Contents
- Cos’è l’Escherichia coli
- Quali disturbi causa l’Escherichia coli
- Infezioni da Escherichia coli in gravidanza
- Gastroenterite da Escherichia coli in gravidanza
- Infezioni urinarie da Escherichia coli in gravidanza
- L’Escherichia coli in gravidanza è pericoloso?
- Come si diagnostica l’Escherichia coli
- Come si cura l’Escherichia coli in gravidanza
- Prevenzione dell’Escherichia coli in gravidanza
Come certamente saprete, gli umani convivono quotidianamente con milioni di microrganismi che risiedono serenamente nel nostro corpo. A volte però capita che alcuni di questi microscopici esserini si moltiplicano a dismisura oppure “emigrano” verso altre sedi, provocando qualche problema. Un esempio? L’Escherichia coli, un batterio tendenzialmente “pacifico”, ma con alcuni ceppi nocivi, in particolare per le donne incinte. Vediamo cosa c’è da sapere (ed eventualmente temere) sull’Escherichia coli in gravidanza.
Cos’è l’Escherichia coli
L’Escherichia coli è un batterio appartenente alla famiglia degli enterobatteri che hanno come habitat naturale l’intestino. La maggior parte dei ceppi è assolutamente innocua e anzi contribuisce al benessere del microbiota intestinale e, di conseguenza, al nostro. Altri però sono patogeni, cioè in grado di scatenare infezioni a carico di vari apparati, come quello gastrointestinale o quello urinario. I sintomi dipendono quindi da quali organi vengono coinvolti.
Quali disturbi causa l’Escherichia coli
A seconda di dove colpisce, l’Escherichia coli può provocare:
- enteriti (infiammazioni dell’intestino tenue).
- Infezioni urinarie.
- Colite emorragica.
- Meningite.
- Setticemia.
Le modalità di trasmissione sono diverse. Ci può essere il passaggio ad altri organi (ad esempio dall’intestino alle vie urinarie), la contaminazione di cibi (carne poco cotta, verdure fresche, latte crudo non pastoizzato e suoi derivati), vegetali, acque potabili o di balneazione, contatti interpersonali (compresi i rapporti sessuali non protetti), contatto con animali (bovini, ovini) o loro deiezioni. I sintomi variano a seconda dell’apparato interessato.
Più frequentemente l’Escherichia coli è responsabile di gastroenteriti e infezioni delle vie urinarie. Nel primo caso, causa diarrea, crampi, a volte febbricola, dolori addominali, nausea e vomito. Nel secondo caso, invece, i disturbi sono quelli tipici del tratto urinario: dolore o bruciore alla minzione, stimolo continuo ad urinare, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, rapporti sessuali dolorosi (dispaurenia), febbre, malessere, urine torbide, concentrate o maleodoranti, dolore sovrapubico o lombosacrale. In alcuni casi però l’infezione è completamente asintomatica. In altri ancora può causare problemi molto gravi come l’infiammazione delle meningi o un’infezione generalizzata dell’organismo.
Infezioni da Escherichia coli in gravidanza
Sul nostro blog abbiamo avuto modo più volte di sottolineare che la gravidanza rende le donne un po’ più vulnerabili di quanto lo siano normalmente. Questo succede perché tutti gli sconvolgimenti a cui l’organismo è sottoposto durante le 40 settimane indeboliscono il sistema immunitario che diventa più attaccabile. Quindi possiamo essere più soggette a piccoli grandi malanni che non ci fanno stare bene, anche se vorremmo essere sempre Wonder Woman.
Fatta questa premessa è facile intuire che l’Escherichia coli in gravidanza non è una rarità, in particolare modo per le affezioni dell’apparato urinario.
Gastroenterite da Escherichia coli in gravidanza
Per quanto riguarda le enteriti causate da questo batterio valgono le solite importanti regole di prevenzione:
- Cuocere molto bene la carne.
- Lavare accuratamente frutta e verdura fresche.
- Evitare il latte non pastorizzato e i suoi derivati.
- Attenersi scrupolosamente alle norme igieniche basilari, ad esempio prima, durante e dopo la preparazione dei pasti.
- Se ci trova in Paesi stranieri o tropicali bere sempre acqua imbottigliata e mai quella dei rubinetto.
In caso di sintomi gastrointestinali importanti è opportuno consultare la propria ostetrica o il ginecologo, che potranno consigliarvi la terapia migliore (idratazione e, se necessario, antibiotico).
Infezioni urinarie da Escherichia coli in gravidanza
Ora vogliamo concentrarci un po’ di più sulle infezioni delle vie urinarie da Escherichia coli in gravidanza. Noi donne siamo già più predisposte rispetto agli uomini, ma durante la dolce attesa ancora di più per una serie di motivi. Innanzitutto l’utero ingrossato comprime la vescica e gli ureteri. Il flusso urinario quindi rallenta e le urine ristagnano, aumentando la possibilità di un’infezione.
