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come togliere il ciuccio
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Sembra un semplice accessorio, ma in realtà è molto di più. Per tanti bambini il ciuccio riveste un’importanza enorme e soddisfa diversi bisogni, in primis quello della suzione, un istinto fortissimo sin dalla nascita. Ma ha anche una funzione consolatoria ed è pure un oggetto transizionale, alla stregua di un morbido orsacchiotto.

Ad un certo punto però arriva un traguardo fatidico: quello di togliere il ciuccio. L’uso prolungato infatti non è privo di rischi per la salute. Tra i problemi più comuni ci sono le alterazioni dentali, come il morso aperto o il morso incrociato, che possono richiedere interventi ortodontici correttivi. Inoltre, può favorire la comparsa di infezioni alle orecchie, poiché la suzione può alterare la pressione nell’orecchio medio. Alcuni studi suggeriscono anche una possibile correlazione tra l’utilizzo duraturo del ciuccio e un ritardo nello sviluppo del linguaggio, poiché il bambino potrebbe avere meno opportunità di esercitare le sue abilità verbali.

Togliere il ciuccio può essere una sfida sia per i bimbi che per i genitori. Ma va considerata  come una tappa della crescita basilare che richiede pazienza, comprensione, costanza e perseveranza. In questo articolo cercheremo di capire quando è opportuno togliere il ciuccio, diversi modi per farlo senza traumi e le alternative che possono facilitare il processo. Infine, vedremo il metodo montessoriano, noto per il suo approccio rispettoso e naturale.

Qual è l’età giusta per togliere il ciuccio?

Partiamo da un fatto incontrovertibile: ogni bambino è a sé e ha i suoi tempi per qualsiasi cosa: togliere il pannolino, passare dal latte ai cibi solidi, addormentarsi nel suo lettino da solo. E anche dire addio all’amato succhietto. Quindi, non esistono tempistiche giuste e uguali per tutti perché variano in base al singolo soggetto.

Gli esperti si dividono sull’opportunità di offrire il ciuccio o meno e, in linea generale, suggeriscono di liberarsene entro i 3 anni d’età per cercare di non andare incontro alle problematiche cui facevamo riferimento. L’American Academy of Pediatrics raccomanda di non darlo nelle fasi iniziali dell’allattamento (più o meno nelle prime 4-6 settimane di vita) e di eliminarlo entro i 2-3 anni. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù concorda su questa “scadenza”, anche se sottolinea che riuscire nell’”impresa” in maniera graduale tra i 6 e i 12 mesi sarebbe l’ideale.

Togliere il ciuccio è una decisione che dipende da vari fattori, tra cui l’età del bambino, il suo livello di attaccamento, le fasce della giornata in cui lo usa più frequentemente. Vediamo come affrontare questa fase a diverse età.

Come togliere il ciuccio a 6 mesi? Con estrema gradualità, poiché il bambino è ancora molto piccolo. Sembra però che, in caso di distacco precoce, il periodo di adattamento alla nuova situazione sia meno tortuoso: il piccolo si abituerà un po’ più facilmente e le eventuali “crisi” passeranno più in fretta.

La questione si complica man mano che l’età avanza. A 2 anni, il bambino potrebbe ancora essere molto legato al ciuccio, ma è comunque possibile iniziare a limitarne l’uso, fino ad uno stop definitivo. Ad esempio, per togliere il ciuccio a 2 anni, si può cominciare utilizzandolo solo per il sonno. Riducendo gradatamente le occasioni in cui il ciuccio è consentito, si può facilitare l’abbandono completo.

Togliere il ciuccio a 3 anni potrebbe riservare piacevoli sorprese. A questa età, molti bambini sono pronti a lasciarlo, anche perché è possibile spiegare loro perché è arrivato il momento di farlo, coinvolgendoli attivamente nel processo. Si può mettere in pratica un rituale simbolico, come regalare il ciuccio a Babbo Natale o ai personaggi delle fiabe.

Disabituare al ciuccio può avere delle conseguenze, anche se non sono gravi, ma destinate a passare velocemente. I primi tempi senza ciuccio il bambino potrebbe essere più nervoso, avere qualche difficoltà a dormire o a mangiare. Ma non c’è da preoccuparsi: è solo un fisiologico assestamento alla nuova realtà.

