Contents
- Cosa sono gli spasmi affettivi
- Quali sono le cause
- Come riconoscere gli spasmi affettivi?
- Quando si verificano gli spasmi affettivi?
- Spasmi affettivi: sono pericolosi?
- Quando rivolgersi al pediatra
- Cosa fare quando un bambino perde il respiro
- Cosa non fare durante uno spasmo affettivo
- Si possono prevenire gli spasmi affettivi?
Un pianto disperato, inconsolabile, causato da una caduta o da un capriccio. Il viso che diventa pallido o bluastro. Il respiro che si interrompe. La perdita di coscienza. Una manciata di secondi e tutto torna alla normalità, anche se a voi sembrerà di aver perso letteralmente dieci anni di vita! Che è successo? Niente di grave: si è trattato “semplicemente” di spasmi affettivi, un fenomeno molto comune tra i bambini, per fortuna innocuo, ma certamente capace di terrorizzare qualsiasi genitore. Affrontiamo insieme questo argomento, così proviamo a tranquillizzarci e impariamo come comportarci.
Cosa sono gli spasmi affettivi
Gli spasmi affettivi sono delle reazioni involontarie e improvvise del bambino ad uno stimolo emotivo rilevante. Un rimprovero, un dolore fisico acuto, uno spavento, la rabbia, la frustrazione, ma anche una sorpresa inaspettata sono alcuni dei motivi che provocano un pianto così forte che, ad un certo punto, toglie il fiato. Il bambino smette di respirare e sviene, per poi riprendersi completamente dopo pochissimo . La “crisi” infatti dura al massimo un minuto, un tempo irrisorio che a una mamma o un papà sembra eterno…
Alla base degli spasmi affettivi dei bambini c’è sempre una causa scatenante, cioè uno stress emotivo potente, in grado di farli piangere intensamente. Sono piuttosto frequenti: sembra infatti che interessino il 5% dei bambini. In circa il 25% dei casi c’è una storia familiare di spasmi affettivi.
Si distinguono due forme di spasmi affettivi:
- cianotici: sono i più diffusi (85% dei casi). Durante la crisi di pianto, il volto del bambino e in particolare le labbra diventano violacei.
- Pallidi: a differenza del precedente tipo, in questi casi (più rari) il bambino piange meno, diventa pallido a causa dell’alterazione del respiro e sviene quasi subito. Inoltre, la sua frequenza cardiaca si abbassa. Molto spesso gli spasmi affettivi pallidi sono collegati ad un dolore forte.
Talvolta gli spasmi affettivi vengono confusi con qualche malattia neurologica, per esempio l’epilessia. In realtà, sono due cose completamente diverse perché gli spasmi affettivi sono direttamente connessi ad un fattore emotivo, mentre le crisi epilettiche si presentano in qualsiasi momento, anche durante il sonno, e indipendentemente da ciò che la persona prova o sta facendo. Tenete inoltre presente che gli spasmi affettivi non predispongono all’epilessia.
Quali sono le cause
Le cause degli spasmi affettivi dei bambini non sono ancora del tutto note e ci sono molti studi in corso per indagarle. Alcune ricerche hanno dimostrato una correlazione tra la tendenza ad avere spasmi affettivi e la carenza di ferro. Questo minerale è un elemento importante per il buon funzionamento dei neurotrasmettitori, molecole del sistema nervoso centrale.
Come riconoscere gli spasmi affettivi?
Gli spasmi affettivi nei bambini seguono un “copione” sempre uguale:
- il bimbo piange disperatamente, a seguito di uno stimolo dirompente.
- La sua respirazione cambia, finché “perde il respiro” e va in apnea.
- Diventa pallido o cianotico in viso.
- Si verifica la breve perdita di coscienza.
- Il bambino fa una profonda inspirazione, torna cosciente, respira normalmente.
Inutile provare a negarlo: la prima volta che si trovano davanti ad uno spasmo affettivo i genitori si spaventano da morire perché non sanno cosa sta succedendo. Vedere il proprio figlio che sviene, magari roteando gli occhi all’indietro, fa pensare al peggio. Molti chiamano il pediatra oppure si recano al pronto soccorso senza pensarci due volte. Poi pian piano li riconoscono e li gestiscono. Ma il primo episodio difficilmente si dimentica.
Quando si verificano gli spasmi affettivi?
