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Donna incinta si prende cura delle vie urinarie in gravidanza
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Cistiti, cosche renali, infezioni varie: durante la gravidanza, le vie urinarie sono spesso “sotto attacco” da parte di vari tipi di microbi e batteri e anche chi non ha avuto alcun disturbo prima di rimanere incinta, può accusarne alcuni col pancione. Ma anche dopo il parto bisogna fare particolare attenzione alla vescica: ad esempio, se ci sono difficoltà ad urinare dopo aver partorito, bisogna immediatamente farlo presente ai medici dell’ospedale in cui si è ricoverate. Parliamo di vie urinarie con Angela Di Girolamo, responsabile dell’Unità operativa di Neuro-urologia a Villa delle Ginestre, struttura dell’Asp di Palermo.

Angela Di Girolamo

Angela Di Girolamo

    Dottoressa Di Girolamo, durante la gestazione perché le infezioni delle vie urinarie sono così frequenti?

    “In gravidanza si ha la compressione dell'utero sull'uretere, determinando una dilatazione del rene causata dal ristagno (stasi) delle urine, con il rischio di incrementare lo sviluppo di infezioni. Inoltre, si verifica anche una riduzione della peristalsi, cioè dei movimenti dell’uretere, a causa del progesterone. L'incidenza della cistite aumenta durante la gravidanza e se nella urinocoltura vi sono germi, cioè batteriuria, anche se non si hanno sintomi, va sempre trattata, poiché è stata dimostrata una incidenza aumentata di infezioni al rene e un modesto incremento delle nascite premature. Il consiglio è di eseguire una urinocoltura, almeno una volta al mese, fino alla fine della gravidanza e trattare ogni positività”.

    Durante la gravidanza potrebbe essere utile una visita con l'urologo? Perché?

    “È preferibile realizzare una valutazione dallo specialista urologo, durante la gravidanza, per dare una serie di consigli, visto l'incremento delle infezioni delle vie urinarie, con serie conseguenze e il rischio di dilatazione renale a causa della compressione dell'aumento volumetrico dell'utero sull'uretere, con comparsa di coliche renali, per esempio”.

    Parliamo invece di post partum. Cosa può succedere alla vescica dopo aver partorito?

    “In alcuni casi, si può realizzare il blocco completo, cioè la ritenzione acuta delle urine e impossibilità a svuotare spontaneamente la vescica”.

    In che modo andrebbe attenzionata l'attività urinaria?

    “Bisogna verificare lo svuotamento vescicale, per esempio dopo massimo 6 ore di intervallo”.

    Quali sono i segnali da non trascurare?

    “Bisogna far attenzione se, malgrado il continuo stimolo a urinare e il peso vescicale, non si realizza fuoriuscita di urine o si eliminano poche gocce, magari con l'aiuto della spinta addominale”.

    Quali possono essere le cause dei disturbi vescicali dopo il parto? L'anestesia (totale ed epidurale) può essere in qualche modo responsabile?

    “Vi può essere una corresponsabilità delle tecniche anestesiologiche oppure una sovradistensione vescicale che poi rende difficoltosa la contrazione muscolare delle pareti vescicali”.

    Come porre rimedio? Cos'è il catetere a intermittenza?

    “Vi è la abitudine a posizionare il catetere permanente, ma per evitare conseguenze (come infezioni) o pessima qualità di vita, bisogna al più presto virare verso l'utilizzo del cateterismo monouso, ad intermittenza finché non si realizzi la ripresa spontanea, anche parziale, della minzione volontaria”.

    Quali farmaci possono essere somministrati?

    “In atto non vi sono in commercio molecole di farmaci per sbloccare la contrazione vescicale e che possano permettere una ripresa spontanea della minzione”.