Contents
- Come capire quando togliere il pannolino?
- A che età si toglie il pannolino?
- Quali sono i segnali da cogliere?
- Quando si può togliere il pannolino anche di notte?
- Come affrontare lo spannolinamento senza problemi
- La scelta del vasino
- Togliere il pannolino con gradualità
- Festeggiare i primi successi
- Cosa non fare durante lo spannolinamento
Uno dei nodi cruciali nella crescita dei nostri bambini è quando togliere il pannolino. Un’esperienza che la maggior parte di noi aspetta con un po’ di ansia e preoccupazione. Alzi la mano chi non si immagina le pozzanghere di pipì e le mutandine impiastricciate di pupù. Ma non è affatto detto che lo spannolinamento si trasformi in una tragedia. Spesso ci allarmiamo a priori e invece l’impresa si rivela più semplice del previsto.
Come capire quando togliere il pannolino?
Come per tante tappe dello sviluppo, ogni bambino ha i suoi tempi per raggiungere i vari traguardi della sua crescita. Per esempio, c’è chi gattona a 7 mesi e chi mai, chi inizia felicemente lo svezzamento a 6 mesi e chi non ne vuol sapere fino a 8, e via dicendo per qualsiasi altra cosa. E lo spannolinamento non fa eccezione.
Tuttavia, ci sono dei segnali da cogliere per capire se nostro figlio è più o meno pronto a dire addio al pannolino. Non sono certamente universali e validi per tutti, però possono guidarci nella scelta del momento ideale per cominciare. E tra poco li vediamo nel dettaglio.
A che età si toglie il pannolino?
Togliere il pannolino è una conquista importante, che si raggiunge in media intorno ai 2 anni. Ma, come quasi sempre in questi casi, questa è un’indicazione di massima: ci sono bambini più precoci, che sono già pronti a 18 mesi, e altri un po’ più pigri, che arrivano anche a due anni e mezzo o tre. Certo, se si va molto oltre questa età è meglio parlarne al pediatra che saprà consigliarci al meglio.
Insomma, quando togliere il pannolino è abbastanza soggettivo e dipende dalla capacità dei piccoli di controllare gli sfinteri e gli stimoli di cacca e pipì. Devono pian piano imparare a riconoscere la necessità di urinare o evacuare: noi adulti diamo per scontato che sia una banalità perché ci siamo abituati, ma cerchiamo di calarci nei panni (o nei pannolini) dei nostri cuccioli. Mica facile capire cosa avviene al loro corpo! Ecco quindi che è necessario essere molto pazienti.
Quali sono i segnali da cogliere?
Per decidere quando togliere il pannolino ci sono alcuni segnali che il bambino inconsapevolmente manda e che possono dunque incoraggiarci a lanciarci in questa… avventura. La prima cosa da notare è se il piccolo mostra fastidio per il pannolino bagnato. Ormai è abbastanza grandicello per farvelo percepire senza possibilità di equivoco. Se da neonato piangeva disperatamente, ora invece ve lo dirà chiaro e tondo che quella cosa bagnata sul culetto è veramente una noia.
Altro elemento da valutare è se al mattino il pannolino è asciutto o quasi. Se durante la notte vostro figlio ha urinato poco o addirittura niente, potrebbe essere pronto per il vasino. La stessa cosa vale dopo le 2-3 ore di pisolino pomeridiano.
Un bambino interessato al bagno potrebbe lasciare più facilmente il pannolino. Per far questo portatelo con voi e, già dai 18 mesi, mettete un vasino accanto al water. Quando voi siete sedute, invitatelo a fare come voi: lo spirito di emulazione è potentissimo nei bambini.
Un bimbo pronto a togliere il pannolino si siede volentieri sul vasino e ci rimane anche per 5-10 minuti consecutivamente. Se poi si dimostra orgoglioso quando riesce a farci dentro qualche bisognino o se vi chiede di essere portato in bagno, dando prova di sapere controllare gli sfinteri, la strada è quella giusta.
Quando si può togliere il pannolino anche di notte?
Questa è una bella domanda che non sempre ha una risposta perché dipende da vari fattori. Su questo tema ci sono due “scuole di pensiero”. C’è chi sostiene che il pannolino si toglie e basta, h24, senza tentennamenti. Di contro invece c’è chi pensa che vada fatto per step, prima di giorno e poi nelle ore notturne.
Che fare dunque? Se già da tempo vi accorgete che al mattino il piccolo è asciutto, potete provare fin da subito a passare alle mutandine anche di notte. Abbiate però l’accortezza di mettere un coprimaterasso cerato nel letto, per evitare sorprese. A 2-3 anni (e anche dopo in realtà) la pipì notturna può essere normale perché non tutti i bambini riescono a trattenerla più di 4-5 ore. Il sonno profondo infatti non permette di percepire lo stimolo e svegliarsi.
Come affrontare lo spannolinamento senza problemi
Come dicevamo, capita che lo spannolinamento venga atteso con un po’ di apprensione da parte dei genitori. A volte la “colpa” è dei racconti di chi c’è già passato e ha avuto qualche problemino. Non partite prevenute: non è assolutamente detto che ci vorranno mesi o che dovrete lavare decine di slip sporchi. Molto spesso tutto fila liscio come l’olio.