Le idee per toglierlo

La parola d’ordine è gradualità. Anche se c’è chi opta per metodi drastici, come togliere il ciuccio improvvisamente, è consigliabile procedere per step. Il primo consiste nella riduzione del tempo in cui poter tenere il ciuccio nel corso della giornata. Invece di permetterlo H24, si scelgono degli orari o delle situazioni in cui consentirlo, ad esempio i momenti di sonno o di maggiore stress.

Per togliere il ciuccio senza traumi, il bimbo deve essere protagonista di questo passaggio per lui “epocale”: va reso partecipe della decisione. Per esempio, può scegliere il posto dove conservarlo quando non viene utilizzato. Inoltre, è opportuno spiegargli – in parole semplici e senza discorsi troppo lunghi che non capirebbe – i motivi per cui occorre abbandonarlo.

È importante evitare che questo distacco coincida con altri eventi particolari ed emotivamente impegnativi. Per esempio, in caso di inserimento al nido o alla scuola materna, arrivo di un fratellino, trasloco in una nuova casa, spannolinamento, è meglio rimandare. Sono condizioni in cui il bambino ha bisogno di maggiore rassicurazione.

È bene lodare sempre vostro figlio per ogni successo raggiunto, ad esempio se fa un sonnellino senza ciuccio. Potreste anche pensare a piccoli premi. Viceversa, non bisogna mai minimizzare né prendere in giro con frasi tipo “Ormai sei grande! Basta ciuccio” oppure “Sei ridicolo con il succhietto in bocca!”. Vanno evitati anche punizioni, ricatti, umiliazioni.

No anche ai metodi bruschi, come far sparire il ciuccio di punto in bianco oppure intingerlo in sostanze dal sapore sgradevole. Non farebbero altro che provocare rabbia, insicurezza, impotenza o paura. Quindi, sono solo controproducenti.

Come togliere il ciuccio la notte è un dilemma per moltissimi genitori, anche perché può essere particolarmente difficoltoso, soprattutto se il bambino ha paura del buio, una fobia molto comune intorno ai 3 anni di età. Tra l’altro, dormire significa ritrovarsi da solo, senza le proprie figure di riferimento accanto.

Una tecnica efficace è quella di creare un rituale rassicurante e di sostituire il ciuccio con un oggetto di conforto, come un peluche. Inizialmente, si può ridurre poco alla volta il tempo in cui il bambino ha il ciuccio durante la notte, fino a eliminarlo del tutto.

Cosa si può usare al posto del ciuccio?

Come accennato in precedenza, spesso il ciuccio è considerato un oggetto transizionale. Ci sono diverse opzioni che possono sostituirlo, offrendo al bambino conforto e sicurezza. Eccone alcune:

  • peluche.
  • Doudou.
  • Canzoni o ninne nanne.
  • Abbracci e coccole extra.

Quando il piccolo chiede il ciuccio con insistenza o si lascia andare alla frustrazione di non poterlo ottenere, la contromisura da prendere è quella di proporre delle attività alternative: leggere un libro (a proposito: ce ne sono tantissimi su questo argomento e possono essere di grande supporto per mamme e papà), cantare una canzone, giocare insieme, farsi le coccole, uscire per una passeggiata. In questo modo si distrarrà dalla sua richiesta.

Togliere il ciuccio: metodo montessoriano

Il metodo montessoriano tout court si basa su un approccio rispettoso ed empatico, che poi è quello migliore per togliere il ciuccio. Secondo questo le teorie di Maria Montessori, è essenziale osservare il bambino e capire quando è pronto per lasciare il ciuccio. Non si forzano i tempi, ma si accompagna in modo molto soft.

Un esempio di questa metodica è creare una sorta di rito di passaggio, dove il bambino può “regalare” il ciuccio a un personaggio immaginario o a un amichetto. Questo lo aiuta a comprendere il significato del passaggio e a sentirsi orgoglioso del proprio percorso.

Fonti

  • Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
  • American Academy of Pediatrics
  • American Academy of Pediatric Dentistry

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.