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mani di uomo e donna formano un cuore
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Numerosi studi scientifici hanno messo in rilievo come la fertilità sia direttamente correlata all’età dei partner, e diminuisca con il passare del tempo fino a cessare completamente nelle donne e diminuire in modo importante negli uomini. Sebbene le possibilità di concepimento si riducono con l’età, i processi di diminuzione della fertilità sono diversi tra i due sessi perché la riproduzione si basa su meccanismi totalmente differenti. Ma vediamo perché e come il tempo incida negativamente sulla vitalità degli spermatozoi e sulla quantità e qualità degli ovuli femminili.

Come si modifica la fertilità in uomini e donne 

Sia nell’uomo che nella donna, la fertilità risente naturalmente dei processi di invecchiamento dell’organismo, nel senso che tende a diminuire con gli anni fino a scomparire. I processi che danno inizio alla fertilità sono diversi nei due sessi. Nella donna iniziano nei primi anni della pubertà, ovvero poco prima dell’arrivo del menarca (la prima volta in cui compaiono le mestruazioni, per poi terminare con la menopausa). Nell’uomo cominciano con lo sviluppo dei caratteri sessuali e di conseguenza con la produzione, da parte dell’apparato sessuale, degli spermatozoi. 

L’età del menarca cambia da donna a donna, anche se il 95% di queste ultime ha il primo ciclo mestruale tra gli 11 e i 15 anni. Nei maschi, invece, la capacità riproduttiva inizia generalmente intorno ai 12 anni. Seppure non si interrompa invecchiando (nel senso che la produzione degli spermatozoi continua normalmente anche con il passare del tempo), risente comunque dell’età, perché diminuisce lentamente e peggiora di qualità, soprattutto con l’avvicinarsi dell’andropausa (intorno ai 40/55 anni). 

Nella donna, l’età gioca un ruolo molto più decisivo per la sua fertilità, proprio perché più si avvicina la menopausa più le sue possibilità di concepimento si riducono, mentre nell’uomo non cessano mai anche se la fertilità diminuisce gradualmente. La perdita graduale della capacità riproduttiva è un elemento da non sottovalutare, soprattutto per quelle donne che desiderano un bambino e si avvicinano ai quarant’anni. È necessario che sappiano che la “finestra” di fertilità femminile è limitata, in modo da effettuare una scelta di maternità consapevole ed evitare – quando possibile – di rimandare il momento.

In un nostro precedente articolo i consigli per aumentare la fertilità.

Perché, con l’età, diminuiscono le possibilità di concepimento

Al momento della nascita, le donne sono già dotate di un determinato numero di ovociti, che si esauriscono gradualmente con gli anni, fino a terminare completamente, senza alcuna possibilità di rigenerarsi. Dal punto di vista biologico, dunque, l’età in cui la donna è nel massimo della sua fertilità corrisponde alla fascia compresa tra i venti e i trent’anni, in cui ha una probabilità di concepimento di circa il 25% ogni mese. Questa percentuale comincia a calare col tempo e, se a 20 anni è al massimo, a partire dai 30 si abbassa al 20%. Dai 37 anni la fertilità subisce un notevole calo e da lì continua a ridursi drasticamente fino ad azzerarsi del tutto con l’avvento della menopausa, la cui età media è di 50 anni, anche se esistono forme precoci. 

A 20 anni, dunque, una donna perfettamente sana e senza problemi, ha una percentuale di concepimento alta: nel 96% dei casi può rimanere incinta entro un anno. Le percentuali continuano a ridursi più avanti con l’età: a trent’anni una donna ha ogni mese una probabilità di concepire un bambino ancora piuttosto elevata, e ben il 91% delle donne possono diventare madri entro 4 anni. È una percentuale molto alta, seppure si abbia un secondo calo dopo i 35 e dopo i 37 anni. Il 64% delle donne che hanno superato i 40 anni potrebbe diventare madre entro 4 anni di tentativi mirati. 

