaggi e benefici per la salute: crescita sana, sistema immunitario rafforzato, protezione contro il tumore al seno per la mamma, risparmio economico, comodità di poter nutrire il proprio bambino in qualunque posto e in ogni momento. Ci sono anche dei casi in cui, nonostante la buona volontà della madre, l’allattamento materno non parte in maniera adeguata oppure viene abbandonato per mille motivi o addirittura mai iniziato. La soluzione quindi è il latte artificiale. Vediamo le cose che ci sono da sapere.
Allattamento al seno e allattamento artificiale
La generazione degli attuali quarantenni è venuta su a forza di biberon di latte artificiale. Molte conoscenze di oggi sul latte materno ancora non c’erano e quindi le nostre mamme non si ponevano troppi problemi su come nutrire noi figli. In tempi più antichi invece la tendenza era quella di allattare al seno quanto più a lungo possibile, anche per le difficoltà economiche in cui vivevano le nostre nonne.
Come accennato, oggi l’incoraggiamento ad allattare al seno è molto forte: se ne sa di più, questo è ovvio, e sono molte le figure professionali coinvolte in questa importantissima attività di supporto: ostetriche, puericultrici, neonatologi, pediatri, consulenti per l’allattamento, mamme alla pari e via di seguito. Tutto questo – che è giustissimo – ha però un rovescio della medaglia: spesso il latte artificiale viene “demonizzato” e visto solo come uno strumento per far soldi per le case produttrici e per i medici stessi.
Noi non vogliamo schierarci da nessuna parte perché secondo noi una donna deve essere prima di tutto serena, sia che allatti al seno, sia che dia al suo bambino un biberon di latte artificiale. Ed è quindi giusto sapere come comportarsi qualora si decida per il secondo tipo di alimentazione.
Qual è il migliore latte artificiale per neonati
Iniziamo dal principio: fino ai 12 mesi è meglio evitare il latte vaccino perché non fornisce i giusti nutrienti e può scatenare forme di allergia o intolleranza. Quindi qual è il miglior latte artificiale per neonati? È indispensabile affidarsi al pediatra. I prodotti in commercio sono moltissimi e il medico è in grado di dirvi cosa scegliere e come capire se il latte artificiale è quello giusto per vostro figlio.
Fino ai 4-5 mesi si usa un latte adattato di tipo 1. Viene prodotto modificando la composizione del latte vaccino per renderlo quanto più simile a quello materno: si riduce il contenuto di proteine e di sali minerali, si sostituiscono parzialmente i grassi con oli vegetali o con acidi grassi polinsaturi “buoni” (gli Omega 3 e gli Omega 6), si aggiungono lattosio (ha una importante funzione di acidificazione delle feci) e oligosaccaridi prebiotici (stimolano la flora batterica intestinale).
Dai 6 mesi si cambia, passando ad un latte artificiale di tipo 2, detto anche di proseguimento. Questo viene modificato per soddisfare le nuove esigenze del bambino, che ora ha iniziato lo svezzamento e quindi assume alimenti diversi che apportano ciò di cui ha bisogno. Il latte però rimane fondamentale.
Latte artificiale per bambini con particolari problemi
Ci sono tipi di latte artificiale destinati a bambini che hanno problemi particolari. Le formule HA sono indicate ad esempio per chi ha familiari (genitori o fratelli) che soffrono di allergie e quindi potenzialmente potrebbero svilupparle. Le proteine presenti in questo prodotto vengono ridotte in particelle più piccole con un processo detto idrolisi, che diminuisce il rischio di reazioni allergiche. Gli idrolizzati spinti invece contengono proteine già digerite e hanno un’efficacia maggiore del latte HA. Il problema è che per il loro costo e per la composizione speciale sono destinati ai bimbi con specifiche malattie intestinali.
