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Fumare in allattamento
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Il fumo di sigaretta è notoriamente molto dannoso, sia per chi fuma sia per chi respira il fumo passivo altrui. Se durante la gravidanza i rischi legati al fumo sono percepiti dalla donna in attesa in modo concreto e tangibile, purtroppo si tende spesso a sottovalutare i danni provocati dal fumare in allattamento: in questo articolo andremo a fare chiarezza sugli effetti negativi che legano fumo e allattamento, sulle possibili ripercussioni su mamma e neonato e vedremo come tentare di abbandonare questo vizio così nocivo.

Si può fumare in allattamento?

Come facilmente intuibile, fumare in allattamento è fortemente sconsigliato da tutti i rappresentanti medici e sanitari, a partire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; sono infatti molteplici le ragioni che portano a considerare molto pericolosa questa pratica.

Se proprio la mamma non dovesse riuscire ad abbandonare completamente l’abitudine di fumare durante l’allattamento, è opportuno fornire alcune informazioni utili per arginarne quantomeno le conseguenze negative.

Quanto tempo resta il fumo nel latte materno

È stata riscontrata la permanenza di nicotina e altre sostanze nocive nella composizione del latte materno fino a 3-4 ore dall’ultima sigaretta fumata; chiaramente, tale dato è influenzato dalla frequenza e dal numero di sigarette fumate dalla mamma nell’arco della giornata. Il tasso di nicotina presente nel sangue (e nel latte) aumenta in modo repentino subito dopo aver fumato, mentre tende a ridursi notevolmente (circa della metà) nella successiva ora e mezza.

Va da sé che il consiglio è quello di limitare al massimo le sigarette fumate in un giorno tenendo presente quanto appena illustrato sulle tempistiche di permanenza delle sostanze nocive nel latte materno.

Quanto tempo deve passare fra una poppata e una sigaretta

Come abbiamo detto, la nicotina e le altre decine di sostanze tossiche presenti nelle sigarette si ritrovano nel latte materno anche 4 ore dopo l’ultima sigaretta fumata; nei 90 minuti successivi, tuttavia, la presenza di nicotina si dimezza riducendo di molto tutti i rischi derivanti dal fumare in allattamento.

Ciò detto, è auspicabile attendere almeno un’ora e mezza fra una sigaretta e una poppata, nonché seguire alcuni essenziali accorgimenti per rendere fumo e allattamento compatibili, nei limiti del possibile:

  • lavarsi immediatamente le mani dopo aver fumato e prima di tenere in braccio il bambino;
  • cambiarsi i vestiti prima di prendere il bimbo: non sottovalutate i danni derivanti dal fumo che resta attaccato ai vostri abiti;
  • fumare sempre all’esterno;
  • limitare il numero di sigarette giornaliere (non più di dieci);
  • evitare di dormire con il bambino.

Si possono fumare IQOS e sigarette elettroniche in allattamento?

Il suggerimento è sempre lo stesso: l’abitudine al fumo in allattamento andrebbe drasticamente diminuita, se non si riesce ad eliminare totalmente, a prescindere dal tipo di sigaretta che si è soliti fumare.

Anche le sigarette elettroniche o e-cig, benché abbiano quantità nettamente inferiori di sostanze nocive rispetto a quelle classiche, non sarebbero tuttavia consentite in allattamento. Contengono infatti:

  • nicotina (ad un livello più basso, ma comunque presente);
  • metalli pesanti;
  • derivati del benzene;
  • formaldeidi;
  • glicerolo.

Tutte queste componenti delle e-cig vanno a finire nel circolo ematico della madre, di conseguenza contaminano il latte e sono potenzialmente dannose per il bambino.

Le IQOS differiscono dalle e-cig per la modalità con cui il tabacco viene bruciato, ma ciò non toglie che gli elementi tossici nella sigaretta che vi viene inserita restano comunque presenti, seppur in minima parte, rendendo pertanto tale dispositivo non del tutto innocuo durante l’allattamento.

Cosa succede se la mamma fuma in allattamento

Come abbiamo già sottolineato, fumare durante l’allattamento è altamente sconsigliato da qualunque medico e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in quanto potenzialmente molto dannoso, per la mamma ma anche per il bambino.

I rischi per il bambino

L’OMS raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi di vita del bambino e sconsiglia fortemente di fumare durante l’allattamento, poiché tale pratica comporta importanti e pesanti rischi per il neonato, quali:

  • infezioni frequenti dell’apparato respiratorio;
  • probabilità maggiore di sviluppare problemi gastrointestinali;
  • possibilità doppia che si verifichi la morte improvvisa del neonato/lattante (SIDS);
  • frequenza più alta di riniti allergiche;
  • maggiore probabilità di asma;
  • potenziali problemi epatici e polmonari;
  • maggiore probabilità di sviluppare dipendenze in età adulta;
  • disturbi del sonno;
  • alterazioni della funzionalità della tiroide.

Indubbiamente una lunga lista di effetti negativi sul bambino derivanti da fumo e allattamento: queste ipotetiche conseguenze sono tutte molto serie, alcune anche letali. È opportuno ricordare che la probabilità che si verifichino è legata anche al numero e alla frequenza di sigarette fumate dalla madre.

I rischi per la mamma

I danni derivanti dalla dipendenza da tabacco sono ormai noti a tutti: oltre alle potenziali neoplasie di vario genere, ai problemi al sistema cardiocircolatorio, alla pelle, ai denti e in generale all’organismo, la donna che non smette di fumare durante l’allattamento potrebbe notare una diminuzione della produzione di latte.

Vedremo a breve come questo avviene, ma è da tenere presente che una riduzione della lattazione potrebbe influire negativamente sull’allattamento al seno portando al possibile fallimento di una pratica che, se si desidera intraprendere, gioverà senz’altro a voi e al vostro bambino.

Il fumo ha effetti sulla produzione del latte?

Come appena accennato, è stata notata una correlazione fra il fumo durante l’allattamento e una minore produzione del latte materno.

Partendo dal presupposto che molto dipende dalla quantità di sigarette e dalla frequenza con cui la madre ne fa uso, sembra che tale riduzione della lattazione dipenda dalla nicotina in eccesso nel sangue, che agisce come un inibitore della prolattina (l’ormone responsabile della produzione di latte materno, naturalmente secreto durante la suzione del neonato) tramite un aumento dei livelli di somatostatina.

È bene inoltre sottolineare che fumare in allattamento più di dieci sigarette al giorno altera anche la qualità del latte: dall’analisi del latte delle mamme fumatrici si riscontra spesso una forte carenza di vitamina C.

Come smettere di fumare in allattamento?

Riuscire a smettere di fumare è già di per sé molto difficile, in quanto la nicotina crea una dipendenza piuttosto profonda; durante il periodo post parto e l’allattamento, inoltre, la mamma potrebbe sperimentare una condizione di ansia e stress, abbastanza fisiologici in questo periodo, ma di sicuro controproducenti se si volesse tentare di abbandonare l’abitudine del fumo.

Oltre al noto cerotto alla nicotina, un valido alleato per cominciare la propria “disintossicazione” dal vizio del fumo, la raccomandazione è quella di rivolgersi a esperti del settore: è ormai radicata sul territorio nazionale una fitta rete di medici e specialisti di vario genere in grado di fornire aiuto e assistenza a tutti coloro i quali vogliano intraprendere un percorso di abbandono del tabacco, per una qualità di vita più sana per se stessi e, nel vostro caso, per i vostri bambini.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.