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Negli ultimi 20-30 anni i disturbi del sonno dei bambini sono aumentati progressivamente. La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha stimato che il 25% dei piccoli con meno di 5 anni ne soffra per una serie di ragioni, dalle scorrette abitudini (anche a tavola) all’abuso di strumenti tecnologici in età sempre più precoce, alla maggiore esposizione alle luci artificiali fino all’ansia da separazione da mamma e papà. Per la SIP, i principali problemi connessi al sonno sono l’insonnia (20-30%), le parasonnie (25%), i disturbi del ritmo circadiano (7%), i disturbi respiratori del sonno (2-3%), i disturbi del movimento legati al sonno (1-2%), le ipersonnie (0,01-0,2%).
Sempre più spesso, quando un bambino ha difficoltà a dormire, ci si rivolge al medico per ricorrere alla melatonina, una sostanza naturale che, sotto forma di integratore, viene somministrata anche ai più piccini per cercare di garantire a tutta la famiglia un sonno più continuativo e tranquillo. Eppure, non sempre la melatonina ai neonati serve e c’è il rischio che sia inutile. Negli Stati Uniti, fino al 46% dei genitori l’ha utilizzata per i figli in età scolare, ma secondo l’American Academy of Sleep Medicine questa non è la soluzione del problema. Anche perché è sbagliato darla “a tappeto”, ma solo in casi selezionati.
Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza, cercando di capire cos’è la melatonina, quando è opportuno offrirla e da che età, qual è il dosaggio consentito e quando invece non è il caso di prenderla in considerazione.
Che cos’è e a cosa serve la melatonina?
La melatonia è un ormone che viene normalmente secreto dalla ghiandola pineale (o epifisi) che si trova nel cervello e che è costituita da cellule sensibili all’alternanza di luce e buio. Come evidenzia l’Istituto Superiore della Sanità, esiste anche in natura in alcuni cibi come ananas, olio extravergine d’oliva, banane, riso e arance.
La melatonina ha la funzione principale di mantenere un giusto equilibrio tra sonno e veglia. I suoi obiettivi sono da un lato quello di curare l’insonnia, dall’altro di trattare i disturbi della fase ritardata del sonno. Tutto ciò si traduce in un miglioramento dei ritmi sonno-veglia e in una diminuzione del tempo di addormentamento.
La melatonina funziona come una sorta di “orologio biologico” per l’organismo umano partecipando a diverse attività. Per esempio, interviene nella risposta allo stress, ha proprietà antiossidanti, limitando il danneggiamento dei tessuti e prevenendo l’invecchiamento precoce, ha effetti benefici sul sistema immunitario, influenza il metabolismo basale, riduce i processi neurodegenerativi, ha proprietà analgesiche. Inoltre, serve a contrastare gli effetti del jet-lag oppure in caso di lavoro su turni.
La produzione melatonina segue il cosiddetto ritmo circadiano: aumenta di sera, raggiunge il picco massimo tra le 2 e le 4 di notte, arriva al minimo al mattino e resta bassa per tutto il giorno. Ecco quindi perché viene definita “ormone del buio” o “del sonno”. Inoltre, viene prodotta maggiormente in inverno ed è anche correlata all’età. Neonati e anziani ne secernono di meno: questo spiega perché le problematiche collegate al sonno sono più frequenti nei bimbi molto piccoli e negli “over 65”.
Ma la melatonina la possono prendere tutti? No: ed è per questo motivo che solo il pediatra deve prescriverla in alcuni casi ben precisi, ad esempio se ci sono disturbi neuropsichiatrici (la melatonina nei bambini iperattivi si è dimostrata particolarmente efficace, così come nei disturbi dello spettro autistico o ADHD) oppure patologie neurologiche come l’epilessia o l’emicrania.
Raramente quindi la melatonina viene somministrata a bambini sani per farli dormire. Piuttosto è consigliabile seguire una corretta igiene del sonno, cioè una serie di comportamenti virtuosi che favoriscono l’addormentamento. La base è una regolare routine della nanna. Per esempio, andare a letto sempre alla stessa ora (anche nei week end), far dormire il bambino nel suo lettino e nella stessa stanza, non esporlo a device tecnologici mezz’ora prima di dormire. Se è associata a delle buone regole del sonno la melatonina fa più effetto. Tra l’altro, spesso viene usata per far rilassare i piccoli che devono sottoporsi a procedure diagnostiche o come premedicazione per interventi chirurgici.
Da quando si può dare la melatonina ai neonati?
Almeno in teoria, la melatonina si può dare già dalla nascita. Uno dei suoi impieghi riguarda infatti i prematuri e i bimbi nati con qualche problema di salute: in queste circostanze, la melatonina ai neonati dà ottimi risultati in termini di qualità del sonno e di capacità di addormentarsi. In realtà però una somministrazione troppo precoce potrebbe non essere funzionale.
Subito dopo il parto, il meccanismo che regola il ritmo circadiano è ancora immaturo e, come abbiamo accennato, la produzione di melatonina è scarsa. Ciò spiega perché i piccolissimi hanno le maggiori difficoltà a dormire. Come spesso accade, la situazione migliora a partire dai 5-6 mesi di vita, quando il ritmo circadiano si regolarizza. Quindi, meglio aspettare questa età prima di giocare la carta della melatonina.
Così come non si può decidere autonomamente di dare questo integratore, allo stesso modo il dosaggio dev’essere preciso e indicato dal pediatra: sarà lui a dire quante gocce di melatonina dare ai neonati. La quantità massima consentita dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare è di 1 mg al giorno: se si va oltre, diventa un farmaco vero e proprio, che va gestito in modo diverso. La quantità di gocce per un neonato varia tra 0,5 e 1 mg.
Questa posologia così bassa evita l’insorgenza di effetti collaterali che invece si potrebbero avere con dosi più massicce (nausea, vertigini, sonnolenza diurna…). Il fatto che, generalmente, non si verifichino reazioni avverse non dà il via libera al fai da te: è sempre assolutamente vietato. La necessità impellente dei genitori di dormire durante la notte non giustifica l’improvvisazione. Forse non tutti sanno che per esempio la melatonina è sconsigliata in caso malattie autoimmuni e che sono anche possibili interazioni con alcuni farmaci (fonte: Istituto Superiore di Sanità).
La melatonina si assume la sera prima di andare a letto. Non crea dipendenza, ma per alcuni bambini diventa parte integrante della routine della nanna. Frequentemente viene prescritta a cicli di circa 3 mesi (anche più a lungo ai bimbi con disturbi dello spettro autistico).
Controindicazioni alla melatonina ai neonati
La melatonina non è un sonnifero e, se si rispetta la dose di 1 mg al giorno, non è neppure un farmaco. Quindi in linea generale può essere presa piuttosto serenamente. Però va comunque prescritta dal pediatra ed evitata in taluni casi, come le malattie autoimmuni o alcune terapie farmacologiche.
Fonti
- Istituto Superiore della Sanità
- Società Italiana di Pediatria
- American Academy of Sleep Medicine
- Agenzia europea per la sicurezza alimentare
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.