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donna in gravidanza distesa per terra in mezzo alla natura
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Sempre di corsa, affannate dietro lavoro, casa, figli, spesso tutte noi abbiamo la sensazione che la vita ci scorra addosso e che sia lei a “vivere noi” piuttosto che il contrario. Una soluzione? “Mindfullness”, ovvero prendere coscienza di sé e dell’attimo che sta vivendo, in modo da non perderne neanche una goccia.

Si tratta di un approccio che può essere particolarmente benefico in gravidanza, ad esempio per tenere sotto controllo la paura del parto, che talvolta diventa vero e proprio terrore. Ce ne parla la psicologa e psicoterapeuta Valentina Ronzi.

Dr.ssa Valentina Ronzi

Dr.ssa Valentina Ronzi

    Dottoressa Ronzi, cosa si intende per “mindfulness”?

    “Il termine inglese ‘mindfullness’ significa consapevolezza e indica un modo di prestare attenzione al momento presente con flessibilità, apertura e curiosità. La sua applicazione è basata sulla pratica di meditazione orientale Theravada e comprende esercizi di pratica formale (meditazione seduta, meditazione camminata, body scan ecc) e pratica informale (attenzione consapevole alle attività routinarie, guidare, lavare i denti, mangiare, fare la doccia ecc..). Praticare ‘mindfulness’ ci insegna a prestare attenzione al momento presente anziché essere ‘catturati’ dai pensieri; a sviluppare un atteggiamento di apertura e disponibilità; a sviluppare, allenare e raffinare la capacità di dirigere consapevolmente l'attenzione su aspetti diversi dell’esperienza. Allenare le proprie abilità di ‘mindfulness’ (consapevolezza) conduce a sperimentare un nuovo modo di entrare in contatto con ciò che possiamo percepire all'interno e all'esterno di noi stessi e di fatto migliora significativamente la qualità della vita e riduce notevolmente l'impatto dei fattori stressanti”.

    Come può essere d'aiuto alle donne in gravidanza? Cosa dicono le evidenze scientifiche?

    “I benefici tratti dall'utilizzo del protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (programma per la riduzione dello stress ideato dal professore Jon Kabat Zinn alla fine degli anni ’70) suggeriscono un alto potenziale anche per le future mamme.
    Durante la gravidanza, lo sconvolgimento ormonale provoca una vera e propria montagna russa emotiva. Pianti improvvisi, esplosioni di rabbia, livelli di ansia aumentati possono incrementare il rischio di disturbi dell'umore post-natali, nascite pretermine, parto cesareo non programmato o basso peso alla nascita del bambino. Il pensiero, spesso costante, al dolore del parto è uno degli aspetti che spaventano maggiormente le donne incinta; un'ansia normale e fisiologica che ha il potere di trasformare uno dei momenti più significativi della vita di una donna in un vero e proprio terrore. Ed è proprio qui che entra in gioco la pratica della ‘mindfulness’, che ha l'obiettivo di trasformare la ‘risposta’ ai pensieri catastrofici del parto e insegnare una nuova modalità di gestione dell'ansia che da ‘mostro’ in grado di attivare immagini funeste diventa solo un'emozione che ci accompagna in questo viaggio verso la maternità. In questo modo i pensieri sono solo pensieri e le emozioni, anche quelle meno piacevoli coma la paura e l'ansia, sono solo emozioni. Evidenze scientifiche (Vieten e Astin 2008 e Hughes A., Williams M., Duncan L., et al., 2009) mostrano che le mamme che hanno seguito un protocollo Mindfulness Based Stress Reduction ottenevano risultati positivi considerevoli. In particolare, un miglioramento del proprio umore superiore del 20-50% rispetto al gruppo di controllo composto da mamme che non avevano praticato ‘mindfulness’, una marcata diminuzione del rischio di depressione post-partum, un minore stress post-partum e un aumento della disponibilità e attenzione verso il proprio bambino. I benefici della pratica della mindfulness si estendono anche anche ad una minore percezione del dolore pelvico che invece non è stato evidenziato nel gruppo di controllo”.

    In cosa consiste un "protocollo mindfulness" per la donna incinta?

    “Il protocollo prevede da 8-10 incontri di gruppo di 2 ore ciascuno durante i quali è previsto l'apprendimento di pratiche di meditazione quali: la meditazione seduta (sitting meditation), il body scan, la meditazione camminata (walking meditation), la pratica non strutturata per portare consapevolezza in ogni momento della nostra vita quotidiana. Durante gli incontri inoltre è importante dare spazio alla condivisione di pensieri, emozioni ed esperienze del gruppo; alla psico-educazione sul funzionamento della mente; alla presentazione di esercizi e schede da svolgere a casa”.

    Come scegliere il professionista giusto?

    “Per praticare ‘mindfulness’ è bene affidarsi ad un istruttore certificato di ‘mindfulness’ e/o ad uno psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale esperto in terapie di terza generazione (mbct, act, dbt, fap )”.

    ‘Mindfulness’ e bambini: è un approccio utile?

    “A chi non è utile "risvegliarsi" e praticare attenzione e consapevolezza? I bambini di oggi sempre più iper-tecnologici e spesso a capo chino su smartphone e giochi elettronici hanno difficoltà di attenzione prolungata, calma, concentrazione e spesso non sono in grado di riconoscere e gestire le loro emozioni. Praticare regolarmente ‘mindfulness’ con i bambini sostiene la loro capacità di concentrazione, diminuisce l'impulsività e concede ai piccini la possibilità di gestire in modo efficace rabbia e frustrazione. Allontanateli da iPad, televisione, Xbox, Nintendo e provate!”.