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Fontanella del neonato
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La testolina dei bimbi appena nati è uno dei punti certamente più delicati. Se avete già figli vi sarà capitato di sicuro di dire a qualcuno “attento alla testa!”. Se state per diventare mamme, sappiate che succederà. Le fontanelle nei neonati richiedono sì particolare attenzione, ma non preoccupazione.

Com’è fatta la testa di un neonato

Quando il bambino viene alla luce, la testa può apparire deformata, spesso allungata o addirittura appuntita. Anche se questa cosa vi farà venire un mezzo infarto, sappiate che è tutto fisiologico e, nel giro di qualche giorno, la forma diventerà normale.

Il cranio dei neonati è costituito da 4 ampie piastre e da alcune zone più molli (le fontanelle appunto), dove le ossa non sono ancora saldate: è così per rendere più agevole al piccolo il passaggio nel canale vaginale durante il parto e poi per permettere al cervello di triplicare il suo volume nel primo anno di vita del bambino.

Fontanelle dei neonati: quante e quali sono

Analizziamo quante e quali sono le fontanelle nei neonati. In tutto sono 6. Quella anteriore si trova alla sommità della testa: è la più grande, misura circa 2 centimetri per 2 e ha la forma di un rombo. È attraverso questa che, in caso di necessità, è possibile effettuare un’ecografia cerebrale.

La fontanella posteriore si trova dietro il cranio, è triangolare e ha dimensioni inferiori di quella anteriore. Ci sono poi 4 fontanelle laterali (2 anteriori e 2 posteriori) che sono le più piccoline.

Che aspetto hanno?

Quando il piccolo è tranquillo, se passate una mano sulla testolina, in corrispondenza della fontanella percepirete una lieve depressione, una specie di avvallamento rispetto alla zona circostante. Quando vostro figlio piange, questa fontanella può gonfiarsi leggermente, sollevarsi e abbassarsi: non fatevi prendere dal panico perché è una cosa assolutamente normale. 

A cosa servono le fontanelle?

Le fontanelle sono costituite da tessuto fibroso morbido e, allo stesso tempo, molto resistente. Come accennavamo sopra, la loro funzione principale è quella di consentire al bambino il passaggio nel canale vaginale. Al momento del parto le fontanelle si accavallano l’una sull’altra, facendo sì che la testa sia “elastica” e possa “sgusciare” fuori dalla mamma senza difficoltà. 

L’altra importante funzione delle fontanelle è correlata alla crescita cerebrale. Il volume aumenta moltissimo nel primo anno di vita dei bambini, ma raggiunge il suo sviluppo completo tra i 18 e i 20 anni. Ecco perché quindi le fontanelle sono importanti: occorre un contenitore che non sia rigido e che si adegui a questo processo. Inoltre, nei neonati cresce notevolmente anche la circonferenza cranica per proteggere al meglio il cervello. È uno dei parametri che il pediatra monitora regolarmente durante i controlli. 

Quando si chiude la fontanella?

Quando si chiude la fontanella è una delle più frequenti domande dei genitori. La risposta però dipende da vari fattori. La chiusura delle fontanelle avviene quando il tessuto fibroso si trasforma in tessuto osseo (ossificazione). A questo punto si ha la saldatura definitiva delle fontanelle. 

Non ci sono tempi uguali per tutti i bambini e la chiusura delle fontanelle non si verifica dall’oggi al domani: ci vuole tempo. In linea di massima, generalizzando possiamo dire che: 

  • La fontanella posteriore è la prima che si chiude, a partire dai 2 mesi di vita circa.
  • Le fontanelle laterali si saldano a circa 6 mesi e, quelle dietro l’orecchio, tra 12 e 18 mesi.
  • La fontanella anteriore si chiude in media tra 10 e 18 mesi

Come abbiamo già detto, non dovete prendere queste tempistiche come certe. Ci sono infatti casi di chiusura precoce o tardiva delle fontanelle. 

Chiusura precoce

Per chiusura precoce delle fontanelle si intende quella che avviene prima dei 4 mesi di vita. Potrebbe essere un problema perché la veloce crescita del cervello rende necessario avere spazio a disposizione. Una scatola cranica che si salda troppo presto potrebbe quindi essere un ostacolo allo sviluppo cerebrale. 

La chiusura precoce delle fontanelle comporta un’attenta valutazione da parte del pediatra che dovrà escludere alcune problematiche. A volte la causa scatenante è una disfunzione della tiroide, ovvero l’ipertiroidismo.

Ritardo nella chiusura 

Esiste anche la situazione diametralmente opposta a quella che abbiamo appena descritto, cioè il ritardo nella chiusura della fontanella, oltre i 2 anni di età. Anche questa, come la precedente, va controllata dal pediatra per escludere la presenza di alcune malattie che interessano ad esempio l’apparato muscolo-scheletrico (come il rachitismo, causato da una carenza importante di vitamina D, o l’osteogenesi imperfetta) oppure di altra natura, come l’ipotiroidismo o la sindrome di Down.

Domande frequenti: 

Si possono toccare le fontanelle dei neonati?

Solitamente si pensa che toccare la fontanella possa provocare dolore al bambino o – peggio ancora – qualche danno al cervello. Cerchiamo di tranquillizzarci. I tessuti che formano le fontanelle nei neonati sono estremamente flessibili e resistenti. Quindi, quando fate il bagnetto al piccolo, non temete di fargli male: basta solo strofinare con delicatezza e senza esercitare pressione. E via libera a coccole e carezze.

La fontanella del neonato pulsa: è normale?

Sì, è tutto in regola, soprattutto se il bambino sta bene. Se osservate con attenzione la fontanella, vi accorgerete che in effetti pulsa. Non deve essere motivo di allarme: se poggiate sopra le dita, percepirete il suo battito cardiaco, come sul polso. La pulsazione può essere più intensa dopo il pianto. 

Se però la fontanella pulsa e vostro figlio vi sembra sofferente, ha la febbre, è abbattuto, è opportuno sentire il pediatra e farglielo presente.  

La fontanella del neonato è gonfia: cosa fare?

Normalmente, la fontanella è leggermente più bassa rispetto al resto della superficie della testa. Quando invece appare bombata e tesa – come una specie di bernoccolo, per darvi un’idea – e il bimbo è mogio, sonnolento e pallido, chiamate senza indugio il medico. Non vogliamo farvi agitare, ma potrebbe trattarsi di un aumento della pressione all’interno del cranio e serve un consulto specifico. 

Se ci sono altri sintomi tipo temperatura corporea molto elevata, rigidità della nuca o vomito potrebbe trattarsi di meningite. In questo caso la tempestività è fondamentale. 

Come capire se la fontanella è infossata

In alcuni casi, le fontanelle possono essere la spia di qualcosa che non va e il bambino quindi deve essere visitato. Ad esempio, se quella anteriore è molto depressa, potrebbe essere disidratato. Ve ne accorge perché la tipica rientranza della fontanella è molto marcata e percepite proprio un infossamento sulla testa, non il solito leggero avvallamento.

La disidratazione in un neonato può essere provocata da tanti fattori: difficoltà ad alimentarsi (ad esempio per il naso chiuso o la bronchiolite), febbre, vomito e/o diarrea. In tutti questi casi bisogna cercare di reidratarlo il prima possibile. Ecco perché serve il pediatra.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.