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In gravidanza l’aumento di peso è ovviamente inevitabile, anche se andrebbe comunque tenuto sotto controllo. Sì perché, a parte il fatto che può dare dei disturbi durante i 9 mesi, c’è un altro aspetto da non sottovalutare: dopo il parto, i chili in più vanno in qualche modo smaltiti e più sono, più tempo sarà necessario per farlo. Sentiamo i suggerimenti del professore Giuseppe Trovato, presidente della sezione siciliana dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi).

Prof. Giuseppe Trovato

Prof. Giuseppe Trovato

    Professor Trovato, quanti chili dovrebbe prendere una donna in gravidanza? Quali possono essere le conseguenze di un eccesso di peso sulla mamma e sul feto?

    “Il Sistema Nazionale Linee Guida per la Gravidanza Fisiologica (SLNG, 2010), ha suggerito che, in linea di massima, il peso da raggiungere al termine delle 40 settimane sia da comprendere tra i 7 e i 12 Kg. L'oscillazione di tali valori dipende dal peso posseduto dalla donna all'inizio della gravidanza. In pratica, chi si trova normopeso all'inizio della gravidanza può aumentare fino a 12 Kg, viceversa chi è già in eccesso di peso all'inizio, dovrebbe rispettare il parametro più basso. Esiste anche una terza ipotesi: la donna sottopeso. In quest'ultima evenienza, lo sforamento dei 12 kg non solo è permesso ma è anche auspicabile per favorire un decorso equilibrato della gravidanza stessa e del rapporto peso del nascituro/peso della mamma. Infatti, andare troppo oltre (ma anche troppo sotto) potrebbe comportare conseguenze sul feto e sulla mamma. Sul nascituro le complicanze legate ad un eccesso di peso (sia del suo che della mamma durante la gravidanza) si manifestano intorno ai 12 anni. La patologia più frequente è l'obesità. La mamma che dovesse esagerare con il peso durante la gravidanza potrebbe incorrere in problemi metabolici, diabete, ipertensione. In gergo medico questa situazione viene definita come gestosi”.

    Quali sono i consigli per smaltire i chili in più dopo il parto?

    “Dopo il parto, e durante tutto il periodo destinato all'allattamento, è consigliabile praticare uno stile alimentare quanto più 'naturale' possibile. Il 'trucco' vincente è far prevalere frutta fresca di stagione e vegetali nei piatti che compongono i pasti principali. I vegetali (insalate e ortaggi) vanno consumati crudi. Ciò non vuol dire che siano da evitare le verdure cotte, i legumi o i minestroni. Ma è pur sempre consigliabile accostare ad una pietanza cotta un vegetale crudo. Il fine è di veicolare, con gli alimenti crudi, i micronutrienti indispensabili al riequilibrio dello stato di benessere e per smaltire i chili e i liquidi acquistati durante la gravidanza”.

    Che ruolo gioca l'attività fisica? Come scegliere quella giusta?

    “Se la gravidanza ha avuto un decorso regolare e la mamma ha ritrovato il suo equilibrio psicologico, non è da evitare il concedersi una pausa rilassante. Cosa c'è di meglio di un'ora da dedicare al tono dei propri muscoli e alla ristabilizzazione delle proprietà della pelle? L'attività fisica migliore, consigliabile a tutte, è rappresentata da iniziali passeggiate, preferibilmente all'aperto, lontani dal traffico e dai centri commerciali. In una fase successiva, quando il bimbo o la bimba hanno già tre mesi, suggerisco attività sportive che, seppur non agonistiche, coinvolgano maggiormente i distretti muscolari ancora restii a tornare al proprio posto: dalla ginnastica dolce alla piscina. In questa fase è prudenziale personalizzare l'attività fisica sulla effettiva assenza di motivi che potrebbero ostacolarla o controindicarla”.

    Quando è consigliabile rivolgersi ad un medico estetico per tornare in forma?

    “A volte la gravidanza lascia sul corpo della mamma delle tracce inconfondibili. Sopratutto la superficie della cute addominale, dei fianchi e delle cosce, sono le zone più 'a rischio' di mostrare la perdita dell'elasticità e della consistenza posseduta prima della gravidanza. In genere tale problema non incide sullo stato di salute della mamma e non provoca di per sé disfunzioni. Ma possono sorgere difficoltà a 'riconoscersi' nella nuova condizione. Tale difficoltà può comportare disturbi psicologici da non sottovalutare. Non è 'peccato' ricorrere ad una consulenza presso uno specialista in medicina estetica (serio) per valutare eventuali rimedi”.

    Allattare significa mangiare di più?

    “Allattare significa mangiare 'meglio'. La composizione del latte materno è pressoché costante e indipendente da 'quanto' si mangia. Il pericolo si cela invece, dentro cibi che di naturale hanno ben poco. Non è raro ad esempio riscontrare molecole chimiche quali addensanti, coloranti, edulcoranti, stabilizzatori, antiossidanti, aromatizzanti, in alimenti apparentemente innocui come le brioscine, merendine, snacks, succhi di frutta. Durante l'allattamento è buona norma comprare gli alimenti e cucinarli. E' caldamente consigliato fare anche il pieno di vegetali e frutta da consumare crudi. Constaterete che il vostro bambino gradirà e crescerà bene e in buona saluta. Dimenticavo: per allattamento si intende quello praticato utilizzando il seno materno. L'uso di qualsiasi altro latte non garantisce né una normale crescita del bambino né una salvaguardia per la sua salute".