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È una delle complicanze della gravidanza più subdole perché spesso non dà segno di sé, ma può avere conseguenze anche serie sia sulla futura mamma che sul bambino. È il diabete gestazionale, una patologia cronica che provoca un aumento di glucosio nel sangue e, a cascata, una serie di altre problematiche.
Il diabete mellito che compare per la prima volta durante la gravidanza si definisce diabete mellito gestazionale. Si presenta con una frequenza variabile dal 3 al 10% di tutte le gravidanze, a seconda delle razze e delle etnie interessate; nei Paesi occidentali si attesta intorno al 6-7% (circa 40.000 gestazioni all’anno). Interessa maggiormente le donne con età superiore ai 35 anni, soprattutto se è presente obesità pregravidica.
In genere, nel 95% dei casi il diabete gestazionale scompare dopo il parto. Potrebbe però manifestarsi nuovamente in successive gravidanze oppure predisporre all’insorgenza del diabete di tipo 2 dopo 5-10 anni.
I sintomi del diabete in gravidanza
Molto spesso il diabete gestazionale è asintomatico. Tra i possibili sintomi:
- Sete insistente.
- Necessità di urinare più spesso.
- Bocca asciutta.
- Stanchezza.
- Nausea.
- Infezioni ricorrenti (ad esempio, cistite o candidosi).
- Disturbi della vista.
- Perdita di peso nonostante un incremento della fame.
Com’è evidente, si tratta di sintomi aspecifici, cioè riconducibili a diverse condizioni. Nel caso in cui ci sono determinati fattori di rischio o se il ginecologo ha un sospetto di diabete gestazionale, è necessario effettuare alcuni esami precisi, come la misurazione della glicemia nel sangue o la curva da carico di glucosio.
“La curva da carico di glucosio – dice il diabetologo Vincenzo Provenzano, presidente eletto della Società italiana metabolismo diabete obesità – comunemente detta curva glicemica, è un esame che permette di diagnosticare la condizione di diabete mellito. Consiste nella misurazione della glicemia prima e dopo 60 e 120 minuti dall’assunzione di 75 gr di glucosio. Si effettua tra la 24° e 28° settimana o viene anticipata tra la 14°-18° settimana se sono presenti fattori predisponenti”.
Perché viene il diabete in gravidanza: le cause
L’ormone coinvolto nel diabete è l’insulina. La sua funzione è quella di regolare il trasporto del glucosio dal sangue alle cellule all’interno delle quali viene utilizzato per la produzione di energia. Se per qualche motivo le cellule non rispondono all’insulina, si innesca la cosiddetta insulino-resistenza che a sua volta provoca il diabete. In gravidanza, questo può avvenire per i cambiamenti ormonali oppure per l’aumento di peso.
Tra le altre cause di diabete gestazionale ci sono alcune malattie a carico del pancreas che complicano la produzione di insulina (pancreatite, tumore pancreatico) o l’uso prolungato di taluni farmaci (diuretici, niacina, farmaci psichiatrici, per l’Hiv, per le patologie infiammatorie, per ridurre il colesterolo etc.).
Esistono inoltre elementi che accrescono il rischio di andare incontro a diabete gestazionale:
- indice di massa corporeo maggiore di 30.
- Diabete gestazionale in precedenti gravidanze.
- In precedenti parti bambino di 4-4,5 kg di peso (macrosomia).
- Età superiore a 35 anni.
- Familiari con diabete.
- Appartenenza ad alcune etnie (sud-asiatiche, cinesi, afro-caraibiche, mediorientali).
- Sindrome dell’ovaio policistico.
Tra questi fattori soltanto uno è modificabile, cioè il peso eccessivo, che può essere controllato con una buona dieta.
Si fa diagnosi di diabete gestazionale se uno o più di questi valori della curva glicemica sono sballati:
- > 92 mg/dl a digiuno.
- > 180 mg/dl dopo un’ora dall’assunzione di glucosio.
- > 153 mg/dl dopo 2 ore dall’assunzione di glucosio.
Cosa succede al bambino se la mamma ha il diabete gestazionale?
Il diabete gestazionale comporta dei pericoli per il feto che si accentuano se la gestante è in forte sovrappeso o obesa. “I rischi fetali – spiega il dottore Provenzano – sono rappresentati da macrosomia, distocia della spalla, ipoglicemia neonatale, ittero, ipocalcemia, policitemia, distress respiratorio. Il bimbo che nasce da una madre geneticamente predisposta può essere predisposto anche lui ad avere il diabete mellito da adulto, soprattutto se è presente eccesso di peso. Ne deriva l’importanza di una corretta alimentazione sin da piccolo, sfatando l’errata convinzione popolare secondo la quale il bimbo paffuto è espressione di buona salute”.
I rischi sono anche a lungo termine. I figli di donne con diabete gestazionale infatti soffrono più frequentemente, da adolescenti o da adulti, di obesità, diabete di tipo 2, ipertensione, alterazione dello sviluppo neurocognitivo. In caso di patologia nelle prime settimane di gravidanza, possono verificarsi aborto precoce e malformazioni congenite.
Il diabete gestazionale impone controlli più serrati per valutare il benessere di mamma e bimbo. Verso la fine della gravidanza, è fondamentale monitorare i movimenti fetali. La gestante deve contarli in un arco temporale di 60 minuti ogni giorno: se diminuiscono va fatto presente al ginecologo o all’ostetrica.
Il diabete in gravidanza può avere ripercussioni negative anche sulla donna (specialmente se obesa), quali gestosi, polidramnios (incremento del liquido amniotico), parto prematuro, parto cesareo, ipertensione arteriosa, rischio aumentato di soffrire di diabete di tipo 2. I rischi – sia materni che fetali – sono più bassi se la diagnosi è precoce e se il diabete viene controllato in maniera efficace.
Come si cura il diabete gestazionale: i consigli per la prevenzione
I trattamenti per il diabete gestazionale hanno lo scopo di diminuire i livelli di glucosio nel sangue e, allo stesso tempo, di mantenere un buon controllo glicemico. Quando lo stile di vita (dieta e attività fisica) da solo non basta, occorrono i farmaci (metformina o insulina). La prevenzione del diabete gestazionale però è molto importante.
“Gli accorgimenti più rapidi ed efficaci – consiglia l’esperto – consistono innanzitutto nell’eliminazione di alimenti con zuccheri assorbiti rapidamente e responsabili del veloce rialzo dei valori glicemici (bevande zuccherate, dolci, gelati); sono da preferire, invece, alimenti integrali e ricchi di fibre come le verdure e gli ortaggi. In particolare, iniziare il pasto con un contorno di verdure aiuta a ridurre il senso di fame ed a contenere il successivo rialzo della glicemia. È buona norma, inoltre, effettuare pasti piccoli e frequenti (5-6 al giorno)”.
L’attività fisica gioca un ruolo primario. “A meno che non ci siano indicazioni ostetriche che obbligano al riposo assoluto – conferma il dottore Provenzano – anche in gravidanza è consigliabile effettuare attività fisica moderata, ma regolare (passeggiare, nuotare). L’esercizio fisico aiuta a mantenere il peso forma consigliato e diventa tanto più importante quanto più elevato è il peso all’inizio della gravidanza”.
Fonti
Istituto Superiore di Sanità
Ministero della Salute
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.