L’incidenza maggiore degli spasmi affettivi si registra tra i 6 e i 18 mesi di vita. A volte però durano sino ai 4 anni. Gli spasmi affettivi nel neonato sono abbastanza rari e comunque si presentano dopo la prima settimana dal parto. Qualora però si verificassero, è opportuno avvisare il pediatra. Sarà suo compito escludere problematiche cardiache o respiratorie, che potrebbero avere una sintomatologia simile.
Spasmi affettivi: sono pericolosi?
No: gli spasmi affettivi non sono pericolosi, anche se indubbiamente potrebbero impressionare. Sono assolutamente benigni e non comportano danni alla salute (specialmente a livello cardiaco o neurologico), né a breve né a lungo termine.
Quando rivolgersi al pediatra
Se gli spasmi affettivi accadono ripetutamente è meglio rivolgersi al proprio pediatra di fiducia. Farà la diagnosi sulla base del racconto dei genitori, ma non serviranno visite specialistiche particolari. Al massimo potrà prescrivere gli esami del sangue per controllare che non ci sia un deficit di ferro e al più un elettrocardiogramma per escludere problemi a carico del cuore.
Il pediatra deciderà di procedere con gli approfondimenti diagnostici se gli episodi sono lunghi oppure se ci sono altri sintomi (ad esempio, movimenti di braccia e gambe durante la crisi) che potrebbero far sospettare qualche disturbo neurologico. In genere, ulteriori indagini vengono richieste più spesso in caso di spasmi affettivi pallidi.
Cosa fare quando un bambino perde il respiro
La prima cosa da fare durante uno spasmo affettivo è la più difficile per un genitore: non allarmarsi e mantenere la calma. Eh, pare facile, vero? Lo sappiamo, non lo è. Eppure è davvero il miglior consiglio che possiamo dare. L’ansia non aiuta. L’aspetto positivo – se così si può dire – degli spasmi affettivi è che sono veloci e passano in fretta.
Quando la crisi inizia, bisogna essere tempestivi: soffiare sul viso, spruzzarlo con un po’ di acqua o passarvi sopra una pezza fredda sono tutte azioni che possono interrompere l’apnea prima che il bambino perda i sensi. Inoltre, mettetelo supino o tenetelo in braccio, in modo che non si faccia male.
Che fare invece dopo lo spasmo? Coccolate e rassicurate vostro figlio, minimizzando ciò che è accaduto. Mai enfatizzare gli spasmi affettivi, nemmeno parlandone a terze persone in presenza del bambino. In più, se il pianto è stato scatenato dalla richiesta pressante di qualcosa (ad esempio un giocattolo o una merendina) non assecondatela: passerà il messaggio che il pianto gliel’ha fatta ottenere e questo non è corretto.
Cosa non fare durante uno spasmo affettivo
Alcuni comportamenti vanno evitati durante gli spasmi affettivi:
- non fatevi prendere dal panico e non urlate.
- Non date da bere e non mettete nulla in bocca (piuttosto controllate che sia vuota).
- Non scuotete il piccolo.
- Non massaggiatelo.
- Non eseguite manovre rianimatorie.
Si possono prevenire gli spasmi affettivi?
Non esiste un modo per prevenire gli spasmi affettivi in senso stretto: potrebbero arrivare davvero dal nulla, come un fulmine a ciel sereno. Se però scoprite che vostro figlio ne è soggetto, il pediatra potrebbe suggerire delle strategie relazionali e comportamentali per ridurre la frequenza con cui si verificano. Ovviamente questo è possibile con bambini un po’ più grandi, non certo con i neonati.
Facciamo un esempio. Talvolta i bimbi usano il pianto a dirotto per attirare l’attenzione dell’adulto o perché vogliono insistentemente qualcosa. Quando annusate il “pericolo” che ciò sta per succedere, provate a creare delle condizioni alternative per spostare l’interesse del bambino su altro. Bisogna cioè cercare di evitare situazioni impegnative o “sconvolgenti” dal punto di vista emotivo.
Occorre quindi imparare ad attuare una strategia educativa “soft”, cercando di non arrivare allo scontro o alla sfida aperta e, quindi, a pianti e lacrime. Se ci sono capricci in vista, fate una proposta differente: potrebbe funzionare per tenere alla larga gli spasmi affettivi, facendovi stare molto più sereni.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.