Ne avrete di sicuro sentito parlare: conservare le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale è una sorta di assicurazione “biologica” per il futuro. Non è detto che serviranno (e ovviamente se lo augurano tutti), ma in caso di alcune patologie potrebbero essere molto utili al vostro bambino. Perché trovare dei donatori compatibili può essere complicato.
Ma andiamo per ordine.
In termine tecnico, le staminali sono dette cellule emopoietiche. Significa che possono dare origine a tutti gli elementi corpuscolari del sangue periferico, cioè globuli rossi, bianchi e piastrine. A produrre le cellule del sangue è il midollo osseo; quando non funziona bene (ad esempio, a causa di una malattia o di un trattamento potente, tipo la chemio o la radioterapia) e non può produrre più queste cellule, possono intervenire le staminali che possono rigenerare l’ambiente midollare.
Chi ha problemi al midollo deve dunque ricorrere alle cellule staminali. Queste possono essere fornite da un familiare, da un donatore di midollo osseo reperibile tramite il registro internazionale o da cellule del proprio cordone ombelicale. Da qui l’importanza di conservare le cellule staminali cordonali.
Gli studi scientifici degli ultimi anni hanno permesso di scoprire fonti alternative di staminali emopoietiche rispetto a quelle del midollo e si è arrivati dunque al sangue cordonale. Un passaggio fondamentale per superare le difficoltà che spesso si hanno a trovare donatori compatibili e anche in breve tempo: la ricerca talvolta richiede mesi che i pazienti potrebbero non avere.
Il cordone che vi lega per 40 settimane o giù di lì al vostro bimbo può essere prelevato e conservato subito dopo il parto: rappresenta un grande contenitore di cellule staminali che potrebbero servire in futuro alla vostra creatura.
Esistono delle vere e proprie banche nelle quali è possibile conservare il cordone. Durante la gravidanza vi verrà consegnato un apposito kit (non dimenticate di portarlo con voi in ospedale). Subito dopo la nascita, il cordone viene inviato alla banca, dove viene sottoposto ad una serie di controlli specifici per verificare l’idoneità alla conservazione e definire le caratteristiche immunologiche.
In Italia, le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche, consentono solamente di conservare le cellule staminali che potranno però essere donate: vengono quindi messe a disposizione della collettività e usate da chi ne ha bisogno, non esclusivamente da voi. Un gesto di grande altruismo.
La conservazione autologa, cioè quella che consente di conservare le cellule staminali solo per vostro figlio, non è autorizzata nel nostro Paese, ma viene svolta da banche che si trovano all’estero dove è possibile esportarle e conservarle per uso personale.
La donazione delle cellule quindi è gratuita, la conservazione invece è ovviamente a pagamento.
Lo sappiamo: non è bello parlarne, ma è giusto sapere quali sono le patologie che traggono indubbi vantaggi (comprovati dalla medicina) dall’uso delle cellule staminali emopoietiche: aplasia midollare, leucemie acute linfoidi e mieloidi, leucemia mieloide cronica, mielofibrosi con metaplasia mieoide, linfomi non Hodgkin, linfoma di Hodgkin, leucemia linfatica cronica, mielodisplasia, mieloma multiplo, neuroblastoma, sarcoma dei tessuti molli, errori congeniti (immunodeficienze primitive, disordini congeniti, disordini lisosomiali e non).
Alcune condizioni non consentono la donazione del cordone e sono rappresentate da:
- parto prima di 34 settimane;
- rottura delle membrane da più di 12 ore;
- febbre della mamma oltre i 38° al momento del parto;
- malformazioni congenite del feto;
- stress fetale.
Per quanto riguarda la segnalazione di alcuni studi clinici condotti negli Stati Uniti che prevedono l’uso di sangue cordonale autologo nel trattamento del diabete mellito di tipo I e in casi di danni cerebrali neonatali, i risultati sono ancora assolutamente preliminari e necessitano comunque di ulteriori approfondimenti scientifici.
Se volete conservare le cellule staminali del vostro cordone ombelicale, chiedete consiglio al ginecologo o all’ostetrica.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.