La pertosse è una malattia altamente contagiosa (con un potenziale di trasmissibilità (R0 ) tra 12-17) caratterizzata da tosse molto intensa ed insistente. È anche nota come “tosse convulsa” o “tosse asinina/canina” per l’”urlo” caratteristico che bambini ed adulti emettono quando tentano di respirare durante o dopo un forte attacco di tosse. Nei neonati con meno di 6 mesi la tosse non è accompagnata dal classico urlo.
La pertosse è causata da un batterio, la Bordetella pertussis, che si può trovare nella bocca, nel naso e nella gola di una persona infetta. L’infezione viene trasmessa per contatto stretto attraverso le goccioline di saliva e muco emesse quando la persona parla, starnutisce o tossisce.
Particolarmente diffusa in passato, oggigiorno, grazie alle vaccinazioni pediatriche, la pertosse è meno frequente nei bambini sopra l’anno di vita, ma è più presente in adolescenti e adulti. Negli ultimi anni, infatti, in vari paesi europei (tra i quali l’Italia) si è verificato un aumento dei casi di pertosse in adolescenti e adulti, dovuto al fatto che la protezione garantita sia dalla malattia naturale che dalla vaccinazione si riduce nel tempo, causando nuove infezioni (spesso con sintomi e decorsi più lievi). Questo purtroppo rende difficile la diagnosi e quindi il tempestivo trattamento ed isolamento del soggetto dai contatti stretti. Ecco spiegato perché anche nei paesi con alta copertura vaccinale, i casi di pertosse sono in aumento. Questo purtroppo comporta un incremento della mortalità in neonati e lattanti, i quali sono privi di protezione contro la pertosse, in quanto ancora troppo piccoli per incominciare il ciclo di vaccinazioni primarie.
Il periodo di incubazione della pertosse è in media di 7-10 giorni
La malattia inizialmente non si differenzia molto da una comune infezione delle prime vie respiratorie: raffreddore con rinorrea, starnuti, e tosse non particolarmente intensa. La febbre, quando c’è, è bassa. Questi sintomi possono durare fino a 2 settimane, e vengono seguiti da attacchi di tosse sempre più severi.
Durante un classico attacco di tosse:
- si sente un caratteristico “urlo” quando il paziente tenta di respirare;
- la tosse produce del muco denso, appiccicoso;
- può verificarsi vomito;
- le labbra e le unghie possono assumere un colore violaceo, per la mancanza di ossigeno;
- il paziente rimane esausto al termine di ogni attacco.
Nella fase di convalescenza gli accessi di tosse possono durare molti mesi nella forma classica, o solo pochi giorni nelle forme lievi.
Solo una terapia antibiotica iniziata precocemente, durante il periodo di incubazione o nei primi giorni di malattia (in cui però come detto la diagnosi è molto difficile), può bloccare o attenuare il decorso. Quando i tipici accessi violenti di tosse sono cominciati, la terapia può comunque servire a ridurre o eliminare la contagiosità, ma non a modificare l’andamento della malattia.
La pertosse, oltre che disturbare molto il paziente, non è affatto innocua, e soprattutto nei primi mesi di vita sono particolarmente frequenti complicazioni, come le polmoniti, ma anche convulsioni, encefalite (spesso con gravi deficit neurologici permanenti), otite media, emorragia e problemi nutrizionali. Nei lattanti non vaccinati, la pertosse è particolarmente insidiosa e difficile da diagnosticare, perché non si manifesta col classico decorso del bambino più grande o dell’adulto, ma spesso direttamente con l’arresto respiratorio (apnea). In questa fascia di età essa può essere mortale, tanto che l’80% delle morti negli ultimi 10 anni ha riguardato lattanti sotto i 6 mesi di vita.
La pericolosità della malattia nel bambino piccolo è legata anche al fatto che è difficile prevenire o comunque tempestivamente capire se il bambino è stato a contatto con una persona che ha la pertosse. Infatti, un soggetto che ha la malattia è contagioso soprattutto nelle prime due settimane, in cui la pertosse è difficile da diagnosticare perché i sintomi non si differenziano granché da altre comuni infezioni respiratorie. Inoltre, poiché la protezione contro la pertosse si riduce nel tempo, è possibile (soprattutto se non si provvede a richiami anche in età adulta) che un bambino piccolo venga a contatto con persone con forme di pertosse lievi (ma non per questo meno contagiose), e pertanto difficili da diagnosticare tempestivamente.
È proprio per proteggere i bambini piccoli che è importante mantenere una adeguata copertura vaccinale contro la pertosse, sia vaccinando tutti i bambini già dai primi mesi, sia mantenendo nel tempo una efficace copertura vaccinale con richiami durante l’adolescenza, in età adulta e vaccinando le future mamme durante la gravidanza.
Bibliografia
https://www.cdc.gov/vaccines/pubs/pinkbook/pert.html
American Academy of Pediatrics. Pertussis. In: Pickering L, Baker CJ, Kimberlin D, Long SS, eds Red Book: 2009 Report of the Committee on Infectious Diseases. 28th ed. Elk Grove Village, IL: American Academy of Pediatrics, 2009:504-19.
https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/pertussis-annual-epidemiological-report-2017
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