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Uomo con bambino durante paternita
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Chi lavora lo sa benissimo: riuscire a conciliare la propria attività professionale e la vita da genitore spesso è difficile e richiede salti mortali degni dei migliori acrobati del circo. Da questo punto di vista, rispetto ad altri Paesi, non si può certo dire che l’Italia sia all’avanguardia: ci sono nazioni che sostengono la genitorialità in maniera molto più consistente di quello che succede da noi. Però il bicchiere non è assolutamente mezzo vuoto. Da un mese circa infatti c’è qualche qualcosa di nuovo che riguarda maternità, paternità e congedo parentale. Vediamo di che si tratta. 

Il decreto legislativo 30 giugno 2022

Il 30 giugno scorso, il governo ha dato il via libera al decreto legislativo n.105 in materia di maternità, paternità, congedo parentale e relative indennità. Ne ha dato comunicazione l’Inps. Il decreto attua una direttiva del 2019 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa all’equilibrio tra attività lavorativa e famiglia per i genitori e i prestatori di assistenza. 

L’obiettivo del decreto legislativo è quello di cercare di aiutare le coppie a migliorare le possibilità di conciliare lavoro e casa, cosa che sappiamo non essere sempre facile. Inoltre, si è cercato di porre un nuovo tassello nel percorso di parità tra uomini e donne in ambito lavorativo e familiare, questione pure molto complessa. Le novità sono entrate in vigore lo scorso 13 agosto. Ve le presentiamo. 

Congedo di paternità obbligatorio 

Il decreto legislativo che abbiamo appena citato amplia le tutele previste per il congedo obbligatorio dei papà. In particolare:

Il padre lavoratore dipendente si astiene dal lavoro per un periodo di 10 giorni lavorativi (non frazionabili a ore e fruibili anche in via non continuativa), nell’arco temporale che va dai 2 mesi precedenti la data presunta del parto fino ai 5 mesi successivi alla nascita. Il congedo è fruibile, entro lo stesso arco temporale, anche in caso di morte perinatale del figlio”. 

Ricapitolando: il padre del piccolo rimane a casa 10 giorni, tutti di fila o meno, nei 5 mesi a cavallo del parto (quelli, per intenderci, della classica astensione dal lavoro della mamma). Prima poteva farlo solo nei 5 mesi dopo il parto. Possono beneficiare del congedo anche i padri adottivi o affidatari.

I giorni di congedo di paternità possono essere fruiti anche durante il periodo della maternità della donna lavoratrice e sono compatibili con il congedo di paternità alternativo, seppur in giorni diversi. 

Papà di gemelli, a voi va ancora meglio! In caso di parto plurimo infatti il congedo è aumentato a 20 giorni lavorativi. Mica male!

Quanto si prende con il congedo di paternità obbligatorio?

Per i giorni di congedo obbligatorio è riconosciuta un’indennità pari al 100% della retribuzione

Come si fa la domanda per il congedo di paternità obbligatorio?

Con un preavviso di almeno 5 giorni (ovviamente se possibile, in relazione alla nascita, basandosi sulla data presunta del parto), il papà deve far sapere al suo datore di lavoro i giorni in cui ha intenzione di godere del congedo obbligatorio. La comunicazione deve avvenire in forma scritta oppure, se c’è, attraverso il sistema informativo aziendale per la richiesta e la gestione delle assenze. 

Maternità delle lavoratrici autonome 

Qualcosa cambia anche nell’ambito della maternità delle lavoratrici autonome che, fino a questo momento, avevano la possibilità di fruire solo dei 5 mesi di astensione dal lavoro, quella obbligatoria. Ora invece hanno diritto di ricevere l’indennità giornaliera anche per i periodi antecedenti i due mesi prima del parto, a condizione:

di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza, sulla base degli accertamenti medici”. 

In sostanza, d’ora in poi anche alle lavoratrici autonome viene riconosciuta la gravidanza a rischio con la possibilità quindi di non lavorare, ma allo stesso tempo di essere retribuite (in pratica è la maternità anticipata). Per ricevere l’indennità per i periodi antecedenti i due mesi prima del parto è necessario un accertamento medico da parte dell’Asl.  

