Il ginecologo vi ha appena confermato che siete incinta e mentre ancora state ragionando su quanto questa parola vi ha già cambiato la vita ecco che arriva la sfilza di esami dai nomi strani che durante i nove mesi della gravidanza diventeranno familiari: test di combs, rubiotest, emocromo, curva glicemica e toxoplasmosi. E noi vi diciamo tutto quello che dovete sapere.
Alla parola toxoplasmosi, la mummy-to-be dotata di smartphone che c’è in ognuna di noi inizia la sua ricerca online. Ed ecco spuntare le notizie più varie, da quelle in perfetta terminologia medica agli elenchi “cosa fare per evitare l’infezione” tipiche dei forum di consigli tra “pance”.
Cerchiamo allora, care iMamme, di fare un po’ di chiarezza su cosa è la toxoplasmosi, come prevenirla e, in caso, curarla. La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita, Toxoplasma gondii, che solitamente non dà sintomi oppure sono aspecifici, come quelli di un raffreddore: per questo è molto importante ripetere l’esame sugli anticorpi durante i nove mesi della gravidanza per controllare eventuali infezioni.
Le conseguenze per il bambino possono essere anche gravi, ma esistono terapie antibiotiche mirate che possono bloccare il contagio da madre a feto. Secondo gli studi, le ripercussioni sul piccolo sono più serie se il parassita viene contratto nel primo trimestre della gravidanza.
Ma cosa bisogna fare per evitare di prendere questa infezione? Poche semplici regole. Prima di tutto cucinare bene qualsiasi tipo di carne, infatti il rischio principale arriva proprio dall’alimentazione. Lavare bene le mani dopo aver toccato la carne cruda, pulire con acqua e bicarbonato o amuchina verdure e frutta e risciacquare bene le mani dopo aver maneggiato la terra. Infatti, anche il giardinaggio nasconde qualche insidia a causa delle feci di animali contagiati, come topi o piccioni, che possono contaminare il terreno e trasmettere la toxoplasmosi.
E i nostri amici gatti? Per molto tempo sono stati trattati come “la bestia nera” delle mamme in attesa. Ma non è poi così vero: in particolare i gatti domestici, che mangiano cibo in scatola e la cui lettiera viene cambiata regolarmente (anche ogni giorno, ma meglio chiedere di farlo al marito!) non rappresentano un rischio per le donne incinta. Attenzione, invece, ai gatti randagi, che possono trasmettere l’infezione.
E se a casa può venirvi tutto più semplice (dopo tutto siete voi ai fornelli che potete controllare quanto far cuocere la carne), attenzione al ristorante: dite subito che siete incinta e siate puntigliose!
E infine una buona notizia per le ragazze che con i primi esami scoprono di aver già avuto la toxoplasmosi: chi l’ha già contratta non rischia di riprenderla.
Se volete approfondire, consultate il sito dell’Istituto superiore di sanità.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.