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Per un parto senza dolore ogni donna scenderebbe a patti col diavolo, di questo siamo sicuri. Tutte le future mamme sono spaventate, anche per colpa di racconti di amiche e parenti che sembrano non veder l’ora di elencare tutti i minimi dettagli della loro esperienza, pure i più cruenti. Eppure, non per tutte il parto è un evento così “drammatico”. Anche perché esistono diversi modi per alleviare il dolore delle contrazioni. Oggi parliamo di un metodo alternativo, ancora non diffuso in modo capillare in Italia, ma che dà buoni risultati. É il cosiddetto protossido di azoto, chiamato più comunemente gas esilarante. 

Cos’è il gas esilarante

Il nome non deve certamente trarre in inganno. Non pensiate che, inalando questo gas, affronterete travaglio e parto ridendo a crepapelle. Sarebbe bellissimo, certo, ma lo scopo è un altro: provare meno dolore. Ed è quello che fa il protossido di azoto. È miscelato al 50% con l’ossigeno e viene somministrato alla partoriente attraverso una mascherina. 

Nel nostro Paese, non tutti gli ospedali offrono questa possibilità: è ancora una novità ed è disponibile un po’ a macchia di leopardo sul territorio. All’estero invece il gas esilarante è utilizzato già da parecchio tempo. In Gran Bretagna, ad esempio, è entrato nella pratica ostetrica già negli anni ’50 ed è stato usato dal 50-60% delle donne. In Australia è un metodo molto diffuso: circa la metà delle partorienti lo ha impiegato. 

Già da tempo, il protossido di azoto viene utilizzato in ambito dentistico per indurre nei pazienti uno stato di rilassamento profondo. È quindi adatto a chi ha paura della poltrona del dentista. E non sono pochi…

A cosa serve il gas esilarante nel parto

Il gas esilarante ha proprietà analgesiche e ansiolitiche. La funzione quindi è doppia. Da un lato, è in grado di diminuire la sensazione dolorosa. Dall’altro, rilassa la mamma, le fa provare meno ansia e quindi le permette di affrontare il travaglio e il parto con maggiore serenità. 

Il protossido di azoto agisce a livello del sistema nervoso centrale. Attenua i centri del dolore e, allo stesso tempo, libera endorfine, ormoni direttamente coinvolti nel benessere. Questo gas dona una leggera sensazione di intontimento, anche se la donna resta vigile e partecipe durante tutto il tempo. E non potrebbe essere altrimenti perché è lei che deve gestirsi. Inoltre, ha un effetto leggermente euforizzante. Da qui l’espressione gas esilarante. 

Come e quando si somministra il gas esilarante 

In genere, la somministrazione inizia quando le contrazioni diventano forti e ravvicinate. Solitamente è il momento in cui la donna ha bisogno di essere maggiormente sostenuta perché comincia a sentirsi stanca. Quindi, se consideriamo le fasi del parto, il protossido di azoto viene offerto dalla metà di quella dilatante in poi. C’è anche però chi lo chiede precocemente. 

È la partoriente che gestisce la somministrazione del gas, coadiuvata dall’ostetrica. Per far sì che sia veramente efficace, il gas esilarante va inalato circa 30 secondi prima che arrivi la contrazione e fino a quando questa non termina. Il motivo è semplice: è il momento in cui il dolore arriva all’apice ed è qui che va gestito al meglio. 

La mascherina non è fissata alla testa, ma va allontanata quando non si inala il gas. Viene attivata solo dalla respirazione della mamma. Il gas ha un effetto velocissimo: meno di un minuto. 

 Effetti collaterali del gas esilarante

Vi starete chiedendo se ci sono effetti sul feto. La risposta è no. Nessun problema per il bambino alla nascita, neanche di tipo respiratorio. Il gas esilarante è innocuo per il feto. 

Non sono segnalati eventi avversi particolari per la mamma. Talvolta possono presentarsi nausea, vertigini, sonnolenza, ma sono sintomi che scompaiono se si interrompe la somministrazione del protossido di azoto. Non ci sono conseguenze invece sulla respirazione, la capacità di spinta, la circolazione del sangue, il battito cardiaco o altre funzioni dell’organismo. 

Gas esilarante e tempi del parto 

Si potrebbe pensare che l’uso di questa sostanza possa in qualche modo rallentare la progressione del travaglio e del parto. Sembra invece che non ci sia alcun allungamento dei tempi. Quindi, non incide sulla durata totale del parto.

Inoltre, numerosi studi dimostrano che non aumenta il ricorso al taglio cesareo e neppure a strumenti come la ventosa (che, in ogni caso, oggi si usa sempre meno). Infine, il suo utilizzo non influisce sulla presenza di meconio nel liquido amniotico, sul battito cardiaco fetale e sulla perdita di sangue dopo il parto. 

Gli effetti del gas si fermano appena l’inalazione viene interrotta. 

Gas esilarante nel parto ed esami preventivi 

Se l’ospedale dove decidete di partorire fornisce partoanalgesia con gas esilarante, non sarà necessario sottoporsi ad esami preventivi. Questa è una grande differenza rispetto agli metodi, come l’anestesia epidurale per cui è obbligatoria la visita anestesiologica. Il gas esilarante può essere somministrato solo alla presenza dell’ostetrica. Non è quindi indispensabile che ci siano il ginecologo e l’anestesista. 

È comunque opportuno che, durante le ultime visite, questa tecnica venga spiegata alla partoriente, così da prepararla anche a questa eventualità. Come tutte le procedure mediche si dovrà firmare un consenso informato. 

Controindicazioni al gas esilarante 

Questa procedura è indicata a tutte le donne che hanno avuto una gravidanza fisiologica. Le controindicazioni riguardano alcune condizioni patologiche, ma sono piuttosto rare. In ogni caso, sarà il proprio medico a valutare se è il caso di usare questo gas oppure se è meglio pensare a tecniche di partoanalgesia diverse. 

Le differenze con l’epidurale 

Di solito, l’anestesia epidurale è la tecnica di partoanalgesia più conosciuta e più praticata. È anche la più efficace, mentre il gas esilarante non permette lo stesso controllo del dolore. Possiamo dire che è una metodica un po’ più dolce. 

L’epidurale consiste nella somministrazione di farmaci anestetici attraverso un piccolo catetere posizionato tra le vertebre del tratto lombare. In questo modo, vengono anestetizzate le radici nervose che “trasportano” la percezione dolorosa. Il vantaggio è quello di una drastica diminuzione del dolore. Inoltre, grazie alla possibilità di aumentare la dose dei farmaci, l’effetto si prolunga per tutto il travaglio e il parto. 

La differenza fondamentale tra epidurale e gas esilarante sta nel fatto che la prima elimina il dolore, mentre il secondo lo allevia soltanto. Di contro però il protossido di azoto permette un parto meno medicalizzato, più naturale ancora. 

Integrare le due tecniche è comunque possibile. Per esempio, in attesa che il travaglio sia ben avviato per procedere ad un’epidurale, si può utilizzare il protossido di azoto per sentire un po’ meno le contrazioni.  

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.