La stitichezza in gravidanza è un fastidio piuttosto comune e fa sì che i batteri intestinali vengano più facilmente a contatto con le vie urinarie, anche per la naturale anatomia femminile. Infine, si altera il ph vaginale e l’ambiente diventa più sensibile all’attacco dei microrganismi patogeni.
Le due infezioni alle vie urinarie in gravidanza più frequenti sono la cistite e la batteriuria asintomatica. In gravidanza, l’80 per cento dei casi di cistite è provocato proprio dall’Escherichia coli e i sintomi (sono quelli che abbiamo elencato sopra) sono abbastanza fastidiosi.
Come suggerisce il suo nome, la batteriuria asintomatica è un’infezione silenziosa che si caratterizza per la presenza di numerosi batteri, ma senza disturbi. Interessa il 2-10 per cento delle donne incinte e in 7-8 casi su 10 il “colpevole” è l’Escherichia coli. È importantissimo diagnosticarla perché, tra le sue conseguenze, può avere la pielonefrite, un’infiammazione del rene che, a suo volta, può essere rischiosa per il feto.
L’Escherichia coli in gravidanza è pericoloso?
Arriviamo così al punto cruciale, cioè se l’Escherichia coli in gravidanza può costituire un pericolo. In caso di infezioni del tratto gastrointestinale la complicanza più grave potrebbe essere la disidratazione, causata dalla perdita di liquidi con la diarrea e il vomito. La futura mamma va reidratata per bene, anche in ospedale se è il caso.
Le infezioni delle vie urinarie in gravidanza possono costituire un potenziale rischio anche per il bambino. Potrebbero comportare aborto spontaneo, morte fetale endouterina, parto prematuro (ad esempio per infezioni del liquido amniotico), rottura precoce delle membrane, basso peso alla nascita (per infezioni della placenta).
È dunque evidente che l’Escherichia coli in gravidanza non va preso sottogamba. La diagnosi e la cura sono fondamentali per evitare problematiche potenzialmente gravi.
Come si diagnostica l’Escherichia coli
In caso di enterite, per la diagnosi di Escherichia coli viene eseguito l’esame delle feci del soggetto colpito. A seconda dei sintomi, la ricerca del batterio può essere fatta anche in altro materiale infetto, nel sangue o nelle urine. L’esame delle urine da solo però non è sufficiente a “scovare” l’Escherichia coli. Può accertare che c’è un’infezione delle vie urinarie in atto, ma va integrato con l’urinocoltura, che serve ad individuare con precisione i microrganismi responsabili dell’infezione. Non tutti i batteri rispondono alle stesse terapie, quindi occorre sapere esattamente “con chi si ha a che fare”. Il test che ce lo dice è l’antibiogramma.
Ora forse vi è più chiaro perché tra gli esami da fare in gravidanza quello delle urine è davvero essenziale e perché viene prescritto regolarmente. La diagnosi tempestiva permette di iniziare presto il trattamento, riducendo sensibilmente i rischi per mamma e bimbo.
Come si cura l’Escherichia coli in gravidanza
La cura dell’Escherichia coli prevede la somministrazione di antibiotici. State serene: ci sono quelli compatibili con il pancione. Tra i più indicati per la batteriuria asintomatica e la cistite ci sono la fosfomicina e la nitrofurantoina, anche se quest’ultima non viene prescritta a fine gravidanza. Ad ogni modo, sarà il medico a decidere cosa è meglio per voi.
Prevenzione dell’Escherichia coli in gravidanza
Abbiamo già elencato le precauzioni da prendere per tenere lontana l’infezione dell’apparato gastrointestinale da Escherichia coli. Passiamo in rassegna qualche consiglio per prevenire le infezioni delle vie urinarie in gravidanza.
- Evitare o curare la stitichezza. Aumentate l’apporto di fibre, scegliete cibi che stimolano la motilità intestinale (yogurt, pere, frutta cotta, semi di lino, prugne, kiwi…), fate un po’ di movimento e idratatevi molto.
- Bere molta acqua. Certo, magari vi tocca fare avanti e indietro dal bagno più spesso, però almeno l’urina non ristagna. Per lo stesso motivo non dovreste mai trattenere la pipì quando scappa.
- Limitare gli alimenti acidi. Sono quelli di origine animale (carne, pesce, uova, latte, latticini), ma non vanno eliminati del tutto perché contribuiscono al fabbisogno quotidiano di proteine.
- Ridurre il consumo di caffè, zuccheri, cibi piccanti e speziati. Non sono molto salutari.
- Curare la propria igiene intima. In particolare, il detergente intimo non deve essere aggressivo, ma rispettare il ph vaginale. Se si modifica, diventa terreno fertile per i batteri.
- Indossare biancheria intima comoda e in fibre naturali. I tessuti sintetici non consentono la traspirazione, con conseguente proliferazione batterica.
- Assumere alimenti con proprietà antiossidanti. Ad esempio, mirtilli, ribes, melanzane, bietole rosse e lamponi contengono antocianine e sono considerati protettivi.
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.