Skip to main content
search
cosa non mangiare in allattamento
iMamma - L'app per i genitori
iMamma
L'app per i genitori

L’allattamento al seno è un momento speciale per la mamma e il neonato, ma può portare con sé molte incognite, soprattutto a proposito dell’alimentazione materna. Tra i principali dubbi, ci si chiede se esistano alimenti da evitare per non creare problemi al piccolo, come coliche, reflusso o altri disagi. Ancora oggi capita di incappare in qualche luogo comune secondo il quale mal di pancia o puntini rossi sulla pelle del neonato dipenderebbero da ciò che mangia la mamma. Si tratta di false credenze, figlie di conoscenze ormai datate.

Nel corso degli anni infatti le evidenze scientifiche sono cambiate e quasi tutti i pediatri ormai sono piuttosto informati su quelle che sono le linee guida più aggiornate in questo ambito. Vediamo quindi quello che c’è da sapere.

Ci sono alimenti vietati?

L’allattamento comporta un notevole impegno e un considerevole dispendio energetico. Secondo i LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti, chi allatta dovrebbe aggiungere circa 700 calorie in più al giorno. In parte vengono “prelevate” dai depositi adiposi che si sono accumulati durante la gravidanza (ecco perché l’allattamento aiuta a perdere i chili residui), quindi in media il fabbisogno è di circa 500 calorie in più. Quindi, in questo periodo, no alle diete dimagranti o restrittive.

La composizione del latte dipende anche dall’alimentazione materna, perciò occorre nutrirsi bene, seguendo i principi della dieta mediterranea. Per incrementare le calorie quotidiane si può inserire uno spuntino aggiuntivo a base di yogurt, frutta secca, latte o formaggio, aumentare la quota di carboidrati, frutta e verdura, assumere proteine (di origine sia animale che vegetale) a pranzo e a cena. È inoltre necessario idratarsi molto. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù raccomanda di bere 2-3 litri di acqua o altri liquidi, come brodo, spremute, estratti di frutta e verdura o latte.

Secondo i più recenti studi scientifici, in allattamento si può mangiare tutto. E la spiegazione è semplice. Il latte materno è un emoderivato, deriva cioè dal sangue. Significa cioè che nel latte passano solo le sostanze che ci sono nel sangue. E il cibo non è tra queste. Per questo motivo va fatta particolare attenzione al consumo di alcol: sarebbe meglio evitarlo, ma se non se ne può fare a meno, dopo aver bevuto, è consigliabile aspettare almeno 2-3 ore prima di attaccare il bimbo al seno. Lo stesso vale anche per il caffè.

La dieta di chi allatta deve essere equilibrata e completa, ma non esistono alimenti “off limits”, compreso il peperoncino in allattamento (come farebbero altrimenti le popolazioni in cui questa spezia è estremamente diffusa, come ad esempio il Messico?). L’unico vero divieto quando si allatta riguarda il fumo e le sostanze stupefacenti che, arrivando al latte, possono causare problemi anche seri al piccolo.

Le ricerche dimostrano che la qualità del latte materno si mantiene adeguata in presenza di un’alimentazione varia, che aiuta il bambino a sviluppare una maggiore abitudine ai sapori e ai nutrienti. Ciò che si mangia influenza il gusto del latte, cosa che avviene anche durante la gravidanza con il liquido amniotico.

Via libera poi a tutto ciò che è potenzialmente allergizzante o che ha provocato reazioni allergiche alla madre o ad altri familiari: mangiare questi prodotti fa sì che il bambino sviluppi una tolleranza nei loro confronti, riducendo il rischio di sviluppare l’allergia quando sarà più grande.

Così come non ci sono restrizioni particolari a tavola, va sottolineato che non ci sono cibi o bevande (comprese tante tisane) raccomandati in allattamento perché aumentano la produzione di latte, anche se capita di sentire dire il contrario: il detto che “la birra fa latte”, tanto per fare un esempio, è soltanto un falso mito proveniente dal passato.

Cosa non mangiare per evitare le coliche al neonato

Le coliche nei neonati rappresentano un problema diffuso, ma la scienza non supporta la correlazione diretta tra ciò che mangia la mamma e questo disturbo. Numerosi studi, inclusi quelli dell’American Academy of Pediatrics, evidenziano che le coliche sono spesso dovute a fattori fisiologici, come l’immaturità del sistema gastrointestinale del neonato, e non alle abitudini alimentari delle donne che allattano.

Alcune notano una certa sensibilità nei loro bambini in seguito al consumo di latticini o cibi particolarmente speziati, ma non esiste un nesso causale scientificamente confermato. In caso di sospetti, è consigliabile monitorare la situazione e consultare un professionista della salute prima di eliminare categorie alimentari dalla propria nutrizione.

Verdure da evitare in allattamento

Contrariamente a quanto si possa pensare, non esistono verdure vietate in allattamento. Broccoli, cavolfiori, cipolle, carciofi e altre note per il loro effetto “gonfiante” non influenzano direttamente il latte materno e, pertanto, non causano problemi al neonato. Possono produrre gas nell’intestino materno, ma tale fenomeno non si trasferisce attraverso il latte.

Secondo il National Institute of Child Health and Human Development, chi allatta dovrebbe assumere una varietà di verdure per garantire un apporto bilanciato di vitamine e minerali. Inserire nella dieta diverse tipologie di vegetali, oltre a garantire la giusta quantità di nutrienti, favorisce lo sviluppo di un gusto più ampio nel neonato.

E se si è vegetariane o vegane? Nessun problema. L’unica potenziale carenza potrebbe essere quella di vitamina B12, che si trova soltanto nei prodotti di origine animale. Va quindi integrata con alimenti addizionati (ad esempio quelli a base di soia o cereali a cui viene aggiunta) o attraverso la supplementazione orale. In più, la “mamma veg” deve aumentare l’apporto di ferro e zinco.

Frutta vietata in allattamento

Allo stesso modo delle verdure, non ci sono frutti proibiti in allattamento. Talvolta agrumi, ananas e frutta dal sapore acidulo sono considerati problematici, ma le attuali evidenze indicano che non esiste una diretta connessione tra questi alimenti ed eventuali disagi del bambino. Infatti, i benefici della frutta, come il contenuto di vitamine e fibre, sono essenziali per il benessere della mamma e del neonato.

Cibi da evitare in allattamento per reflusso

Il reflusso gastroesofageo nei bimbi piccoli è comune e consiste nella risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago. Il classico sintomo è il rigurgito, ma può essere accompagnato anche da altri segnali, ad esempio il singhiozzo o la tosse persistente.

Anche in questo caso però non c’è alcun legame diretto con la dieta della mamma. Le cause del reflusso sono legate all’immaturità del sistema digestivo e non al tipo di latte o a ciò che mangia la madre.

Fonti

  • Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
  • Ministero della Salute
  • Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale
  • Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti (LARN)

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.