La pertosse è una malattia respiratoria altamente contagiosa caratterizzata da tosse molto intensa ed insistente. È causata dal batterio Bordetella pertussis, che si può trovare nella bocca, nel naso e nella gola di una persona infetta. L’infezione viene trasmessa per contatto stretto attraverso le goccioline di saliva e muco emesse quando la persona parla, starnutisce o tossisce.
Particolarmente diffusa in passato, oggigiorno, grazie alle vaccinazioni pediatriche, la pertosse è meno frequente nei bambini sopra l’anno di vita, ma è più presente in adolescenti e adulti. Come mai?
Negli ultimi anni in vari paesi europei, compresa l’Italia, si è verificato un aumento dei casi di pertosse in adolescenti ed adulti, dovuto al fatto che la protezione garantita sia dalla malattia naturale che dalla vaccinazione si riduce nel tempo, provocando reinfezioni con sintomi e decorsi spesso più lievi. Questo fatto rende più difficile la diagnosi e quindi il tempestivo trattamento ed isolamento del soggetto dai contatti stretti. Anche nei paesi con alta copertura vaccinale i casi di pertosse sono in aumento, di conseguenza può aumentare la mortalità nei neonati e lattanti i quali sono privi di protezione, perché ancora troppo piccoli per cominciare il loro ciclo di vaccinazioni primarie.
Per bloccare o attenuare il decorso della pertosse è importante iniziare la terapia con antibiotici il prima possibile, durante il periodo di incubazione o nei primi giorni di malattia, quando la malattia è difficile da diagnosticare. È molto probabile, pertanto, che l’infezione venga diagnosticata e trattata tardivamente, consentendo alla persona di contagiare altre persone e soprattutto neonati e bambini molto piccoli, i quali sono particolarmente a rischio di forme gravi che possono portare ad ospedalizzazioni o addirittura essere mortali.
Ecco perché per la pertosse è particolarmente importante la prevenzione, che si basa su strategie complementari:
- vaccinazione di tutti i neonati, a partire dal terzo mese di vita;
- richiami vaccinali decennali negli adolescenti e nell’adulto;
- vaccinazione del nucleo famigliare del neonato (cocooning);
- vaccinazione in gravidanza.
Vaccinazione dei neonati
Il neonato viene immunizzato contro la pertosse con il vaccino esavalente (vaccinazione antidifterica, antitetanica, anti-pertossica, antipolio, anti-Hib e antiepatite B) con tre dosi, al 3°, al 5° e tra l’11° e il 13° mese di vita, per fornire la più completa e rapida protezione.
Richiami vaccinali decennali negli adolescenti e nell’adulto
A 6 anni e durante l’adolescenza (12 – 13 anni) vengono eseguite due dosi di richiamo del vaccino antipertosse. Durante l’età adulta è importante sottoporsi al richiamo del vaccino ogni dieci anni, così da proteggere se stessi e anche i propri cari dal contagio della pertosse.
Vaccinazione del nucleo famigliare del neonato (cocooning)
L’80% dei contagi di pertosse nei neonati con meno di 1 anno è provocato da un membro della famiglia. Per questo è fondamentale che si vaccinino contro la pertosse tutti i familiari che verranno a stretto contatto con il bambino nei primi mesi di vita. Questa strategia, chiamata cocooning, sottolinea l’importanza del richiamo vaccinale decennale contro la pertosse.
Vaccinazione delle donne in gravidanza
I neonati nei primi tre mesi di vita sono altamente suscettibili alla pertosse, in quanto vengono vaccinati a partire dal terzo mese.
Per questo la strategia fondamentale per proteggere il proprio figlio ancor prima che nasca è rappresentata dalla vaccinazione della mamma nel terzo trimestre di gravidanza, idealmente intorno alla 28a settimana.
Questa vaccinazione è gratuita ed è raccomandata dal Ministero della Salute per le donne in gravidanza.
La mamma può trasmettere al suo bambino una quantità più elevata di anticorpi, facendo sì che sia protetto contro la pertosse fino al momento in cui può essere direttamente vaccinato.
È importante ricordare che gli anticorpi della mamma si riducono progressivamente con il trascorrere del tempo; per questo è opportuno che la mamma ripeta la vaccinazione ad ogni gravidanza, in modo da garantire una corretta protezione contro la pertosse ai suoi figli.
Se la mamma non si è vaccinata in gravidanza, può ancora vaccinarsi durante l’allattamento materno al fine di proteggere il neonato e ottenere il trasferimento di anticorpi attraverso il latte. Questa però non è la strategia ideale, in quanto la quantità di anticorpi trasmessi in questo modo è molto inferiore rispetto a quella che si verifica con la vaccinazione in gravidanza.
Concludendo, come è possibile prevenire la diffusione della pertosse?
È fortemente raccomandata l’adesione al programma vaccinale nei bambini e negli adulti, mentre per le future madri è fortemente raccomandata la vaccinazione anti-pertosse durante il terzo trimestre di gravidanza.
Bibliografia
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