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Una delle più frequenti malattie infettive dell’età pediatrica è nota come quinta malattia: questa infezione virale si manifesta con un tipico arrossamento che compare sulle guance e che la rende inconfondibile ai pediatri, ma anche ai genitori.
Andiamo a scoprire cause, sintomi e cura di questo disturbo molto diffuso fra i più piccoli e particolarmente contagioso, con un occhio di riguardo rispetto alle eventuali complicazioni legate al virus in gravidanza. Informarsi è infatti il primo passo per proteggere sé stesse e il proprio bambino.
Cos’è la quinta malattia
La quinta malattia è la conseguenza di un’infezione virale ed è una delle tante malattie esantematiche dell’infanzia, come la rosolia, il morbillo o la varicella. Come vedremo, i sintomi della quinta malattia non sono particolarmente aggressivi e può succedere che l’infezione compaia senza che i piccoli pazienti e i genitori se ne rendano conto.
È una patologia virale molto contagiosa e talmente comune che circa il 50% degli adulti presenta gli anticorpi.
Sintomi
Come abbiamo accennato, i sintomi della quinta malattia possono essere lievi e far pensare a una classica sindrome influenzale; essi comprendono:
- mal di gola;
- mal di testa;
- stanchezza e spossatezza;
- febbre leggera, anche se non sempre compare;
- dolori articolari, sintomo più frequente negli adulti;
- il classico eritema, rossore che inizia su entrambe le guance seguìto da un’eruzione su braccia, tronco e gambe.
È proprio quest’ultimo il sintomo che, dopo opportuna visita, conferma la diagnosi di quinta malattia.
Cause
La quinta malattia è causata dal Parvovirus B19, microrganismo della famiglia dei Parvoviridae a DNA; il nome scientifico della manifestazione clinica che ne deriva è Megaloeritema infettivo.
Complicanze
La sintomatologia di questa infezione virale non è particolarmente impegnativa; infatti, di solito la quinta malattia ha un decorso molto tranquillo. Ci possono essere alcuni casi, tuttavia, in cui la quinta malattia potrebbe causare complicanze; fra i soggetti più a rischio vi sono:
- le persone in stato di immunodepressione, come i malati di AIDS o i pazienti oncologici sotto farmaci chemioterapici;
- le donne in gravidanza;
- le persone con alcune patologie del sangue come l’anemia emolitica, la leucemia, l’anemia falciforme, la talassemia.
In questi casi, la quinta malattia può sfociare in problematiche come calo drastico dei globuli rossi, anemia acuta, leucopenia (numero di globuli bianchi inferiore alla norma).
Come si prende la quinta malattia
La trasmissione della quinta malattia avviene principalmente tramite goccioline di saliva e altre secrezioni respiratorie, emesse con tosse o starnuti. Il contagio può avvenire anche tramite il contatto diretto con superfici contaminate dal virus.
Periodo di incubazione
Una volta avvenuta l’esposizione al Parvovirus B19, i sintomi della quinta malattia possono comparire da 4 a 14 giorni dopo. In questo periodo, è possibile diffondere l’infezione senza esserne consapevoli, poiché il contagio è maggiore prima che ci siano sintomi evidenti.
Dalla comparsa dell’esantema sul viso, la guarigione avviene nel giro di quattro giorni al massimo. L’eritema si risolve spontaneamente, di solito, entro otto giorni per la gran parte dei pazienti; per alcuni, invece, la scomparsa dell’eruzione cutanea richiede dalle due alle tre settimane.
I bimbi che contraggono la quinta malattia possono rientrare a scuola appena guariti perché non è necessario un periodo di isolamento.
Come si cura
Essendo un’infezione virale, la quinta malattia non può essere trattata con farmaci specifici: la cura è mirata infatti al contenimento dei sintomi. Tuttavia, la sintomatologia legata alla quinta malattia è quasi sempre molto lieve e benigna e non necessita di particolari attenzioni e trattamenti.
In caso di fastidio dovuto alla febbre, dietro consiglio medico, possono essere somministrati comuni antipiretici; è inoltre raccomandato mantenere una buona idratazione e consentire al piccolo paziente di riposare in modo adeguato.
Come prevenire la quinta malattia
Purtroppo, non esiste un vaccino per la quinta malattia, quindi la prevenzione dal contagio si basa essenzialmente su alcune buone abitudini igieniche, come:
- lavare frequentemente le mani;
- evitare il contatto con persone infette, soprattutto se si è in gravidanza;
- insegnare ai bambini a coprirsi la bocca quando tossiscono o starnutiscono.
Quinta malattia e gravidanza
Abbiamo fatto cenno al fatto che il contagio da Parvovirus B19 in caso di gravidanza potrebbe comportare alcune complicanze, soprattutto se avviene nel primo trimestre di gestazione, con conseguenze per la maggior parte a carico del feto. Ciononostante, prima di andare a spiegare i pericoli della quinta malattia in gravidanza, è doveroso tranquillizzare le future mamme: la stragrande maggioranza di voi ha già avuto questa infezione virale durante l’infanzia, anche se non lo sapete o non lo ricordate.
Qualora doveste contrarre la quinta malattia e foste incinte, il virus potrebbe superare la barriera placentare e infettare il bambino; alcune conseguenze possono essere:
- anemia fetale;
- miocardite;
- idrope fetale (accumulo di liquidi nel feto).
È quindi consigliabile evitare il contatto con persone infette, soprattutto nei primi mesi di gestazione, e parlarne con il proprio ginecologo se si sospetta un possibile contagio.
Se la mamma in attesa presenta invece gli anticorpi anti Parvovirus B19, significa che ha già avuto la malattia e risulta dunque protetta: in caso dovesse, quindi, stare accanto ad un paziente affetto da quinta malattia, non correrebbero alcun rischio né lei né il bimbo nel pancione.
Fonti
- Ministero della Salute;
- Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.