Latte artificiale antirigurgito
Esistono poi prodotti antirigurgito (contengono sostanze ispessenti, come le fibre, ad esempio di carruba, che evitano il reflusso di latte dallo stomaco all’esofago) oppure anticolica, per il piccini che soffrono di questo disturbo molto fastidioso.
La maggior parte dei tipi di latte artificiale infine è studiato per evitare la stitichezza, un “effetto collaterale” piuttosto diffuso tra i bimbi nutriti in questo modo.
Come si prepara il latte artificiale
Le regole dell’allattamento artificiale non sono molte. Per preparare il latte artificiale in polvere vanno seguite rigorosamente le istruzioni scritte sulla confezione. Non va cambiato il rapporto tra acqua e quantità di latte: non fate mai di testa vostra perché potrebbe essere pericoloso per il bambino. La polvere va sciolta nell’acqua (minerale o di rubinetto) che avrete fatto bollire per 5 minuti e poi lasciato raffreddare un po’. C’è anche la possibilità di acquistare latte artificiale liquido, più pratico da utilizzare perché va soltanto riscaldato senza portarlo ad ebollizione.
La temperatura del latte nel biberon deve essere di circa 37 gradi e va controllata, prima della poppata, facendone cadere alcune gocce nella parte interna del polso. Dovete poi verificare il regolare flusso di latte dalla tettarella: capovolgendo la bottiglia, dovrebbe uscire prima a “zampillo” e poi defluire più lentamente. Se non dovesse andare bene, sarà il caso di cambiare tettarella o allargare il buco.
Ultimo accorgimento per dare il latte al piccolo nel migliore dei modi è verificare che non ci sia aria. La ghiera del biberon deve essere ben chiusa. Durante la poppata, la tettarella e il collo della bottiglia devono essere sempre pieni di latte e non di aria che, passando nel pancino, potrebbe provocare coliche.
Come si conserva il latte artificiale
Ecco come si conserva il latte artificiale. La cosa migliore è preparare di volta in volta il biberon con la quantità che occorre, ma si possono anche predisporre le bottigliette per la notte: ben chiuse si conservano in frigo per 12 ore. Una volta aperta, la confezione di latte artificiale liquido va tenuta in frigorifero e utilizzata entro 48 ore. Il latte in polvere invece può resistere per 10-15 giorni.
Ogni quante ore si può dare latte artificiale
Uno dei classici dubbi delle neomamme riguarda la frequenza con cui si può somministrare latte artificiale. Un problema che nessuno si pone per quanto riguarda il latte materno che tipicamente è offerto a richiesta, cioè ogni volta che il bambino desidera essere attaccato. Ma come comportarsi con il latte in formula?
Fino a qualche tempo fa, c’era parecchia rigidità su questo punto: il latte artificiale è meno digeribile, quindi gli esperti erano concordi nel dire che andava somministrato almeno ogni due ore e mezza-tre. Oggi quasi tutti i pediatri sono più aggiornati e la posizione è molto più “morbida”: l’allattamento a richiesta si può fare anche con il latte formulato.
Il principio da cui si parte è che ogni neonato è capace di autoregolarsi e di capire quando è sazio. Nessun bambino mangia troppo, ma si ferma quando ha mangiato a sufficienza, stabilendo così quante poppate fare e con quale quantità di latte, indipendentemente dalle indicazioni del medico.
Gli orari rigidi creano nervosismo (sia al bimbo che ai genitori) e frustrazione. Diventa perciò fondamentale cogliere i segnali di fame che il piccolo manda e cercare di soddisfarli prima che l’agitazione prenda il sopravvento. In caso di allattamento artificiale a richiesta la crescita va monitorata e vanno posti dei limiti giornalieri di latte per evitare la sovralimentazione.
Se i piccoli sono prematuri, hanno basso peso o patologie, si deve prestare particolare attenzione all’alimentazione perché non si possono correre rischi. Il numero e la frequenza delle poppate dev’essere adeguato alle loro esigenze nutrizionali. Quando poi la situazione si assesta, si può passare all’allattamento a richiesta.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.