Skip to main content
search
bambino disteso sulla pancia gioca con giocattoli per la prima infanzia
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

Nei neonati, il gioco è fondamentale per il loro sviluppo. Non bisogna credere che pur essendo così piccoli non ne abbiano bisogno. Tutt’altro! Giocare con la mamma e il papà rafforza il legame e, allo stesso tempo, permette di affinare alcune abilità importanti, come prendere gli oggetti in mano oppure osservarli con attenzione. È un momento di libertà pura in cui tutto o quasi è consentito, ma chiaramente ogni età ha il suo gioco più adatto. Vediamo dunque cosa far fare ai nostri piccini da 0 a 12 mesi in base alle loro capacità e quali sono i principali giochi per i primi mesi.

Lo sviluppo e il gioco da 0 a 4 mesi

Anche se sembra incredibile, i neonati interagiscono con il mondo esterno fin da subito. A due settimane di vita sono in grado di riconoscere la voce della mamma, che li calma in un secondo. Entro la fine del primo mese, il piccolo si concentra sul viso di chi gli sta davanti, cosa che migliora di giorno in giorno. A 6 mesi iniziano i sorrisi veri, non come semplice movimento meccanico.

A tre mesi comincia a mostrare interesse per il suo corpo, scopre le manine e i piedini e interagisce in modo più significativa con gli sta intorno. È dunque l’ora di scoprire il gioco. A 16 settimane infatti gli oggetti lo interessano di più e a 20 può giocare nel vero senso del termine, divertendosi un sacco: si agita quando arriva la mamma, sa tenere un sonaglio in mano e sperimenta la posizione seduta.

Il gioco può partire quando il bimbo sta più sveglio durante il giorno (è una cosa soggettiva, ma che può iniziare presto, anche a 2-3 settimane). Il suo ruolo non sarà passivo come si potrebbe pensare: sentirsi al centro dell’attenzione di mamma e papà lo farà sentire soddisfatto: guardate un po’ il suo faccino sorridente…

Giocattoli sopra il lettino. Di giostrine ce ne sono una marea! Dalle classiche api agli orsetti potete sicuramente trovare ciò che più piace al vostro bambino. Di solito, queste giostrine girano e suonano, attirando l’attenzione del piccolo. Alcuni potrebbero restarci per ore, sentendosi in compagnia.

Massaggio dei piedini. Il contatto fisico col neonato è importantissimo, anche nel gioco. Quando gli cambiate il pannolino, solleticategli leggermente i piedi oppure prendete le dita una ad una pronunciandone i nomi: questo è l’allucione, questo è il mignolino, questo il secondo ditino…

Giocare con le espressioni. Mettete il vostro viso vicino a quello del bambino. Parlategli cambiando espressione del viso a seconda della frase. Le espressioni che potete usare sono di sorpresa, stupore, felicità.

Lo sviluppo e il gioco da 4 a 7 mesi

A 5 mesi il bambino ha un ottimo controllo dei movimenti di mani e piedi, che porta agevolmente in bocca. Sa già tendere le manine per cercare di afferrare un oggetto e, a 6 mesi, tiene saldamente ciò che gli viene offerto. A 7 mesi diventa abile a trasferire un oggetto da una mano all’altra e si diverte moltissimo a sbattere due cose tra loro per sentire il rumore che fanno. Ovviamente la lallazione (cioè i vocalizzi delle prime sillabe, ma-ma-ma, pa-pa-pa etc) sottolineano il divertimento.

A 8 mesi il piccolo potrebbe già gattonare per andare a prendere un giochino oppure spingere le braccia per afferrarlo. A quest’età può concentrarsi su un oggetto anche per svariati minuti, girandolo tra le mani, portandolo alla bocca (attenzione quindi a cosa gli date) o gettandolo a terra per farselo ridare (potrebbe andare avanti per ore).

Batti batti le manine. Un classico senza tempo. All’inizio sarete voi a battergli le mani, cantando la filastrocca, fin quando non sarà in grado di farlo da solo.

Palestrine. Anche qui si apre un mondo. Ce ne sono di tanti tipi, diversi per dimensioni o forme. Tutte le palestrine sono costituite da un tappetino e da giochini sospesi che possono stimolare varie abilità. Molte producono musica e rumori che stimolano la curiosità dei bambini. Alcune sono “chiuse” in modo da essere tranquille che il piccolo vi rimanga per un po’ a giocare senza gattonare in giro.

Cubi. Mettetegli davanti 3-4 cubi e lasciate che li osservi. Li prenderà in un battibaleno, esplorandoli con attenzione e probabilmente mettendoli in bocca. Alcuni hanno anche dei sonagli all’interno. A 8 mesi il bambino potrebbe essere in grado di metterli uno sopra all’altro, seppure in maniera non stabile.

Lo sviluppo e il gioco da 8 a 12 mesi

A 8 mesi il piccolo sta seduto senza appoggio per vari minuti e può cercare di spostarsi lentamente per prendere i giocattoli. Se un gioco cade, si sporge per vedere dove è finito. A 9 mesi è molto reattivo e ama canzoni e filastrocche. Intorno ai 10-11 mesi può essere capace, su preciso invito, di indicare un oggetto semplice raffigurato in un libro. Scuote la testa per dire no e apprezza molto sentire i versi degli animali seguiti dal loro nome.

A un anno il gioco diventa più complesso. Sa selezionare gli oggetti che preferisce e scartare quelli che lo annoiano. Adora lanciare i giochi lontano e aspettare che la mamma glieli restituisca per ricominciare. Adesso ride molto e si arrabbia se, di sorpresa, gli si toglie il gioco dalle mani. In questo periodo inizia l’avventura dei primi passi.

Giochini per il bagnetto. Adesso li apprezza molto di più. Tra palline e animaletti che spruzzano acqua ce n’è per tutti i gusti. Dategli questa possibilità, soprattutto se è un bambino molto vivace perché il contatto con l’acqua ha un ottimo effetto rilassante.

Palla. Meravigliosa per qualunque bimbo, la palla può diventare assoluta protagonista del gioco proprio intorno ai 12 mesi di età. A quest’epoca non è ancora capace di prenderla al volo e rilanciarla, però la può spingere con le mani, facendola rotolare per terra. Ne esistono alcune cosiddette sensoriali, diverse alla vista e al tatto, pensate proprio per sviluppare meglio i sensi dei bambini.

Le imitazioni. Verso l’anno, i bambini amano molto imitare i gesti di chi gli sta intorno. Fate con loro il gioco delle attività che consiste nel compiere vari gesti descrivendoli (alzare le braccia, sorridere, accucciarsi a terra, saltare, toccarsi i capelli) e attendendo che li riproducano. Ovviamente a modo loro.