- La pertosse è una malattia infettiva respiratoria altamente contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis che si localizza prevalentemente nelle cellule di rivestimento dell’apparato respiratorio (bronchi e bronchioli) causando un’infiammazione severa ed un restringimento delle vie aeree.
- Il danno alle cellule dell’apparato respiratorio è dovuto a numerose sostanze rilasciate dal batterio ed in particolare da una di queste chiamata tossina pertossica.
- L’uomo è l’unico serbatoio noto per il batterio, di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani.
- Dopo un periodo di incubazione di 7-10 giorni, il decorso della pertosse prevede 3 fasi: catarrale (sintomi simili a quelli di un raffreddore), parossistica (caratterizzata da una tosse violenta e dal tipico urlo inspiratorio, una profonda inspirazione rumorosa) e convalescente (riduzione progressiva della tosse e miglioramento delle condizioni generali).
- La pertosse è conosciuta anche con i nomi di tosse convulsa e di tosse asinina poiché caratterizzata dall’urlo inspiratorio durante la fase catarrale.
- La pertosse è anche chiamata la tosse dei 100 giorni perché può durare anche più di 10 settimane.
- Prima dell’uso di antibiotici venivano consigliati vari rimedi per attenuare le crisi di tosse. Tra questi portare il bambino nelle stalle oppure in montagna. Per un periodo è stato consigliato anche un viaggio in aereo o in elicottero perché si ipotizzava un effetto benefico dell’alta quota. Tutti questi rimedi sono però del tutto inefficaci.
- La terapia antibiotica per combattere l’infezione batterica è efficace solo se somministrata nel periodo d’incubazione o all’inizio della fase catarrale.
- Prima dell’introduzione dei vaccini, circa l’80% delle persone veniva infettato dal batterio della pertosse prima dell’adolescenza.
- L’immunità fornita sia dalla vaccinazione che dalla malattia naturale, si riduce progressivamente nel tempo, rendendo così possibili successive infezioni, per questo è essenziale sottoporsi al richiamo vaccinale.
- Nell’adulto sano, di solito, le nuove infezioni si presentano con sintomi e decorsi più lievi, non favorendo la diagnosi, il trattamento e l’isolamento del malato dai propri familiari, infatti la maggior parte dei contagi di pertosse nei neonati con meno di 1 anno è provocato da un membro della famiglia, spesso non consapevole di aver contratto la malattia.
- I neonati e i lattanti nei primissimi mesi di vita sono altamente suscettibili alla pertosse e vanno incontro a gravi pericoli, poiché al di sotto dei due mesi di età si è troppo piccoli per essere vaccinati contro questa malattia.
- L’80% delle morti causate dalla pertosse negli ultimi 10 anni ha riguardato lattanti sotto i 6 mesi di vita.
- Le future mamme dovrebbero vaccinarsi contro la pertosse nel terzo trimestre di gravidanza, idealmente intorno alla 28a settimana, non solo per immunizzare se stesse, ma per trasmettere al nascituro una quantità elevata di anticorpi che lo proteggeranno dalla malattia fin dai primi giorni di vita. La vaccinazione antipertosse in gravidanza è gratuita ed è tra quelle raccomandate dal Ministero della Salute per le donne in gravidanza.
- La prevenzione della pertosse è di fondamentale importanza, a qualsiasi età. Oltre alla vaccinazione in gravidanza, è importante vaccinare tutti i neonati, a partire dal terzo mese di vita, ed il nucleo familiare del neonato (strategia del cocooning). Inoltre, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 raccomanda di effettuare il richiamo vaccinale con una dose di vaccino dTpa (trivalente tetano, difterite e pertosse) ogni 10 anni negli adolescenti e nell’adulto.
Bibliografia
Weekly epidemiological record Relevé épidémiologique hebdomadaire 28 AUGUST 2015, 90th YEAR / 28 AOÛT 2015, 90e ANNÉE No. 35, 2015, 90, 433–460
Red Book 2018-2021 American Academy of Pediatrics XXXI edizione
Ministero della Salute: Vaccinazioni raccomandate per le donne in età fertile e in gravidanza Aggiornamento novembre 2019
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