Ma come affrontare gli inevitabili “incidenti“? Con tranquillità. La pipì sul tappeto del pediatra o nella macchina della nonna possono starci. Accade soprattutto all’inizio, quando il bambino potrebbe non avere un controllo perfetto dello stimolo, oppure se è molto impegnato in qualche gioco o in un’altra attività. In genere, questi episodi diminuiscono col tempo fino a scomparire, ma non devono farvi “sclerare”. Sgridare e punire non inducono a fare meglio, ma anzi creano maggiore stress e peggiorano la situazione.
Quando si inizia? L’estate è sicuramente il periodo perfetto perché i bimbi possono girare per casa in mutandine, più liberi e spensierati. Ma chiaramente non è una regola tassativa: qualsiasi stagione può essere quella giusta se ci sono i presupposti.
La scelta del vasino
Ecco il punto di partenza: la scelta del vasino. Sembra banale, ma non lo è. Un vasino comodo e allegro può diventare il vostro alleato per abbandonare il pannolino. In commercio ci sono molti modelli, i migliori sono quelli con seduta ergonomica, bordi ricurvi e angoli smussati, dotati di schienale e di un rettangolo rialzato sul davanti, che impedisce di scivolare. Alcuni hanno anche il poggiapiedi.
Il riduttore per il water va riservato ai bimbi un po’ più grandi, che sappiano salire su uno sgabellino per raggiungerlo. Sceglietene uno che si blocchi bene sul wc. Presentate il vasino come un amico: molti hanno la forma di un animale, cui potreste anche dare un nome, così da farlo diventare un componente della famiglia. Non va però considerato un gioco, quindi non deve essere portato fuori dal bagno in giro per casa. Il suo posto è accanto al water, il “vasino dei grandi“.
Fatto questo primo passo, un bel respiro, tanta pazienza e via!
Togliere il pannolino con gradualità
Vediamo come togliere il pannolino. Un buon metodo per cominciare è farlo per qualche ora al giorno, aumentando progressivamente questo tempo durante la giornata. Proponete il vasino diverse volte, in modo che il bambino possa prendere confidenza e capire la frequenza dei suoi bisogni. Non lasciatelo troppo a lungo sul vasino e restate con lui. Se non succede nulla, fate passare 10-15 minuti prima di tentare di nuovo.
A tal proposito: il controllo delle feci si acquisisce molto più facilmente di quello dell’urina, anche perché a 2-3 anni lo stimolo si avverte con minore frequenza e spesso all’incirca alla stessa ora. Per la pipì il discorso è diverso e potrebbe volerci più tempo.
Non abbiate fretta e non siate impazienti: il successo dell’impresa dipende molto anche dal vostro atteggiamento. Se siete voi poco convinte, figuriamoci se può esserlo il vostro bambino!
Festeggiare i primi successi
I primi successi in fase di spannolinamento vanno festeggiati come si deve così il bambino si sentirà al centro dell’attenzione. Fategli i complimenti e usate sempre espressioni di gioia e incoraggiamento quando riesce a fare qualcosa nel vasino o nel water. Si sentirà felice quanto voi e gli servirà da stimolo per le volte successive.
Quando succede, potreste anche ricompensarlo con un piccolo premio, che fungerà da super incentivo a continuare così. Per esempio, appendete in bagno un foglietto e suddividetelo in due colonne. Da un lato segnate con una crocetta le pipì che fa nel “posto giusto” e, dall’altro, la pupù. Ogni 3 o 4 pipì o pupù scatta il regalino. Potrebbe essere una bella spinta!
Cosa non fare durante lo spannolinamento
Dopo aver snocciolato una serie di consigli per uno spannolinamento di successo, vediamo anche cosa non si deve fare in questo momento così delicato. Alcune cose infatti sono controproducenti e potrebbero rallentare un po’ il cammino verso il definitivo bye bye al pannolino.
Il primo suggerimento è il più difficile, lo sappiamo. Quando si toglie il pannolino bisogna cercare di non perdere la pazienza. “E vabbè e come si fa?”, direte voi. Dovete pensare che la parte difficile in fase di spannolinamento non è la vostra, ma è quella del bambino. Voi al massimo dovete passare lo straccio o accendere la lavatrice più spesso. Lui invece deve sforzarsi di conoscere il suo corpo, di percepire stimoli fisici nuovi, di controllarsi. Se c’è qualcuno quindi che dovrebbe avere tutto il diritto di arrabbiarsi non siete voi…
Altra cosa da evitare è utilizzare espressioni di disgusto per i suoi bisognini. Dimenticate esclamazioni tipo “Che puzza hai fatto!”, “Bleah! La cacca/la pipì!”. E anche quelle che disapprovare ciò che fa il bimbo: “Che vergogna: ti sei bagnato tutto!” oppure “Oh no! Di nuovo la pupù addosso!”. Niente di più sbagliato. Dovreste cercare di infondere serenità, non certamente rabbia. In caso di “fuori programma” dovreste consolare, più che sgridare.