Questa è una di quelle notizie che certamente rassicureranno tante future mamme: il vaccino anti pertosse fatto in gravidanza per proteggere il bambino appena nato non è collegato al rischio di autismo. Lo dimostra un recente studio che adesso potrà tranquillizzare tutte le donne incinte che si chiedono se sia opportuno sottoporsi o meno a questa vaccinazione durante la gestazione.
Quando si fa il vaccino anti pertosse in gravidanza
Sempre più spesso i ginecologi raccomandano alle proprie pazienti col pancione di effettuare il vaccino anti pertosse nel terzo trimestre di gravidanza. In genere, viene fatto tra la settimana 27 e la 36. Lo scopo è quello di dare una copertura al piccolino appena nato e fino a quando non sarà il momento di fare il suo primo vaccino, intorno ai 2 mesi di vita. L’effetto del vaccino dura circa 6 mesi, ecco perché poi i neonati devono essere vaccinati a loro volta.
Recentemente, l’argomento è balzato all’onore delle cronache perché nel nostro Paese ci sono stati almeno due casi di neonati morti a causa della pertosse, una malattia che nei piccini può essere molto pericolosa perché può dare disturbi respiratori anche molto gravi. Proteggere la mamma in gravidanza con il vaccino anti pertosse significa dunque proteggere il proprio bambino. Attraverso la placenta infatti gli anticorpi arrivano al feto: alla nascita il bambino sarà coperto per questa patologia.
Il vaccino è sicuro?
In Italia, non c’è il vaccino anti pertosse singolo, ma viene proposto quello trivalente, cioè in associazione con quello contro la difterite e il tetano (Tdap). È un vaccino sicuro e che quindi può essere somministrato in gravidanza (a differenza ad esempio di quello contro la rosolia, che ha il virus attivo e che può quindi essere pericoloso). Come sempre però è possibile farsi prendere dai dubbi e dalle paure. Lo studio cui accennavamo può aiutare a fugarli.
Lo studio americano
La ricerca è stata condotta al Kaiser Permanente Southern California ed è stata pubblicata sulla rivista “Pediatrics”. Gli scienziati hanno studiato più di 80 mila bambini per un periodo di 4 anni per accertare se si fosse verificato un numero maggiore di casi di autismo tra quelli le cui madri erano state vaccinate durante la gravidanza. Solo 569 bambini (1,5% del totale) le cui mamme avevano ricevuto la vaccinazione, hanno successivamente avuto una diagnosi di autismo, rispetto a 772 bambini (1,8%) le cui madri non erano state vaccinate.
Secondo gli esperti “non è stata trovata alcuna associazione tra il vaccino Tdap ricevuto durante la gravidanza e l’autismo nei bambini. Se c’era qualche esitazione tra le future mamme possono essere rassicurate, fare il vaccino non aumenta il rischio di autismo nei bambini”, spiegano i ricercatori americani. Così come le nostre autorità sanitarie, anche i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi incoraggiano le donne in gravidanza a sottoporsi al vaccino anti pertosse in gravidanza per dare una maggiore protezione ai bambini.
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