È bene comunque tenere conto che oggi la medicina ha fatto passi davvero importanti nel settore della procreazione e, grazie alle tecniche di fecondazione assistita, è possibile intervenire per risolvere le problematiche di fertilità che spesso impediscono alle coppie di avere un bambino. I dati sopra esposti, peraltro, sono soltanto statistici, nel senso che la fertilità di un uomo e una donna cambia da soggetto a soggetto. Eè però importante sapere cosa fare e cose evitare quando si cerca un bambino.

Fertilità: cosa succede all’uomo

L’orologio biologico dell’uomo è, al pari di quello della donna, destinato a cambiare con il tempo, riducendo innanzitutto il volume dell’eiaculato e la mobilità degli spermatozoi, che diminuisce per una percentuale che varia dal 4 al 18%. L’eiaculato, invece, si riduce dal 3 al 22%, proprio perché il suo volume è direttamente collegato all’invecchiamento delle vescicole seminali. 

Da questi dati si può comprendere come anche l’età maschile ha un peso decisivo nella capacità riproduttiva che, dopo i 35 anni, comincia a declinare progressivamente anche nell’uomo. 

Per quanto riguarda la definizione di un’esatta età maschile avanzata, gli studiosi non sono concordi, anche se ritengono che la fertilità cominci già a subire un calo drastico dopo i 50/55 anni, ma alcune problematiche si possono riscontrare già dopo i 40. Le alterazioni biologiche del liquido seminale rendono difficile il concepimento, ma possono essere correlate ad un maggior rischio di aborto nel primo trimestre di gravidanza (soprattutto nelle coppie in cui l’uomo ha superato i 50 anni e la donna i 35) e alla possibilità di un incremento di problematiche gestazionali, come ad esempio il diabete. 

Anche in questo caso, naturalmente, si parla di mere statistiche, che sicuramente non devono scoraggiare né impedire ai due partner di portare avanti il loro desiderio genitoriale. È tuttavia consigliabile, soprattutto se hanno superato i 40 anni, farsi seguire dal proprio medico di fiducia o da uno specialista, nel caso in cui il bambino non arrivi dopo 6 mesi di tentativi (le donne fino ai 35 anni possono tentare fino a un anno, in modo da ricorrere al medico in caso di insuccesso prolungato oltre questo termine).

Quali sono i rischi di una gravidanza tardiva

Oggi sono sempre di più le donne che cercano una gravidanza in tarda età e i motivi sono tanti, in primis il raggiungimento della stabilità economica. Inoltre, non sono rare le donne che cercano un bimbo a 40 anni solo perché hanno trovato tardi il partner ideale con cui condividere un progetto di vita e un figlio. 

A prescindere dalle motivazioni che hanno portato una donna ad aspettare prima di concepire, è bene che sappia che la qualità degli ovociti si riduce con gli anni e più la gravidanza è tardiva più aumenta il rischio che il feto abbia malformazioni genetiche, tra cui in particolare la sindrome di Down. 

Numerosi studi scientifici, inoltre, hanno messo in evidenza una possibile correlazione tra età dell’uomo e patologie psichiche nel bambino, come ad esempio l’autismo o i disturbi bipolari. Secondo uno studio condotto da ricercatori svedesi, i bambini nati da un padre con età superiore ai 45 anni hanno una maggiore probabilità di essere autistici. Il rischio aumenta di 1,76 volte rispetto a un padre di età compresa tra 20 e 24 anni. Gli uomini con età superiore ai 55 anni, invece, hanno una percentuale di rischio per ben 4 volte superiore. 

Si tratta di dati derivanti da statistiche relativamente recenti, ma che non devono in nessun caso scoraggiare. La possibilità di avere un bambino è legata infatti a molti altri aspetti, psicologici e fisici, e nella maggior parte dei casi, per concepire naturalmente e a prescindere dall’età, è sufficiente cercare il bambino con serenità, senza ansia, timori e stress. Ma senza dimenticare mai le buone regole, prima fra tutte l’assunzione di acido folico.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.