Skip to main content
search
protezione pertosse
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

La pertosse è una malattia infettiva delle vie respiratorie estremamente contagiosa con un potenziale di trasmissibilità R0 tra 12-17, provocata da un batterio chiamato Bordetella pertussis

È una malattia conosciuta da molti anni, ma ancora oggi non vi è un’adeguata consapevolezza della sua gravità, soprattutto se contratta da neonati o da bambini molto piccoli. Per evitare di mettere a rischio di contagio da pertosse i nostri figli, sono necessarie due condizioni: che gli adulti mantengano la protezione anticorpale nei suoi confronti, facendo un richiamo vaccinale ogni 10 anni, e che le future madri già durante la gravidanza agiscano per proteggere il loro bambino prima ancora che sia nato. 

Ecco dunque cinque buoni motivi per vaccinarsi e far vaccinare contro la pertosse

  1. Gravità della malattia nel primo anno di vita  

Per i neonati e i bambini nel primo anno di vita la malattia può essere molto grave o addirittura mortale in 2 casi su mille

A correre i pericoli più grandi sono i neonati e i lattanti nei primissimi mesi di vita, quando non hanno ancora iniziato o concluso il loro percorso vaccinale. Le complicazioni più frequenti sono dovute a sovrainfezioni batteriche, che possono provocare otiti, bronchiti e polmoniti. Queste ultime possono essere responsabili di crisi di apnea ed insufficienza respiratoria, molto pericolose a causa della mancanza di ossigeno al cervello e per le quali di solito si rende necessario il ricovero ospedaliero. In una piccola percentuale di casi, la pertosse può causare danni neurologici permanenti a causa di emorragie cerebrali dovute agli attacchi spasmodici di tosse. Nei casi più gravi, le complicanze sopra descritte possono portare addirittura al decesso del piccolo paziente. 

2. Difficoltà di diagnosi ed elevata contagiosità 

I momenti di maggiore contagiosità sono il periodo d’incubazione e quello catarrale. In queste fasi, i sintomi o sono del tutto assenti o si possono confondere con un semplice raffreddore o una banale infezione delle alte vie respiratorie. In ambito familiare, circa l’80-90% delle persone non coperte dalla vaccinazione può contrarre pertosse da un parente infetto

3. Scarsa efficacia della terapia antibiotica contro la pertosse. 

Risulta difficile intervenire efficacemente dopo che i sintomi della pertosse si sono manifestati. Infatti, la terapia antibiotica per combattere l’infezione batterica è efficace solo se somministrata nel periodo d’incubazione o all’inizio della fase catarrale, quando di fatto la malattia è difficile da diagnosticare

Nella fase successiva, quando i sintomi sono ormai manifesti, gli antibiotici hanno scarsa efficacia sul decorso della malattia e sono utili solo per limitare la diffusione dell’infezione. 

4. Durata limitata dell’immunità 

L’immunità fornita sia dalla vaccinazione che dalla malattia naturale, si riduce progressivamente nel tempo, rendendo così possibili successive infezioni. 

Nell’adulto sano, di solito le nuove infezioni si presentano con sintomi e decorsi più lievi; tale circostanza non agevola la diagnosi, il trattamento e l’isolamento del malato dai propri familiari, favorendo in questo modo lo sviluppo di casi gravi di pertosse in neonati e lattanti di pochi mesi. E’ necessario quindi che l’adulto effettui il richiamo vaccinale ogni 10 anni dopo l’ultima dose di vaccino prevista dal calendario vaccinale (durante l’adolescenza, 12°-18° anno). 

Le future mamme invece, dovrebbero vaccinarsi contro la pertosse nel terzo trimestre di gravidanza, idealmente intorno alla 28a settimana, non solo per immunizzare se stesse, ma per trasmettere al nascituro una quantità elevata di anticorpi che lo proteggeranno nei primi 2 mesi di vita. 

5. Inconsapevolezza dell’infezione nell’adulto 

Le persone che sono a contatto con il neonato possono trasmettere la pertosse senza sapere di essere malate. 

L’80% dei neonati con meno di 1 anno che contraggono la pertosse vengono contagiati da parenti stretti che li contagiano senza sapere di essere malati. 

Occorre quindi proteggere in modo responsabile i neonati dal rischio di contrarre la pertosse. Questa protezione può essere ottenuta se la mamma, il papà, i nonni e tutte le persone a stretto contatto con il neonato nei primi mesi di vita avranno un livello adeguato di anticorpi contro questa malattia. 

La pratica di circondare i neonati di persone correttamente vaccinate contro la pertosse, definita ‘Cocooning’, li protegge da un’infezione che potenzialmente, può addirittura mettere in pericolo la loro vita. 

Concludendo, al fine di prevenire la diffusione della pertosseè fortemente raccomandata l’adesione al programma vaccinale nei bambini e negli adulti, mentre per le future madri è fortemente raccomandata la vaccinazione anti-pertosse durante il terzo trimestre di gravidanza

Bibliografia  

1. http://www.ospedalebambinogesu.it/pertosse#.X2-pf5Mzbox 
2. Weekly epidemiological record Relevé épidémiologique hebdomadaire 28 AUGUST 2015, 90th YEAR / 28 AOÛT 2015, 90e ANNÉE No. 35, 2015, 90, 433–460  
3.Red Book 2018-2021 American Academy of Pediatrics XXXI edizione 
4. Nuove sfide nella prevenzione per mamma e neonato. Investire nelle vaccinazioni raccomandate in gravidanza. La pertosse. dr.ssa Anna Franca Cavaliere prof. Giovanni Scambia 
5.  Effectiveness of parental cocooning as a vaccination strategy to prevent pertussis infection in infants: A case-control study 2018 Apr 5;36(15):2012-2019.doi: 10.1016/j.vaccine.2018.02.094. Epub 2018 Mar 7. 

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.