Contents
- Alcune cose da sapere sul sole
- Quando si può esporre un neonato al sole?
- Come scegliere la crema solare per i bambini
- Come capire se una crema solare è sicura?
- Creme solari e bagni al mare
- Creme solari ed esposizione: consigli generali
- Riconoscere una scottatura solare
- Cosa fare in caso di scottatura solare
L’estate è iniziata da poco. Periodo di mare e montagna, di ferie e weekend all’aria aperta. Ma soprattutto di sole. Un amico e alleato dei neonati, che stimola la produzione di vitamina D e il rafforzamento delle ossa, ma che deve essere anche “addomesticato” per evitare che possa procurare danni ai piccoli batuffoli rosa. Ecco allora alcune regole da seguire per non rinunciare ai neonati al sole ma in sicurezza.
Alcune cose da sapere sul sole
I raggi solari sono importantissimi per la produzione e la sintesi della vitamina D, una sostanza che fa benissimo alla nostra salute e che spesso sottovalutiamo un po’, ad esempio in gravidanza. Per assimilarla al meglio però dovemmo stare sotto al sole nelle ore più calde e senza protezione solare. È esattamente ciò che i dermatologi vietano! Prendere il sole così significa staccare un biglietto per il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo che esista.
Ecco quindi perché i pediatri raccomandano caldamente la supplementazione di vitamina D ai piccini e anche noi grandi dovremmo controllarla ogni tanto con gli esami per vedere se ne siamo carenti.
Le pelle dei bambini è particolarmente sensibile alle scottature. Ne basta una grave durante l’infanzia per raddoppiare le probabilità di melanoma da grandi. I neonati sotto i 6 mesi non vanno mai esposti in modo diretto e va sempre spalmata la crema protettiva. Portateli al mare al mattino presto e nel tardo pomeriggio, quando i raggi sono un po’ meno violenti.
Chi è chiaro di carnagione, di capelli e di occhi rischia di più, anche se nessuno è immune dai potenziali danni del sole. Queste categorie di persone però dovranno scegliere le creme solari con una cura ancora maggiore.
Quando si può esporre un neonato al sole?
Per i piccoli tra 0 e 6 mesi è importante evitare l’esposizione diretta al sole. Questo significa che durante le passeggiate è bene utilizzare crema solare, cappellini e ombrellini e in spiaggia stare sotto l’ombrellone senza dimenticare sempre e comunque la protezione solare adatta al tipo di pelle.
La pelle dei neonati e dei piccoli fino a un anno di vita, infatti, è particolarmente sensibile, delicata e incline alla disidratazione. Per questo è fondamentale che il bambino resti il più possibile sotto l’ombrellone che fa da scudo (anche se non completo) sia contro i raggi, sia contro il calore eccessivo dei giorni estivi.
In secondo luogo, per stare coi neonati al sole bisogna scegliere gli orari giusti per andare al mare o per una passeggiata tra i monti. Quindi no al divieto totale per i neonati in spiaggia, ma sì al bando delle ore centrali della giornata: da evitare dalle 11 alle 16 quando i raggi solari sono perpendicolari alla terra e quindi più forti e pericolosi. Via libera invece alle prime ore del mattino e al pomeriggio.
Altro elemento importante in caso di neonati al sole è il tempo di esposizione. Le creme, pur con fattori di protezione altissimi, non durano tutto il giorno, sia per l’azione del sudore, dell’acqua e della sabbia (e questo chiaramente riguarda i bimbi più grandi, che passano ore a sguazzare in mare o a rotolarsi sulla spiaggia), sia per la durata vera e propria del filtro. È bene, quindi, applicare la crema almeno un quarto d’ora prima di esporsi al sole, anche nelle zone coperte e rinnovare l’applicazione ogni due ore.
Un’altra regola è la gradualità. Scegliere di passare un’intera giornata al mare alla prima esperienza in spiaggia con un neonato è assolutamente da sconsigliare. Bisogna iniziare con 5-10 minuti e prolungare via via la durata della permanenza al sole, sempre rigorosamente sotto l’ombrellone o un ombrellino che eviti l’esposizione diretta ai raggi solari.
Come scegliere la crema solare per i bambini
Le creme solari sono classificate in base al fattore di protezione. Sulla confezione trovate scritto SPF o Sun Protection Factor, che va da 6 a 50+. Più alto è il numero, maggiore è la protezione. Per i neonati e i bambini è necessario un fattore di protezione molto alto, 50+. Il suggerimento vale per tutti i piccoli, non importa se di carnagione più scura.
Lasciate stare i prodotti abbronzanti perché non sono sufficientemente protettivi. Spesso attivano la produzione di melanina, la sostanza che dà alla pelle il bel colorito della tintarella, ma nei bimbi possono essere nocivi. A dirla tutta non fanno bene neanche agli adulti…
Per essere davvero buona, una crema solare deve contenere prodotti che schermino da:
- raggi ultravioletti a bassa lunghezza d’onda (UVB);
- raggi ultravioletti ad alta lunghezza d’onda (UVA).
