Contents
Vi sarà sicuramente capitato, guardando il vostro piccolo appena venuto al mondo, di assistere alla manifestazione di un movimento rapido e improvviso seguito quasi sempre dal pianto: questa reazione di “soprassalto” è clinicamente nota come riflesso di Moro, dal nome del pediatra austriaco che per primo lo descrisse nel 1918, Ernst Moro.
Spesso il riflesso di Moro nel neonato impressiona i neogenitori, i quali probabilmente non ne hanno mai sentito parlare: in questo articolo andremo a comprendere natura e significato di questo “trasalimento” del bebè, assolutamente fisiologico nei primi mesi di vita.
Cos’è il riflesso di Moro
Il riflesso di Moro è uno dei riflessi neonatali noti come primari o arcaici; è una risposta involontaria a scopo protettivo, probabilmente sviluppatasi durante l’evoluzione della nostra specie per far sopravvivere la prole quando veniva trasportata sulla schiena dalla madre per buona parte della giornata.
Non tutti sanno che il riflesso di Moro compare ed è osservabile già durante la gestazione: si può infatti manifestare a partire dalla 28’ settimana di gravidanza e in genere il suo completamento è raggiunto entro la 34’ settimana.
Come si manifesta
Il riflesso di Moro si manifesta come una reazione di trasalimento, ovvero il bambino sussulta, allarga di scatto le braccia (abduzione), le piega (adduzione) come se cercasse un appiglio per aggrapparsi e solitamente scoppia in un pianto acuto e di breve durata.
Cause
Il riflesso di Moro viene generalmente provocato in modo del tutto involontario e compare in risposta ad alcuni stimoli, quali:
- rumori forti e improvvisi;
- sensazione di caduta (ad esempio quando il piccolo viene appoggiato su una superficie piana, in posizione supina, in modo veloce o un po’ brusco);
- stimoli termici (caldo o freddo) sul pancino;
- soffio sul viso.
Cosa indica il riflesso di Moro
I riflessi neonatali sono clinicamente molto importanti per la valutazione pediatrica del bambino; il riflesso di Moro è infatti fondamentale per l’osservazione dell’adeguato sviluppo del sistema nervoso neonatale: è un riflesso strettamente connesso al funzionamento del labirinto vestibolare (la parte dell’orecchio interno responsabile, fra le altre cose, del corretto equilibrio del cranio durante i suoi movimenti).
Il riflesso di Moro risponde alla stimolazione cinestetica dei muscoli del collo: la cinestesia o propriocezione è la capacità di riconoscere la posizione del corpo nello spazio ed attuare un’adeguata risposta muscolare, il tutto senza il supporto della vista (ad esempio quando si dorme). Va da sé che la corretta risposta del bambino quando gli viene indotto il riflesso di Moro è di enorme importanza affinché il medico pediatra possa valutarne le competenze neurologiche alla nascita e nell’arco dei primi mesi di vita.
Quando si perde il riflesso di Moro
Come abbiamo accennato, il riflesso di Moro compare ed è osservabile già durante la vita intrauterina del feto, all’incirca a partire dalla 28’ settimana di gestazione. Alla nascita il riflesso di Moro nei neonati è frequente, ed è possibile che si verifichi più volte al giorno: questo non deve agitarvi perché è del tutto fisiologico.
Man mano che il vostro piccolo cresce noterete un diradarsi della comparsa del riflesso di Moro fino alla perdita spontanea che, in genere, avviene entro i sei mesi di vita. Ovviamente questa indicazione temporale non è tassativa: è altrettanto normale perdere il riflesso di Moro alcune settimane prima o alcune settimane dopo i sei mesi. L’importante è che venga del tutto perso entro il primo anno di vita del bimbo.
Cosa significa se il neonato non ha il riflesso di Moro?
Se è vero che la perdita spontanea del riflesso di Moro non deve per forza avvenire a sei mesi di vita del neonato, è altresì vero che il riflesso di Moro deve necessariamente manifestarsi alla nascita; è infatti, come abbiamo descritto, un elemento di valutazione neurologica imprescindibile per i pediatri. L’assenza del riflesso di Moro potrebbe essere un campanello d’allarme per diverse problematiche e può derivare da alcuni fattori, quali:
- asfissia perinatale;
- lesione cerebrale perinatale;
- infezioni;
- emorragie intracraniche;
- debolezza muscolare;
- malformazioni cerebrali;
- paralisi cerebrale.
Tutte queste possibili cause dell’assenza del riflesso di Moro sono molto serie e necessitano dell’intervento di uno specialista neurologo pediatrico, che si occuperà di valutare il neonato per capire se sia o meno affetto da un disturbo neurologico, o se abbia subìto lesioni al momento della nascita.
L’assenza del riflesso di Moro può essere bilaterale, ovvero la risposta delle braccia agli stimoli descritti è del tutto inosservabile, o unilaterale, cioè si potrebbe manifestare la risposta di un solo braccio: questo scenario, definito riflesso di Moro asimmetrico, potrebbe indicare una frattura clavicolare (può avvenire durante il parto) o una lesione ai nervi che partono dal collo verso la spalla.
Cosa significa se il riflesso di Moro non scompare?
Come abbiamo già detto, il riflesso di Moro deve presentarsi alla nascita, è normale che sia piuttosto frequente nelle prime settimane di vita del neonato ed è naturale che si riduca fino alla scomparsa spontanea verso i sei mesi, o comunque al massimo entro il primo anno di vita del bambino. Ma se il piccolo non dovesse perdere il riflesso di Moro?
La mancata perdita del riflesso di Moro almeno entro l’anno di età non è da sottovalutare; se notate il persistere di questa reazione di trasalimento, consultate il pediatra. Infatti, tale scenario potrebbe essere un sintomo di alcuni disturbi neurologici, quali:
- difficoltà di linguaggio;
- difficoltà di equilibrio;
- difficoltà di coordinazione degli arti.
Fra le cause che si possono annoverare perché questa condizione di persistenza del riflesso di Moro si verifichi, molte sono correlate alla gravidanza:
- forte stress;
- minacce di aborto;
- infezioni virali;
- diabete gestazionale.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.