Quanto prendono le lavoratrici autonome per la maternità? 

L’indennità che spetta in caso di maternità anticipata è la stessa calcolata per i periodi di tutela della maternità a seconda della categoria di appartenenza della lavoratrice autonoma. 

Cosa cambia per il congedo parentale

Con il decreto legislativo 105 ci sono anche cambiamenti per il congedo parentale. Ecco quali sono. 

Congedo parentale per genitori lavoratori dipendenti

La novità fondamentale entrata in vigore ad agosto sul congedo parentale riguarda il fatto che è stato prolungato fino al dodicesimo anno di vita dei figli. Nello specifico: 

Per i periodi di congedo parentale (…), fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a ciascun lavoratore spetta per tre mesi, non trasferibili, un’indennità pari al 30 per cento della retribuzione. I genitori hanno altresì diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta un’indennità pari al 30 per cento della retribuzione”. 

Riassumendo: alla mamma e al papà spettano un periodo indennizzabile di 3 mesi ciascuno (non trasferibile all’altro genitore) fino al dodicesimo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento. Inoltre, entrambi hanno diritto (in alternativa tra loro) ad un ulteriore periodo indennizzabile di 3 mesi per un periodo massimo complessivo indennizzabile tra i genitori di 9 mesi (e non più 6).

Restano invariati i limiti massimi individuali e di entrambi i genitori. Per ciascun figlio entro i primi 12 anni di vita o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affido: 

  • la madre può fruire di massimo 6 mesi di congedo parentale. 
  • Il padre può fruire di massimo 6 mesi di congedo parentale, elevabili a 7 se si astiene per un periodo intero o non frazionato non inferiore a 3 mesi.
  • Entrambi i genitori possono fruire di massimo 10 mesi di congedo parentale, elevabili a 11 se il padre si astiene per un periodo intero o non frazionato non inferiore a 3 mesi. 

Congedo parentale per il genitore solo 

Cambia qualcosa anche per il genitore solo, cioè il genitore single oppure quello al quale è stato disposto l’affidamento esclusivo del figlio in caso di separazione o divorzio. Al posto di 10 mesi, ora gli sono riconosciuti 11 mesi di congedo parentale continuativi o frazionati. Di questi, 9 mesi (e non più 6) sono indennizzabili al 30 per cento della retribuzione. 

Congedo parentale per genitori lavoratori iscritti alla gestione separata

Cambiano le regole anche per i genitori che sono iscritti alla gestione separata. Ora possono beneficiare del congedo entro il dodicesimo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia o in Italia in caso di adozione o affidamento preadottivo. Prima potevano usufruirne solo entro il terzo anno di vita. 

La mamma e il papà hanno diritto a 3 mesi ciascuno di congedo parentale indennizzato, non trasferibile all’altro genitore. La coppia può inoltre godere di altri 3 mesi indennizzati in alternativa tra loro. Il periodo massimo complessivo indennizzabile tra i genitori è di 9 mesi (e non più 6).

Congedo parentale per genitori lavoratori autonomi

Con il decreto legislativo viene riconosciuto il diritto al congedo parentale anche ai padri lavoratori autonomi, laddove si specifica che sono 3 mesi per ciascuno dei genitori da fruire entro l’anno di vita (o dall’ingresso in famiglia) del bimbo.

Quando si presenta la domanda per il congedo parentale?

La domanda per fruire del congedo parentale va inoltrata prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto. Se viene presentata dopo, saranno pagati solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione dell’istanza. Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, l’indennità è anticipata dal datore di lavoro, tranne per alcune categorie professionali.

Come si presenta la domanda per il congedo parentale?

La domanda di congedo parentale può essere presentata in vari modi:

  • online all’Inps attraverso il servizio dedicato.
  • Contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure 06164164 da rete mobile.
  • Enti di patronato e intermediari dell’Inps, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.