I primi sono quelli più pericolosi perché provocano scottature e tumori. I Gli UVA invece abbronzano, ma allo stesso tempo possono provocare danni alla pelle a lungo termine (fotoinvecchiamento) e accentuano gli effetti cancerogeni dei raggi UVB.
Come capire se una crema solare è sicura?
Questo è un criterio per la scelta basilare: le creme solari dei nostri bambini devono essere sicure e rispettare la loro delicatissima pelle. In alcuni soggetti, certi componenti dei solari possono scatenare reazioni allergiche o comunque essere irritanti. I più comuni ingredienti “sotto accusa” sono l’acido paraaminobenzoico (PABA) e i suoi derivati (i parabeni), i profumi e i coloranti.
Per essere tranquille, fate il “test cutaneo” di una nuova crema. Spalmatene un po’ sull’avambraccio 48 ore prima di usarla su tutto il corpo. Se si sviluppa un arrossamento, prurito o un’altra reazione cutanea oppure se al piccolo bruciano gli occhi, evidentemente qualche componente gli ha dato fastidio. A questo punto si deve cambiare prodotto, magari scegliendone uno ipoallergenico.
In caso di pelle estremamente sensibile, che tende a scottarsi o a sviluppare eritema solare, comprate un prodotto che contenga biossido di titanio. Questa sostanza è capace di bloccare la componente UV della radiazione solare.
Creme solari e bagni al mare
Avete mai visto un bambino da un anno d’età in poi star fermo sotto l’ombrellone per più di 3 minuti? Una rarità! Per i piccini il massimo è sguazzare in acqua, un via vai continuo e instancabile. Le creme solari per loro dunque devono essere resistenti all’acqua.
Questo non significa però che sia sufficiente spalmarla una sola volta e basta. Anche la crema più water resistant alla fine perde la sua efficacia. È dunque necessario metterla ripetutamente.
Creme solari ed esposizione: consigli generali
- Il momento ideale per spalmare la crema è 30 minuti prima dell’esposizione al sole. In questo modo, inizia già a proteggere in anticipo, ad esempio se avete da fare un tragitto a piedi per la spiaggia;
- i bambini più grandi necessitano di quantità maggiori di crema perché si bagnano spesso;
- il naso, le labbra e le orecchie sono le parti del corpo più soggette ai danni del sole. Chiedete al pediatra se potete usare un balsamo per labbra o uno stick a schermo totale o a base di ossido di zinco;
- l’80% delle radiazioni solari penetra attraverso le nuvole. Le creme solari vanno messe anche se il tempo apparentemente non è bello;
- le creme solari vanno usate anche in montagna: il sole colpisce di più;
- l’acqua e la sabbia riflettono i raggi solari, aumentando il rischio di danni e la necessità di protezione;
- la pelle bagnata favorisce la penetrazione dei raggi ultravioletti;
- applicate la crema ogni 2-3 ore, più spesso se il bambino gioca in acqua o se suda molto;
- usate sempre un cappellino con visiera per proteggere occhi e viso del bimbo;
- a partire da 8-9 mesi sì all’uso di occhiali da sole che filtrano i raggi dannosi. Esistono 4 gradi di protezione: scegliete la massima. Controllate che siano a norma UNI 1836 e che abbiamo il marchio CE;
- se vostro figlio sta seguendo una terapia farmacologica, verificate che il farmaco che prende non accresca la sensibilità alla luce del sole. Alcuni antibiotici sono tra questi.
Riconoscere una scottatura solare
Se non si presta particolare attenzione, le creme solari possono non bastare a proteggere del tutto la pelle dei bambini, ad esempio se si va in spiaggia a mezzogiorno o se ci si dimentica di rimettere la crema dopo un po’. Quando i segni della scottatura sono evidenti significa che si è arrivati tardi. Le pelle è rossa, infiammata e molto calda, una condizione che rimane anche per 10-14 ore.
Nei casi più seri, la scottatura è accompagnata da vescicole e dolore. Quando è proprio brutta, il bambino lamenta mal di testa, brividi e nausea. Di solito, l’arrossamento inizia a sparire e i sintomi a diminuire dopo 48-72 ore. A questo punto la pelle si desquama.
Cosa fare in caso di scottatura solare
- Applicate impacchi di acqua di rubinetto freschi per 10-15 minuti 3-4 volte al giorno finché c’è arrossamento.
- Tra un impacco e l’altro, spalmate un gel a base di aloe vera (si trova in farmacia, ma potete anche usare una foglia fresca sbucciata) o una crema idratante.
- Consultate il pediatra se il dolore è molto intenso. Potrebbe prescrivere un antidolorifico, pomate a base di cortisone per le vesciche o antistaminici. Non prendete nessuna iniziativa senza aver chiesto il suo parere.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.